Devo dire che stasera mi son seduto ad attendere l’inizio dell’opera dell’edizione 2011 del festival Opera Barga leggermente contrariato. Il fatto che fossi stato bloccato sulla porta di ingresso con la precisa istruzione di non scattare nemmeno una foto mi ha messo in uno stato d’animo alquanto critico. La regista aveva imposto questo… Fortuna ha voluto che le foto dell’opera ci fossero comunque, riprese dalle prove dei giorni scorsi e quindi, passato il primo momento di disappunto, mi sono potuto dedicare senza ulteriori indugi a seguire il tutto.
E’ stata una fortuna perché alla fine mi sono potuto godere una bella serata. Il festival Opera Barga quest’anno ha fatto centro ed ha proposto una produzione davvero eccellente. Non voglio dire che gli anni passati non sia stato così, ma quest’anno, in questo secondo atto del Tigrane di Vivaldi, mi ci sono davvero sentito a mio agio.
Una prima esecuzione in tempi moderni ben riuscita indubbiamente.
Innanzitutto la musica. L’esecuzione dell’orchestra barocca Modo Antiquo diretta da Federico Maria Sardelli è stata magistrale. Difficile tenere testa per i cantanti a cotanta bravura e ad una direzione impeccabile. Ma alla fine il risultato è stato più che buono.
Applausi a non finire, da parte del numeroso pubblico, alla chiusura del sipario, soprattutto per il convincente sopranista (speriamo si dica così) Antonio Giovannini nel ruolo di Tigrane, per la Cleopatra interpretata da Paola Leggeri e per la brava Nora Lentner nella parte di Apamia.
La vicenda dell’opera, di cui si esegue solo il secondo atto, ha poco a che vedere con la storia originale, come racconta nella sinossi la regista Dagny Hornig: “ma come è spesso il caso in questo genere di opere ha a che fare con l’intrigo, le lotte di potere, l’amore e la morte”.
Il resto sta a voi scoprirlo. L’occasione vien dalla replica che Opera Barga propone questa sera, sabato 9 luglio, al teatro dei Differenti alle ore 21,30.
Che dire di più? Un dieci alla scenografia di Nicolas Bovey. La profondità della scena dal sapore post-atomico, dove il nudo cemento armato della parete del retropalco vien ripreso ed esaltato ci è piaciuta molto. Ottime anche le luci di Riccardo Tonelli che ha saputo sottolineare la scena dall’inizio alla fine e non ha sbagliato un colpo.
Ora basta…per uno invitato a non scattare nemmeno una foto (e quindi si desume poco gradito), ho parlato anche troppo. Concludo con il solo invito: andatelo a vedere questo Tigrane vivaldiano. Merita.
Antonio Vivaldi
TUTTO IL DRAMMA IN UN SOLO ATTO: IL TIGRANE, RV 740
Il Vivaldi ‘romano’, il Vivaldi dei tre grandi successi nella Città Eterna: l’Ercole sul Termodonte (1723), Il Tigrane (1724) e Il Giustino (1724). Tre opere rappresentate nel giro di pochi mesi nel Teatro Capranica di Roma da un Vivaldi all’apice della sua notorietà e della sua vena creativa. Lui stesso, nel 1737, ricorderà con orgoglio il suo soggiorno romano: «Sono stato tre carnevali a fare opera in Roma […] e ho suonato in Teatro, e sino Sua Santità ha voluto sentirmi suonare, e quante grazie ho ricevuto». Tra le «grazie» ricevute da Vivaldi bisogna annoverare il successo delle sue tre opere ‘romane’.
Ma il Tigrane merita un’attenzione particolare: opera ancora inedita alla pratica teatrale dei nostri giorni, ultima riscoperta del grande repertorio teatrale vivaldiano, si distingue per la sua innata frammentarietà. Vivaldi fu infatti chiamato a comporre il solo secondo atto di questo pasticcio a tre mani affidato anche ai compositori romani Benedetto Micheli e Nicola Romaldi, che scrissero, rispettivamente, il primo ed il terz’atto. Del lavoro di questi due compositori restano oggi solo tre arie, mentre l’intero secondo atto vivaldiano è fortunatamente conservato intatto grazie alla cura con cui Vivaldi teneva il proprio archivio personale, oggi confluito, dopo le rocambolesche vicende del suo ritrovamento, presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino.
Ecco dunque un atto unico, il cuore dell’opera Tigrane, rivivere oggi sulle scene dopo secoli di oblio. Il libretto originale di Pietro Antonio Bernardoni, scritto una quindicina d’anni prima per la corte imperiale e musicato da Antonio Maria Bononcini, s’intitola pomposamente «La Virtù trionfante dell’amore e dell’odio, ossia Il Tigrane»: con questo titolo viene normalmente identificata l’opera che Vivaldia invece intitola, sul suo autografo, semplicemente «Il Tigrane». La famosa vicenda di Mitridate e Farnace rivivono sotto questo titolo, in un intreccio pieno di passioni, tensioni, tradimenti e rivelazioni. La musica di Vivaldi è, qui come non mai, paradigmatica nella sua purezza espressiva e nella sua maturità drammatica: il grandioso recitativo accompagnato «Squarciami pure il seno» o la tempestosa aria «Solca il mar» si stagliano, fra brani di struggente bellezza, come vertici dell’arte operistica vivaldiana.Federico Maria Sardelli
Fonda nel 1984 l’orchestra barocca Modo Antiquo con cui svolge attività concertistica in tutta Europa sia in veste di solista che di direttore, presente nei maggiori festival di musica antica. È stato ospite delle maggiori sale da concerto d’Europa, tra cui il Concertgebouw di Amsterdam. È direttore ospite di numerose orchestre sinfoniche, tra cui il Maggio Musicale Fiorentino, la Kammerakademie Potsdam, la Réal Filarmonia de Galicia, l’orchestra dell’Arena di Verona. Dal 2006 è principale direttore ospite dell’Orchestra Filarmonica di Torino.
È uno degli artisti di punta della casa discografica Naïve Records; incide anche per Deutsche Grammophon. Ha al suo attivo più di quaranta incisioni discografiche, sempre in veste di direttore e di solista. La sua ricostruzione e prima incisione dei Concerti Grossi op. VI di Corelli con strumenti a fiato ha costituito un evento nel panorama della musica antica. Nel febbraio del 1997 ha ricevuto a New York, per il suo disco Vivaldi, Concerti per molti Stromenti, la nomination ai Grammy Awards, il massimo riconoscimento per l’attività discografica; nel 2000 una seconda nomination è giunta a premiare la sua ricostruzione dei Concerti Grossi di Corelli.
È un protagonista della rinascita del teatro musicale vivaldiano dei nostri tempi: sue sono le prime rappresentazioni, incisioni ed edizioni mondiali di numerose opere vivaldiane inedite. Le sue incisioni discografiche sono sostenute dalla Westdeutscher Rundfunk Köln (WDR).
Nel 2005, presso il Concertgebouw di Rotterdam, ha diretto la prima mondiale dell’opera Motezuma di Vivaldi, riscoperta dopo 270 anni. Nel 2006 ha diretto la prima ripresa mondiale dell’opera Atenaide di Vivaldi al Teatro della Pergola di Firenze. Nel 2007 è stato direttore principale dell’Händel Festspiele di Halle, Sassonia-Anhalt, dove ha diretto l’opera Ariodante. Nel 2009 ha diretto a Verona la prima esecuzione in tempi moderni dell’opera Il mondo alla rovescia di Antonio Salieri.
È membro del comitato scientifico dell’Istituto Italiano Antonio Vivaldi presso la Fondazione G. Cini di Venezia, per il quale ha pubblicato il volume La musica per flauto di Antonio Vivaldi (Olschki, 2002) che è stato tradotto in inglese da Michael Talbot (Ashgate, 2007). Sempre per conto dell’Istituto ha creato e dirige la collana di musiche in facsimile «Vivaldiana», edita da SPES. Numerosissime sono le sue pubblicazioni musicali e musicologiche, edite da Bärenreiter, Ricordi, SPES, Fondazione G. Cini.
Nel luglio 2007 Peter Ryom lo ha incaricato di continuare la sua monumentale opera di catalogazione della musica di Antonio Vivaldi e da quel momento Federico Maria Sardelli è il responsabile del Vivaldi Werkverzeichnis.
Nel febbraio 2011 ha diretto Le convenienze ed inconvenienze teatrali di Donizetti prodotto dal Progetto L.T.L. OperaStudio dei teatri di Pisa, Lucca e Livorno.
Sardelli è anche pittore, incisore ed autore satirico.
La sua attività di fumettista comico-satirico è nota grazie alla pluriennale collaborazione col mensile satirico Il Vernacoliere. Tra le serie di fumetti più celebri ricordiamo Trippa, il Bibliotecario, il Paglianti, Omar, il Circo, il Mago Afono e Clem Momigliano, recentemente raccolti nel volume Paperi in Fiamme. Il suo metodo di disegnare è riconducibile a quello di Franco e Agostino Origone e Giorgio Cavazzano.
Il 28 novembre 2009 ha ricevuto il Gonfalone d’Argento del Consiglio Regionale della Toscana per «l’eclettismo artistico e lo spessore culturale evidenti».Modo Antiquo
L’Orchestra Barocca Modo Antiquo è considerata una delle migliori formazioni di musica antica della scena internazionale.
Fondata da Federico Maria Sardelli, l’Orchestra Barocca Modo Antiquo unisce musicisti dotati di grandi capacità, gusto per il virtuosismo strumentale e profonda conoscenza dei linguaggi e delle prassi esecutive storiche.
Con il suo nuovo approccio interpretativo alla musica barocca italiana e Vivaldi in particolare, Modo Antiquo si è affermato nel mondo come un ensemble di riferimento.
D’accordo con Luca, una sera indimenticabile. L’orchestra perfetta sotto il maestro Sardelli. Le voce ottime. A special grateful note to Nora Lentner, whose interpretation of the concubine Apamia was at once erotically steamy and aesthetically refined — watch for her name in the opera headlines of the near future.
Sono pienamente in sintonia con te. La cantante Nora Lentner mi è piaciuta molto e spero ritorni a Barga. Su Modo Antiquo e Federio Maria Sardelli niente da aggiungere. Sono davvero bravissimi.