Triplo incontro con l’autore questa sera al “Tra le righe” di Barga, il festival Letterario organizzato da Libreria Poli e Prospettiva Editrice che ormai è diventato un appuntamento letterario tra i più interessanti tra quelli che si tengono nell’estate della nostra provincia.
Un incontro con autori tutti locali o quasi: Federico Pagliai proveniente dalla montagna pistoiese e dalla Lima in particolare con il suo “Rughe in salita” (Biblioteca dell’Immagine) ed i giallisti lucchesi Rossana Giorgi Consorti, autrice del libro “Pietre dure a colazione” (MPF/Via Lattea) e Beppe Calabretta, autore de “Il mondo limitato” (Mauro Baroni editore). Un trio strano di scrittori, una giallista pura la Giorgi Consorti, uno scrittore di racconti ma anche di Gialli il Calabretta ed un uomo oltre che uno scrittore della montagna il Pagliai.
Eppure ne è venuta fuori una serata interessante e che è filata via liscia come l’olio e che ha permesso di mettere a confronto aspirazioni, storie, modi di vedere e di sentire lo scrivere e la letteratura, ma anche la vita di tre autori. Ci hanno pensato Andrea Giannasi e Maurizio Poli, i due patron della manifestazione letteraria, che hanno condotto i tre scrittori in una serie di domande alla scoperta della loro vita ed anche dei loro libri davanti ad una platea anche questa sera numerosa.
Rughe in salita, dove le rughe sono intese come la vita vissuta di chi vive in montagna, tra mille difficoltà, ma con la precisa volontà di continuare a farlo, parla della montagna e delle sue genti. Con una bella prefazione di Mauro Corona, un mito per tutti gli amanti della montagna, questo è un libro che parla dei sentimenti che ti trasmette la montagna, soprattutto della montagna pistoiese vissuta dall’autore; e non di quella di copertina, quella più famosa dell’Abetone o del ponte sospeso della Lima, ma degli angoli più nascosti e meno conosciuti e vuole essere anche un tentativo di salvamento della memoria di quelle genti che nella montagna hanno scoperto il modo di vivere senza le paure ed il logorio della vita di tutti i giorni.
Pietro dure a colazione è un giallo purissimo fin dal titolo, vagamente autobiografico, soprattutto nei riferimenti a certi momenti e certi personaggi, ma quarto capitolo della storia del commissario Antonio Spaino e delle sue investigazioni in una Lucca che, anche nella realtà, sta vivendo una “rinascita” al negativo di delitti.
Se nel libro di Pagliai si parla della bellezza della solitudine del vivere in montagna – che solitudine non è per chi la vive – qui si parla di una solitudine più sorda ed amara, quella vissuta in una famiglia priva di rapporti.
Pur non essendo un giallista, Il mondo limitato di Calabretta è un giallo a tutti gli effetti, ambientato in una città che potrebbe essere tranquillamente Lucca. La storia narra della scomparsa del sindaco della città su cui indaga un sostituto procuratore, ma soprattutto parla della crisi della generazione del dopo Liberazione, che si è trovata in un mondo troppo sfrenato ed ormai senza limiti.
La montagna, mi piace e mi alletta, eppure ho letto più libri gialli che di montagna… che strano?! ma stasera quello che mi ha colpito è stata soprattutto la passione di un uomo per i suoi monti. Mi ha confortato. Perché anche io vivo all’ombra della montagna pur immerso nella vita di tutti i giorni e qui posso sempre trovare l’ultimo porto sicuro della mia vita.
Domani sera, sabato 16 luglio, il festival letterario va avanti con Se la fortuna è nostra di Aurelio Picca (ore 21, atrio di Palazzo Pancrazi).