Ottenere al più presto il recupero degli stipendi non pagati e la cassa integrazione straordinaria per i 65 lavoratori della Cavani Comoter srl di Piano di Coreglia, l’azienda in profonda crisi da mesi.
Questi gli obiettivi della CISL impegnata oggi in due incontri, tenutisi a Castelnuovo ed a Fornaci (nella foto di Borghesi), con i lavoratori dell’azienda.
In generale si tratta di recuperare 5 mensilità che ancora non sono state pagate tra il 2010 ed i 2011, qualcosa come 6 mila euro per ogni lavoratore.
Ieri sono stati raccolti documenti ed incartamenti dei lavoratori così da poter poi attestare al tribunale, alla sua riapertura dopo le ferie estive, i soldi che ancora spettano agli operai.
Ad incontrare i lavoratori Vincenzo Cinquini, referente di zona della CISL e Stefano Viviani segretario del sindacato dei lavoratori edili della CISL.
“Oltre al recupero delle mensilità ci deve essere – dice Viviani – il massimo impegno per avviare quanto prima la procedura di cassa integrazione straordinaria che se concessa garantirebbe almeno un minimo di salario dato dall’INPS. Con la concessione della CIS dovrà essere subito richiesto per ovviare ai lunghi tempi burocratici, utilizzando al proposito gli strumenti esistenti, l’anticipo di 3 mensilità alla Provincia di Lucca per non lasciare i lavoratori senza un soldo..
Tutto questo in attesta degli sviluppi della crisi della Cavani che lavoratori e sindacati sperano possa sfociare in una procedura di concordato anziché nel fallimento perché a quel punto sarebbe quasi impossibile poter recuperare tutti i soldi.
“La cosa più importante in realtà – come spiega Cinquini – è che questa attività rimanga ad operare in questa Valle dove la situazione è sempre più fosca”. Ecco secondo lui che cosa è necessario fare:
Di fronte a questi scenari, di fronte alle facce dei lavoratori preoccupati della Cavani che abbiamo incontrato – e che, se avranno fortuna, nei prossimi mesi potranno contare solo su 800 euro per andare avanti con una famiglia a carico – ci sembra di vivere lo stesso dramma del marinaio sulla nave che inesorabilmente affonda. Se non troviamo al più presto la scialuppa di salvataggio su cui salire, rischiamo di fare una brutta fine. Non solo chi sta perdendo il lavoro, ma l’intera vallata.