Nel 1992 a San Pietroburgo, nella fortezza dei Santi Pietro e Paolo, prima costruzione della futura città, è stata inaugurata una statua di bronzo che rappresenta ed è dedicata allo Zar Pietro “Il Grande” caratterizzata da una evidente sproporzione fra il corpo, troppo grande, e la testa (normale, ma che sembra troppo piccola in questo contesto). Questa “sproporzione” , voluta e cercata dall’artista, vuole raffigurare come dalla mente “normale” di un uomo sia nato un progetto tanto grande come San Pietroburgo, raffigurata come il corpo dello stesso.
La città, fondata nel 1703, è infatti la trasposizione in marmo, pietra e canali dell’idea di capitale di Pietro I che la seppe vedere e creare in una palude nebbiosa, facendosi aiutare nella realizzazione da architetti ed artisti provenienti da tutta Europa e soprattutto dall’Italia.
La prima visione della città che si è offerta dall’aereo al gruppo di Barga guidato da don Stefano è il caleidoscopio di colori delle case e dei palazzi recentemente restaurati ed è proprio dai colori che si può provare a fare una sintesi di questo viaggio, non riassumibile altrimenti in poche righe.
Iniziamo quindi dai colori pastello delle ville degli zar e degli altri edifici di San Pietroburgo : il verde pisello chiaro del palazzo dell’ Ermitage, già residenza invernale di Caterina II e ora uno dei maggiori musei del mondo; il giallo intenso della fortezza dei Santi Pietro e Paolo; il giallo oro della residenza estiva di Peterhof di Pietro il Grande e il verde del suo parco che si riflettono nelle fontane e nei giochi d’acqua che portano fino al Golfo di Finlandia, azzurro cenerino; il celeste intenso della residenza estiva Zarskoje Selò di Caterina; la inusuale policromia della Chiesa della Resurrezione; il violetto dei tetti di alcune case…
E poi l’oro delle chiese ortodosse, che quasi stordisce nella sua intensità: oro nei tetti, negli arredi e, soprattutto, nelle splendide icone che formano il muro divisorio e isolano la parte più sacra dell’edificio (iconostasi).
Il verde della campagna russa che, fra San Pietroburgo e Mosca, è interrotto solo da piccoli villaggi con casette di legno (isbe) che sembrano usciti dalle pagine dei grandi scrittori russi dell’ottocento.
Il rosso e il bianco dello splendido Cremlino (che in russo significa fortezza, castello) e della Cattedrale dei San Basilio a Mosca, recentemente riconsacrata e riconsegnata al culto dei fedeli ortodossi.
Il bianco delle due chiese cattoliche che abbiamo visitato e in cui abbiamo preso parte alla Santa Messa: un bianco che diventa quasi trasparente nelle parole sussurrate da una suora rumena che, in un italiano con un leggero accento francese,
ci parla brevemente della situazione un tempo molto difficile, ma ad oggi ancora non facile, dei cattolici in Russia. Molto estesa è la confessione ortodossa in Russia, ma veramente significativa anche la piccolissima realtà cattolica presente a Mosca e a San Pietroburgo.
Article by Luana Bernardi.