La questione “murales” alla fine è stata affrontata anche in giunta comunale, facendo arrivare il sindaco Marco Bonini alla conclusione “di valutare alcuni luoghi che potrebbero ospitare questo tipo di opere, senza causare problemi e danni”. L’Amministrazione comunale sta infatti “cercando di individuare degli spazi sul territorio comunale da mettere a disposizione della creatività artistica di tutti, di quanti sentono il bisogno di esprimersi in questo modo”.
Saggia decisione, e probabilmente efficace, dato che un positivo esempio in un analogo problema ci viene dal vicino comune di Coreglia.
Anche qui, infatti, atti vandalici a base di spray e scritte erano frequenti, e per arginare il problema l’amministrazione coreglina ha pensato bene di coinvolgere i ragazzi in un progetto finanziato dal comune che permettesse il libero sfogo della creatività in modo controllato e costruttivo.
E dato che un graffito per risultare gradevole deve essere fatto da una mano esperta, ai ragazzi della scuola Media Ungaretti di Ghivizzano, scelti per il progetto, sono stati affiancati alcuni colleghi più esperti dell’Istituto turistico “Pertini” di Lucca.
Il primo risultato – altri ne seguiranno – è stato un bellissimo murales realizzato nella zona artigianale di Piano di Coreglia e quello che forse colpisce di più, in tutto il tripudio di colori e forme tipiche del graffiti writing, è lo stemma del comune che troneggia perfettamente integrato nel fiume di immagini pop.
“L’idea – spiegava il consigliere Reali al momento della presentazione, nel 2010 – nasce con 3 obiettivi: recuperare il patrimonio del Comune interessato da atti di vandalismo, coinvolgere i ragazzi nel miglioramento e nella cura della cosa pubblica, fare in modo che si crei fra i giovani delle scuole un’idea di partecipazione personale alla vita pubblica del Comune, perché è oltremodo importante far vedere che il Comune sta vicino ai cittadini, contribuendo alla formazione dei ragazzi”.
L’idea, portata avanti dall’amministrazione comunale con il consigliere Stefano Reali, delegato alle politiche sociali, ha già avuto i primi effetti di ritorno, con, come ci conferma lo stesso Reali, il rispetto del “patto” fatto tra amministrazione e ragazzi: le scritte a vanvera che infestavano il comune sono infatti quasi del tutto scomparse, ed anzi, pare che gli stessi adolescenti “difendano” costruzioni e arredi pubblici per non perdere la possibilità di continuare ad avere spazi dal comune per realizzare nuovi murales.
Anche perché, spiega Reali, è bastato essere chiari con i ragazzi coinvolti nel progetto: arte o non arte, attività del genere sono illegali; il codice penale prevede infatti multe a chi deturpa o imbratta cose altrui e addirittura la reclusione per azioni contro beni immobili o su mezzi di trasporto, pene che si inaspriscono se gli atti sono commessi su cose di interesse storico o artistico.
Meglio quindi collaborare e indirizzare tutte queste energie creative verso un fine comune, che può da un lato “educare” i ragazzi e dall’altro abbellire gli spazi.
Coreglia è soddisfatta di questo sodalizio, e molte altri centri italiani hanno già percorso questa strada: Bari, Domodossola, Nuoro, Terni, Viterbo sono solo alcune città che hanno messo a disposizione dei writers aree degradate o comunque grigie per sviluppare una pacifica convivenza.
Anche per Barga, dunque, questa potrebbe essere la soluzione per convincere i graffitari a dirottare il proprio lavoro in luoghi adatti senza più rischiare le ire dell’opinione pubblica o, peggio ancora, sanzioni penali.
spero di non vedere oscenità simili a barga