Prosegue la spedizione patrocinata dal Cai Garfagnana in Bhutan . “Il nostro cammino procede nel migliore dei modi, morale altissimo, tanto da contenere anche la fatica di camminare a queste quote. L’affiatamento del gruppo è eccellente, come se la montagna ci rendesse più uniti ad ogni sforzo che ci richiede per superarla”.
Scrive così Danilo Musetti in uno dei suoi post che pubblica nel blog dedicato all’evento, quando può la sera davanti al fuoco del bivacco prima di dormire. “Non possiamo nascondere di essere un po’ stanchi alla fine di ogni giornata, ma le emozioni che si provano respirando l’aria di queste imponenti montagne e l’adrenalina che deriva dal solo pensiero della giornata che ci attenderà, valgono più di qualunque riposo. A questo punto del viaggio dobbiamo dire che il momento serale, quando mangiamo assieme nella tenda comune, ha assunto un valore molto forte, è il momento in cui sentiamo quanto questa esperienza sta unendo il gruppo. Ci piacerebbe potervi far provare queste sensazioni…”. Ci provano mandandoci le belle foto che trovate qua sotto.
Naturalmente la spedizione non è fatta soltanto dalle persone che stanno percorrendo quei sentieri lontani, ma anche da coloro che sono rimasti a casa ad aspettarli e che ogni giorno seguono il blog sostenendoli ed incoraggiandoli. Sono già quasi 7000 e tra loro c’è Monica, la moglie del capo spedizione Danilo. Scrive: “Per me il distacco è uno strappo fortissimo. Ho conosciuto mio marito che era un viaggiatore, l’ho amato in giro per il mondo e in giro per il mondo insieme abbiamo capito di essere fatti per stare assieme. Mi ha chiesto di sposarlo in Nepal, a 5.545 mt. di fronte al monte Everest. Aspetto che nostra figlia cresca per tornare a viaggiare con lui, nel frattempo vivo i suoi viaggi con molto orgoglio, con passione e senza apprensione perchè conosco le sue capacità. Viaggio assieme a lui con il pensiero sapendo cosa prova camminando nel mondo, alla ricerca della “luce migliore”. Lui con la sua telecamera e il tanto amato e odiato cavalletto che gli spezza le spalle, ma senza il quale non concepisce di partire… viaggiare, conoscere, guardare… è la sua passione e amo vedere nei suoi occhi la luce di gioia che c’è quando lo fa”.
Ma riprendiamo da dove li avevamo lasciati. Nel decimo giorno di viaggio, venerdì 14,dopo, oltre sette ore di cammino, hanno raggiunto il campo di Robluthang, sopra i 4000 metri e il giorno dopo hanno affrontato il primo passo che supera la quota dei 5000. A rallentare il viaggio è arrivata la pioggia che è durata ininterrottamente per 3 giorni. Domenica 16, dopo un giorno passato “tra cedri e abeti, torrenti e piccole carovane di yak” sono giunti nel villaggio di Laya e qui lunedì scorso il gruppo si è diviso. “Mentre i nostri sei amici si stanno avviando a sud, tornando verso Paro, lungo la valle, per noi si spalanca la via del nord. Verso le vette innevate”. Ora inizia la parte più impegnativa dell’itinerario: la vegetazione si fa molto più rada, e i boschi cedono il passo a semplici cespugli di rododendro. Stanno per entrare nella Valle di Lunana abbiamo inoltre già incontrato una discreta nevicata. “Qui il freddo si fa veramente sentire, e senza una adeguata attrezzatura e preparazione non sarebbe possibile proseguire. La situazione del nostro gruppo, a dispetto delle condizioni avverse, è tranquilla e tutto sta procedendo per il meglio. Grazie ai materiali in dotazione, e alla preparazione di questa estate, siamo in grado di poter godere appieno e in sicurezza di questi luoghi, e anche delle forti nevicate che rendono il paesaggio ancor più maestoso”.