Inauguriamo con questa prima puntata di un diario di viaggio in Marocco, una rubrica dedicata ai viaggiatori ed a coloro che sono alla ricerca di notizie sul campo circa mete insolite e solite. A tutti coloro che vogliono mettere a disposizione la propria esperienza per dare agli altri un po’ di consigli utili; a chi vuole viaggiare con la mente e magari non solo con quella; a tutti coloro che si sono innamorati di un posto e vogliono dichiarare (e magari coinvolgerre in questo gli altri) il loro amore.
Se anche voi volete essere gli autori di un racconto di viaggio non esitate a scriverci (office@barganews.com). Vi forniremo tutte le informazioni necessarie per inviarci i vostri scritti, ma anche immagini (soprattutto quelle) e video.
This is the first in a series of articles about a recent trip to Morocco. We are intending to publish more in this series, not just from Morocco but from also from other places around the globe. If any of our readers wish to add their stories and images from their travels then please contact us at (office@barganews.com) and we will supply you with all the information necessary for you to publish on this site.
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Fès (prima puntata)
Mercoledì 12 ottobre. Da un mese stiamo lì a pensare a questo viaggio io e Valeria. Per la prima volta da quando stiamo insieme riusciamo a fare una vacanza come si deve, di quelle che insomma almeno superano i tre giorni, che ti dannoi veramente il tempo di staccare, ma è il fascino e l’attrattiva della località che stiamo raggiungendo che ci hanno tenuto sulle spine da quando abbiamo comperato i biglietti.
Adesso però ci siamo. L’aereo della Ryanair è partito da poco da Pisa. Destinazione Fès, Marocco, un paese che conosco abbastanza bene, ma dove ogni volta è la prima volta. Sono passati dieci anni da quando varcai il confine a Tangeri e non so più che cosa aspettarmi. Sarà cambiato, sarà tutto diverso, sarà ancora come me lo ricordavo o il mio ricordo con gli anni si è “mitizzato” e niente di quello che mi aspetto corrisponde al vero? La gente sarà ancora così magicamente ospitale come era un tempo? Ci saranno i soliti venditori-scocciatori pronti a fare il possibile per fare qualche buon affare alle tue spalle? Saranno ancora i luoghi così splendidi, i suoni, gli odori gli stessi? Ci sarà ancora quel magico relativismo che accompagna tutti i momenti della giornata e della vita?
Per Valeria è diverso, visto che è la prima volta. Per lei comunque vada, ne sono certo, sarà una bella botta di vita; un tuffo in un mondo nuovo e diverso che, infallibile come sempre, lascerà un segno profondo ed indelebile anche nel suo cuore.
Scrivere di viaggi non è come scrivere di cronaca o di politica. E io non sono sicuro di riuscire a farlo nel modo giusto. Il rischio è di elencarvi una serie di notizie inutili e noiose su quello che ho fatto e che non ho fatto, ma di non essere in grado di darvi il succo, il meglio, tutti quei dettagli utili che servono per conoscere meglio un paese, ma soprattutto tutto quello che può servire, me lo auguro, a farvi innamorare di questo luogo.
Ci proverò comunque e se per caso fallirò nell’intento, visto che questo racconto è a puntate, non avrete che da scrivermi e chiedermi di farla finita. Vi accontenterò.
Ore 14,30. Le procedure del visto sono molto più snelle di una volta e tutto è meglio organizzato. In poco tempo usciamo dall’aeroporto di Fès. Noi avevamo ad attenderci Alì, del riad che abbiamo scelto per la notte a Fès, ma in ogni caso esiste l’opzione economica dei bus che vi porteranno a poche centinaia di metri dalla principale porta di accesso della medina con pochi dirham. Se prendete un taxi quasi sicuramente vi toccherà contrattare non poco sul prezzo. 100 dirham se siete veramente in gamba; in seconda istanza 120, se non avete voglia di fare battaglia per un giorno interno, possono bastare.
Ore 15,30. La medina (Fès el-Bali) è come sempre un tuffo nel 1300 con lo stesso stile di vita e lo stesso brulichio di gente, lo stesso tornado di colori e di odori, le stesse emozioni forti e che riportano indietro nei secoli. Qui il tempo non passa mai.
Se avete solo un giorno di tempo a disposizione è questo il posto che non dovete sicuramente perdere anche se di luoghi da vedere qui a Fès ce ne sono tanti altri. Fès el-Bali per certi aspetti (molti) ha mantenuto intatti stili di vita, usanze varie, mestieri che si rifanno a secoli e secoli indietro. Un vero e proprio viaggio nella macchina del tempo, destinazione una specie di Medio Evo, drammaticamente coinvolgente.
Passeggiare per le principali arterie della medina, Talaa Seghira e Talaa Kbira è un’esperienza unica per tutti i vostri sensi (compreso quello dello stare in campana da tutti quelli che vogliono che copriate qualcosa). Come a Marrakech, venditori e procacciatori d’affari non mancano ed a volte sono molto insistenti. Tutti vi vorranno portare su una magnifica “terrace” da cui si vede tutta la Medina o la moschea di Kairaouine (la più bella e la più grande di Fès, che può ospitare fino a ventimila persone in preghiera) o portarvi alla scoperta di qualche founduq (vecchi caravanserragli spesso solo dei ruderi) per mostrarvi come si concia o si lavora la pelle e così via. Sappiate che se lo fate, a meno che poi non decidiate di continuare il giro anche in qualche loro negozio, vi verrà chiesta la mancia.
Venti dirham possono bastare e sono anche troppi, ma spesso ve ne chiederanno con insistenza anche di più. Qualsiasi giro o accompagnatore improvvisato del resto avrà un pezzo. Niente di ché, ma potete sempre rifiutare garbatamente ed andare per la vostra strada. In caso poi decidiate di affidarvi ad una guida sappiate che la stessa è più interessata a portarvi in qualche miracoloso negozio dove si vende la migliore merce di Fès… e poi prendere la commissione sugli acquisti che potreste fare… Il giro turistico insomma, quasi sempre si rivela un giro nei negozi.
Che siete turisti alle prime armi ve lo leggeranno in faccia a centinaia di metri di distanza e metteranno in pratica tutte le tecniche possibili, immaginabili ed inimmaginabili per spillarvi un po’ di soldi. Ma il più delle volte lo faranno con simpatia e senza malanimo e, se prenderete sotto il giusto aspetto tutto questo pensandolo più come un gioco delle parti, può essere quasi divertente.
La città vecchia comunque, salvo rare eccezioni, si può visitare senza bisogno di accompagnatori.
Se utilizzerete come noi una guida Lonely Planet (versione italiana EDT), troverete un bell’itinerario che senza bisogno di utilizzare nessuna guida locale (vera o falsa che sia), vi farà visitare tutto gli angoli principali della vecchia città dove monumenti e scorci caratteristici si sprecano. Il giro è lungo circa 3 km. E ci possono volere da un paio d’ore a tutta la giornata. Dipende da voi.
Se non amate il fai da te e non volete essere disturbati dalle guide improvvisate (fauxe guides), potete sempre cercare di trovare una guida ufficiale, cosa che vi dovrebbe fare evitare anche la classica puntata in qualche negozio. Nel caso di una guida ufficiale potrete anche specificare il “no shopping”, ma in questo caso il prezzo potrebbe (non è detto) salire di altri 50 dirham (a cose normali per un giro di una giornata intera se ne spendono da 250 a 290).
Diciannove e cinquantadue. Il Riad Layalina, prenotato su scelta di Valeria, è davvero una buona scelta anche se la spesa non rientra certamente tra i pernottamenti più economici che si possono trovare a Fès (circa 100 euro in due in mezza pensione).
Comunque sia si spende come in un normale albergo italiano, ma lo charme e l’accoglienza di questo posto sono di gran lunga superiori ad una fascinosa residenza d’epoca italiana. Gestito da Jerome, un parigino che alterna la sua vita (beato lui) tra Parigi e Fès, è ottimamente restaurato e l’ospitalità è davvero ottima.
E’ un classico riad, una antica casa cittadina tradizionale raccolta intorno ad un giardino centrale (qui con tanto di minuscola piscina) dove si affacciano le camere. Stucchi, decori, ceramiche e soffitti in legno dipinti con decorazioni arabe fanno sicuramente parte del fascino di questo posto. Si trova nella parte alta della città vecchia, a due passi da Talaa Kbira.
Prima del ritorno al Riad, dove se vi fermerete per cena vi riempiranno come non mai di prelibatezze (costo 165 dirham a persona, circa 15 euro), abbiamo percorso l’altra arteria, Talaa Seghira che risalendo dalla zona della moschea di Karaouine vi conduce fino alla bella zona intorno a Bab Bou Jeloud, una delle porte di accesso più note della città, dove si trovano anche una serie di bei ristorantini a prezzi interessanti. Troverete qui anche i migliori alberghi economici della città, in una posizione ottimamente strategica.
Presso la porta si ricongiungono le due principali vie della medina e proprio a pochi passi, nella parte iniziale di Talaa Kbira, tra le altre cose troverete una sfilza di macellerie e cielo aperto che espongono galline vive (carne più fresca di così….), teste di cammello e di animali vari. Se siete un po’ impressionabili o deboli di stomaco questo potrebbe non essere il posto giusto per voi.
Questo è solo un piccolo assaggio di tutto quello che vedrete e troverete nei negozi di Fès dove comunque tra le “specialità”, oltre agli articoli in pelle, è un trionfo di ceramica con i classici disegni di colore blu. Buoni affari si fanno in proposito al cosiddetto souq dell’Hennè, dove ora si vendono solo ceramiche. A proposito di merce in vendita… ovunque vi chiederanno di acquistare hashish, in Marocco Kif, che viene prodotto a poca distanza da Fès nei monti del Rif. Nonostante sia vietato usare e spacciare sostanze stupefacenti, non è raro vedere qualcuno per le vie della vecchia Medina fumare Kif con la classica pipa in legno alla quale si collega un fornellino in terracotta.
Secondo giorno
Fès el-Bali è così bella che non ti staccheresti mai. Anche il secondo giorno, prima di prendere valige e carabattole e partire alla scoperta del profondo sud, lo abbiamo trascorso all’interno della vecchia Medina dove il giro si è aperto con una visita alle concerie. Tutti, ma proprio tutti, vi chiederanno continuamente se volete andare alla conceria, ma sappiate (siccome per vedere la vecchia conceria bisogna accedere ad una delle terrazze dove si trovano i negozi di pellame, dove peraltro si trova la merce migliore) che oltre a dover pagare qualche dirham per la vostra guida improvvisata, in caso di eventuale acquisto, e vi assicuro che di roba bella da comprare ce n’è davvero tanta, nel prezzo finale vi verrà calcolata anche la commissione per chi vi ha accompagnato. Meglio quindi arrivarci da soli (se non riuscite a trovarla chiedete informazioni ai commercianti lungo la strada).
Quella che ammirerete dalle terrazze dei negozi è la più vecchia conceria di Fès e risale al 1200. I metodi di lavorazione non sono pressoché cambiati: le pelli arrivano a dorso d’asino (praticamente una versione animata dell’Ape con il quale si trasporta di tutto) e nelle grosse vasche circolari rivestite di ceramica bianca prima si tratta il pellame con prodotti tipo calce, urina di vacca (per il potassio) e escrementi di piccione, uniti alla cenere. Molto più delicati i colori ricavati dall’indaco, lo zafferano e il papavero.
I conciatori si tramandano il lavoro da secoli e sono riuniti in compagnie come nel medioevo. E’ un lavoro duro e poco salubre: tutto il giorno immersi nelle vasche piene di sostanze chimiche.
Inutile dire che la qualità del pellame, oltre a tutta la lavorazione artigianale che dopo il trattamento prosegue anche nella manifattura, è davvero buona e che il prodotto finale è di gran pregio.
Nonostante la mia ormai ripetuta esperienza in Marocco, sono riuscito a comperare della pur bella merce, ma pagandola quello che l’avrei pagata in Italia. Molto di più di quello che in realtà avrei dovuto pagare trovandomi in Marocco, soprattutto ben conoscendo l’arte della contrattazione e del ribasso.
Quindi, contrattare, contrattare e contrattare sempre e se il prezzo per voi è sempre troppo alto provate a ringraziare e ad uscire, quasi sempre il prezzo scenderà ancora. E se non scende? Vuol dire che era quello giusto.
Mi sono dilungato anche troppo a questo punto su due delle costanti di un viaggio in questa nazione: la contrattazione e le continue richieste (non proprio disinteressate) di aiuto per trovare i luoghi da parte dei locali. Non vorrei che vi faceste un’idea negativa in proposito. Qui funziona così e come ho detto prima fa parte delle regole di un gioco. Sta a voi giocarvi o meno e saper prendere il meglio anche da questi aspetti. Dunque il mio lungo accenno a venditori assillanti e false guide turistiche non vi tragga in inganno. Se Fès è bellissima, bellissima è anche la sua gente e troverete anche tanta gentilezza, tanti sorrisi ed un’accoglienza unica.
La nostra visita a Fès si è conclusa con una bella sosta presso i ristorantini ed i bar che si trovano nei presso di Bab Bou Jeloud. Sono tutti molto carini e sono ottimi per osservare il variopinto via vai di somari carichi di ogni genere di cose, mattoni e cemento compresi, e di personaggi di ogni tipo, dal turista più classico al marocchino più tipico.
Vi consiglio di provare Chez Tami che si trova all’ombra di un gelso all’angolo di Rue Serrajine che immette su Talaa Seghira. Personale simpatico, cibo buono e servito caldissimo. Provate il tajine di kefta (polpette piccanti) e per finale, in alternativa al più classico (e buonissimo the alla menta marocchino… un’altra costante di ogni viaggio in Marocco), una rivista versione del caffè alla turca con una spruzzata di cannella.
Il secondo giorno in Marocco è proseguito con una puntata a Moulay Idriss, una delle città sante del Marocco, pittoresca come poche, tutta imbiancata a calce e adagiata in una valle tra montagne verdeggianti.
Moulay Idriss è il santo più venerato del Marocco e la sua tomba si trova nel cuore della città. All’ingresso del mausoleo troverete una sbarra che vieta l’accesso ai non musulmani, ma vedere il via vai di devoti in preghiera è comunque interessante ed altrettanto interessante è il panorama dall’alto della cittadina. In questo caso l’utilizzo di una guida del posto è assai indicato anche perché il dedalo delle viuzze che conduce a tre terrazze panoramiche è abbastanza complesso. Con venti, trenta dirham si può quindi ammirare un paesaggio notevole, che merita insomma la spesa. Il tutto però, dopo essersi ripresi dalla ripida ascesa nelle strette stradine.
Siamo in fondo alla nostra puntata nel nord del Marocco . Il pernottamento è ad Azrou, una tranquilla cittadina berbera, sede di un importante souq settimanale (il martedì), immersa nel cuore della regione del Medio Atlante in uno scenario di straordinaria bellezza. Da qui si attraversa l’atlante e si arriva dopo circa 300 km nel pittoresco sud; destinazione deserto.
Morocco, officially the Kingdom of Morocco is a country located in North Africa. It has a population of more than 32 million and an area of 710,850 km², and also primarily administers the disputed region of the Western Sahara. It is part of the Maghreb region, in addition to Tunisia, Algeria, Mauritania, and Libya, with which it shares cultural, historical and linguistic ties.
Morocco is a constitutional monarchy with an elected parliament. The King of Morocco holds vast executive powers, including the possibility of dissolving the parliament. Executive power is exercised by the government but more importantly by the king himself. Legislative power is vested in both the government and the two chambers of parliament, the Assembly of Representatives and the Assembly of Councillors. The king can also issue decrees called dahirs which have the force of law. Parliamentary elections were held in Morocco on 7 September 2007, and were considered by some neutral observers to be mostly free and fair; although voter turnout was estimated to be 37%, the lowest in decades. The political capital is Rabat, and the largest city is Casablanca; other large cities include Marrakesh, Tetouan, Tangier, Salé, Fes, Agadir, Meknes and Oujda.
Most Moroccans speak at least one of the two languages Berber and Moroccan Arabic as a mother tongue. Both languages have regional dialects and accents.
In the wake of the Arab Spring in 2011, several civilian protests took place demanding greater political freedom, and civil rights.
Pernottamenti
Riad Layalina guest house – 10 Derb El Miter Ain Azliten Talaa Kbira, Fès el-Bali– www.riad-layalina.com – info@riad-layalina.com). Prezzo 70 euro il pernottamento e 15 euro a persona per la mezza pensione.
Hotel Salam – salame_hotel@yahoo.fr – Place Moulay Hachem ben Salah, Azrou – Prezzo 120 dirham la doppia.
Pasti
Riad Layalina – guest house – 10 Derb El Miter Ain Azliten Talaa Kbira, Fès el-Bali– www.riad-layalina.com – info@riad-layalina.com) – una cena da tre portate squisita che avrebbe sfamato cinque persone in un amviente da favola.
Chez Tami – Rue Serrajine, Fès el-Bali – prezzo circa 70 dirham le portate principali.
Hotel des Cedres – Place Mohammed V, Azrou – una sala da pranzo che ti riporta all’occupazione coloniale francese, in puro stile anni 20 – portate principali da 50 Dirham.
httpv://www.youtube.com/watch?v=043jw_QI4vQ