Giunge a termine la spedizione di Danilo Musetti in Bhutan. Il 25 ottobre il suo gruppo ha raggiunto il punto più alto del percorso: quota 5486. “Non vi nascondiamo- ha scritto sul suo blog Musetti- che l’impegno fisico e mentale è veramente molto, le quote raggiunte oggi esigono da ognuno di noi il massimo della concentrazione. Sinceramente, non riusciamo a descrivere con le parole l’immensità dello spettacolo dei ghiacciai che si immergono in laghi dai riflessi verdi e azzurri, il bianco che avvolge la roccia nuda o l’aria frizzante e rarefatta che respiriamo. Per questo, spero che al nostro ritorno possano parlare le foto e i documenti video che con notevole fatica, ma anche con immenso piacere e passione, stiamo realizzando”. Intanto, sono riusciti a mandarci altri scatti che vi mostriamo in questa galleria.
“Ogni immagine- spiega Musetti- che vedete è per noi un ricordo multisensoriale. Suoni, odori, rumori che convergono, ci proiettano con la mente in quei luoghi lontani facendoci sussultare per le stesse emozioni che abbiamo provato durante lo Snowman trekking. Potremmo scrivere per ore delle migliaia di sensazioni che ci affollano la mente, ma in ultima analisi il nodo chiave è sempre lo stesso: lo Snowman trekking ti cambia, ti matura, ti avvicina a te stesso, ai tuoi limiti e cementa il rapporto con i compagni. Rivedendo le immagini dei primi giorni ci sono sembrate come ricordi lontani, come se gli oltre venti giorni sui sentieri dello Snowman trekking ci avessero portati lontano nello spazio e anche nel tempo. Sono stati giorni vissuti talmente intensamente che noi stessi ci osserviamo attraverso le prime foto con occhi molto differenti, quasi fossimo cresciuti e osservassimo compiaciuti le fotografie della nostra infanzia”.
Il 28 è iniziata la discesa sino a quota 4729. “Scendendo verso la foresta- racconta- il cielo ha cominciato ad aprirsi, fino a lasciar passare il sole nelle prime ore del pomeriggio. Ammirando la luce filtrare tra gli alberi della fitta foresta di rododendri siamo arrivati al fiume”. Il giorno dopo hanno raggiunto l’ultimo passo montano a quota 4710: da lì in poi è iniziata la discesa verso il ritorno. “L’avventura vera- come ha scritto Massimo Ziino- finisce qui”.
“Siamo scesi- ricorda Musetti- velocemente, parlando poco, ascoltando le mille voci dentro di noi che ci ricordavano ogni singolo metro percorso con fatica tra queste montagne. Vedere il villaggio è stato il segno inequivocabile della fine della nostra avventura. Abbiamo finito, siamo arrivati, abbiamo concluso uno dei più impegnativi trekking al mondo e possiamo dire che è stata una esperienza fantastica”.