Per prevenire i rischi di incendio, lo Stato di New York ha reso obbligatoria la vendita di sigarette autoestinguenti, prodotte con carta speciale: se non aspirate si spengono. Negli Stati Uniti – affermano dagli Usa – muoiono circa 900 persone per incendi accidentali dovuti a sigarette accese che quasi irrimediabilmente provocano incendi durante il sonno di persone lese da effetti variegati (come alcol, droga, stanchezza) derivanti da molteplici situazioni. I problemi in tal senso anche in Europa si sono moltiplicati negli anni e gli Stati Uniti hanno pensato ‘bene’ di creare qualcosa, come le sigarette che si spengono se non si aspirano.
La prima tranche del 2000 sul fronte delle sigarette ‘autospegnibili’ si sta facendo leva contro un mondo già di suo inquinato, un tour de force intenso e prolungato come un ‘braccio di ferro’ dove non si sa mai chi vincerà. Mentre i cittadini di mezza Europa, indignati, scendono in piazza, le istituzioni comunitarie si preparano ad affrontare il futuro con profonde riforme, “riforme strutturali”, dicono ‘gli indignati’ in tutti i sensi, la gente comune si pone il problema anche della riaccensione delle sigarette, una sigaretta riaccesa fa 100 volte, se non di più, male di una accesa o del fumo passivo di una sigaretta accesa accanto e non fumata! Per quanto attiene la struttura della sigaretta ebbene sì, l’Unione Europea ha affrontato con coraggio il difficile tema del meccanismo di combustione delle sigarette ed al fine di limitare possibili incendi ha imposto ai produttori di fabbricare, dal 17 novembre prossimo, soltanto sigarette cosiddette autoestinguenti, ovvero con una bassa propensione alla combustione. I produttori si sono adeguati e già da tempo hanno avviato la nuova produzione, in parte già presente nelle nostre rivendite. Dal primo di novembre sono distribuite solo sigarette a bassa propensione alla combustione (accensione), cosiddette LIP, dal corrispondente acronimo in inglese (Low Inition propensity) Vedremo fra qualche anno, ingannevoli statistiche alla mano, gli effetti di questa riforma sui casi di incendi attribuiti o attribuibili a sigarette mal spente. “Vedremo però sin da subito – affermano i tabaccai – gli effetti sui nostri clienti che auspichiamo, come ci viene da più parti garantito, non noteranno differenza alcuna”. Ribadendo che ‘Fumare fa male alla salute’ non tutti sanno che accendere una sigaretta significa anche immettere nell’ambiente oltre 4000 sostanze chimiche ad azione irritante, nociva, tossica, mutagena e cancerogena. Una parte di esse viene catturata dal filtro e va a contaminare la cosiddetta “cicca”, dove si concentrano nicotina, benzene, gas tossici, composti radioattivi e acetato di cellulosa. Per questo, dal Parlamento arriva una proposta di legge per istituire la raccolta differenziata dei mozziconi in speciali contenitori. Un recente studio Enea – Ausl di Bologna ha messo in luce il carico inquinante delle cicche di sigaretta sul territorio italiano, basandosi sul numero di fumatori (13 milioni), sul numero medio di sigarette fumate da ogni fumatore (15 al giorno), sui quantitativi di alcuni agenti chimici presenti in ogni cicca e sul numero complessivo di cicche immesse nell’ambiente ogni anno (72 miliardi di cicche ogni anno). I filtri di una sigaretta impiegano oltre un anno per diventare biodegradabile e i tredici milioni di fumatori italiani hanno l’abitudine di disperderli dove capita, senza alcuna precauzione o attenzione. Sette fumatori su dieci gettano i loro mozziconi accesi dal finestrino dell’auto, causando spesso incendi con danni a cose o persone
Ma se le sigarette autoestinguenti sono obbligatorie nello Stato di New York e, a seguito delle ricerche menzionate, lo sono anche in Canada dall’ottobre 2005 e rimarcando il fatto che si tratta di un problema che riguarda l’intera Europa e in parte tutto il mondo, e la Commissione Europea è disposta ad intervenire con iniziative simili a quelle adottate nel Canada e nello Stato di New York cosa resterà di canzoni come fumo negli occhi? O smoke on the wather? Solo frammenti in pulviscolo di una realtà ‘quasi’ invisibile.