2012: tra pochi mesi Edoardo Micchi taglierà il traguardo dei 40 anni, e lo taglierà con la maglia da calciatore indosso. Di che colore sarà? Gialloblu, senza dubbio. In un’epoca in cui i valori veri e umani sembrano essere spariti, e il calcio non ne fa eccezione, la parabola di Micchi, garfagnino d.o.c. capitano e attaccante del Real Castelnuovo sembra fatta appositamente per tramandarla ai posteri. La carriera della punta gialloblu è di quelle importanti e non ha ancora conosciuto la parola fine: 21 stagioni in campo, 6 campionati vinti (1 volta la C2, 2 volte la D, 1 volta la Promozione, 2 volte la Prima Categoria), e una sola retrocessione (lo scorso anno col Real), 9 maglie diverse indossate, 256 gol realizzati in carriera. I numeri con la società del proprio paese sono ancora più significativi: 10 stagioni (la 10° è quella in corso), 282 presenze (aggiornate al 15 gennaio), 135 gol segnati…
Tuttavia la parola “fine” è ancora lontana, ci sono ancora traguardi da tagliare, vincere il 7° campionato in carriera (il 3° in gialloblu), arrivare alle 300 presenze in maglia gialloblu e segnare altre 12 reti per superare il record dei 146 gol del mitico Bertolani con il Castelnuovo.
Alla soglia dei 40 anni, per Micchi gli stimoli non mancano certamente… “Alla mia età, ma non solo, è necessario avere grande passione ed entusiasmo pr venire al campo tutti i giorni e fare sacrifici. Naturalmente non devono mancare gli stimoli e le motivazioni, ma personalmente indossare la maglia della squadra della mia città è di per sé una grossa motivazione”.
Dando uno sguardo al presente, il Castelnuovo è in piena lotta per tornare in Eccellenza: ti aspettavi di trovare la squadra in questa posizione di classifica? “Ad inizio stagione nessuno di noi poteva immaginare di ritrovarci in questa posizione a metà stagione. La nostra crescita è avvenuta gradualmente e, strada facendo, abbiamo preso coscienza dei nostri mezzi. Siamo una squadra formata da tanti giovani, un po’ perché lo impone il regolamento un po’ perché è filosofia della società quella di puntare sui ragazzi usciti dal settore giovanile: partita dopo partita, i nostri giovani sono divenuti il valore aggiunto del Real Castelnuovo, stanno facendo la differenza”.
Hai iniziato a giocare nei dilettanti nel 1990, terminerai la tua carriera nei dilettanti: cosa è cambiato da allora? “Ho iniziato a giocare 21 anni fa, un’altra epoca sicuramente. Allora per i giovani era molto dura perché non esistevano le regole che ne impongono l’impiego in campo. Oggi un giovane è avvantaggiato, però deve essere serio e bravo a sfruttare questa chanche, c’è chi la sfrutta e chi magari dorme sugli allori”.
Sono cambiate tante cose anche a livello economico nel calcio dilettantistico… “La situazione economica è decisamente mutata, soprattutto negli ultimi tempi. Ci sono molte possibilità economiche in meno per le società, meno sponsor, meno contributi. A Castelnuovo la società è gestita da un gruppo di persone che sta svolgendo un lavoro encomiabile e sta facendo sacrifici, tutti uniti a dare il 100% per il Castelnuovo come fosse una società professionistica”.
Micchi spende parole di elogio e stima per una società nata da poco tempo ma che sta dimostrando serietà e competenza: “A ,mio avviso ci sono già le basi di una società duratura perché il punto di partenza è la serietà, portare avanti gli impegni presi. Per questa ragione i calciatori vengono sempre volentieri a Castelnuovo, qua si respira aria di calcio e di storia calcistica”.
Alla soglia dei 40 anni, come vedi il tuo futuro calcistico? Pensi che ripercorrerai le orme del tuo ex compagno ed attuale allenatore Pacifico Fanani? “Nel mio futuro c’è sicuramente la panchina, almeno quando smetterò di giocare. Mi auguro comunque che sia il più tardi possibile perché oggi sto bene e ho ancora voglia di scendere in campo”.
Possiamo scrivere che il prossimo anno indosserai ancora la maglia del Castelnuovo? “Se dipenderà dalla mia volontà sicuramente, vorrei terminare la mia carriera nel Castelnuovo e, magari, iniziare ad allenare qua. Adesso non mi vedo con nessun altra maglia”.
Eppure le offerte, negli ultimi anni, non sono mancate per un attaccante dal gol facile come te… “Tre anni fa ero reduce da una buona stagione in Serie C2, con la Carrarese, dove segnai 9 gol. Se ho preso la decisione di scendere nei dilettanti l’ho fatto per una scelta di vita, per chiudere la mia carriera a casa”.
Facciamo un tuffo nel passato: quali sono i ricordi più belli della tua lunga carriera sportiva? “Fortunatamente i ricordi belli superano quelli brutti. Ho vinto sei campionati e ho conosciuto la delusione della retrocessione soltanto lo scorso anno, in Eccellenza. Un ricordo indelebile sarà sicuramente la partita del ritorno a Castelnuovo nella stagione 2005/2006. La squadra si trovava in una situazione di classifica difficile e ospitavamo al Nardini una squadra blasonata come l’Ancona. Nel finale di gara segnai un gol che valse la vittoria e la svolta della stagione che portò la squadra ad un passo dai play-off”.
Qual è stata l’esperienza più brutta? “Sicuramente il fallimento, o meglio la mancata iscrizione il 30 giugno 2008, è un ricordo che non digerisco facilmente. E’ stata una grossa amarezza, purtroppo con la fine della gestione Marchini, c’erano molte difficoltà e, quell’anno, ci eravamo accorti che molte cose non tornavano. Probabilmente, se la proprietà di allora avesse almeno iscritto la squadra, avrebbe poi trovato qualcuno disposto a rilevare la società e a salvarla. Sono, come tanti altri, comunque felice di avere vissuto questa vera e propria favola”.
Hai vestito molte maglie nella tua carriera, incontrato molti calciatori, sia da compagno che da avversario: chi ti ricordi più volentieri? “Sicuramente ho conosciuto tanti calciatori. Se posso fare un nome per tutti, ricordo Massimiliano Allegri, mio compagno nell’Aglianese ed oggi allenatore campione d’Italia in carica. Ricordo che venimmo a giocare a Castelnuovo e segnai il gol del momentaneo pareggio (poi finì 3-1 per i gialloblu) su assist di Allegri. Ricordo anche di avere affrontato un campione del mondo come Barzagli ai tempi della Rondinella e di avergli segnato 2 gol. In quegli anni accadeva tutte le domeniche di vedere scendere sul prato del Nardini i big del calcio, basta pensare a Paolo Di Canio quando giocava nella Cisco Roma, Mirco Diamanti, Maccarone, Grosso, per fare solo pochi nomi. Poi ci sono stati Pulzetti e Laner che hanno spiccato il volo proprio da Castelnuovo, arrivando alla Serie A”.