Okpere (nome di fantasia) ha lasciato la Nigeria, sua terra nativa, nel 2008 e, passando per la Libia, si è imbarcato – come migliaia di altri migranti – per raggiungere Lampedusa.
Li chiamano viaggi della speranza e sono costati la vita di centinaia e centinaia di persone, immigrati clandestini che cercano di sfuggire alla povertà dell’Africa provando a raggiungere L’Europa, una sorta di terra promessa.
Okpere, come altri, ha vagato per l’Italia, e adesso lo si può incontrare nella zona di Barga, anche in questi giorni di gelo, in mezzo alla neve.
Potevano esserci molte occasioni per lui, ma come spesso accade, al presente per lui non c’è più né la possibilità di tornare in patria né di proseguire nel suo viaggio alla ricerca di una vita migliore.
Gli era stato detto che una volta arrivato qua sarebbe stato in grado di proseguire verso il nord Europa, in Norvegia, dove si trovano alcuni suoi concittadini; invece ha trovato un’Italia gravata dalla crisi economica e senza possibilità di lavoro, con la situazione complicata dal fatto la mancanza di documenti lo bolla come immigrato clandestino.
Anche se in Nigeria lavorava come saldatore adesso è costretto a vendere piccoli oggetti o a mendicare per sopravvivere: con le temperature sotto zero di questi giorni Okpere era comunque in giro chiedendo qualche moneta o un po’ di cibo in giro per Barga.
Lo spirito – o meglio, la necessità – di sopravvivenza lo ha portato a elaborare una sorta di piano settimanale per trovare un po’ più di gente, qui nella Valle, sfruttando i giorni di mercato. Il sabato allora arriva a Barga, mentre il lunedì tenta la fortuna a Borgo a Mozzano, il martedì a Bagni di Lucca, il mercoledì a Gallicano, il giovedì a Castelnuovo, il venerdì a Piazza al Serchio.
Ma ogni settimana che passa, la sua autostima – e il suo umore – si deprimono sempre di più e sta cominciando a pensare se il prezzo che sta pagando per cercare una nuova vita non sia troppo elevato.
Che possibilità avrà, anche se il freddo passasse, di realizzare il suo sogno?