E’ stato un momento importante ed alto nella vita culturale e non solo della nostra comunità la commemorazione del Centenario Pascoliano, dei cento anni della morte di Giovanni Pascoli, avvenuta stamani presso il teatro dei Differenti con la partecipazione di tante autorità, a cominciare dal sottosegretario ai beni culturali, Roberto Cecchi che ha sostituito il Ministro Ornaghi tenuto a Roma da consiglio dei ministri. Con lui nel settecentesco teatro di Barga tanti altri parlamentari; a fare gli onori di casa il senatore Marcucci, ma è venuta a Barga anche la senatrice Maria Pia Garavaglia, insieme ai parlamentari della nostra Valle.
C’erano i rappresentanti di tutte le istituzioni locali e non solo con in testa l’assessore regionale Cristina Scaletti ed il presidente della Provincia, Stefano Baccelli, tra i relatori della commemorazione. C’erano i pronipoti di Pascoli in platea e sul palco due tra i principali studiosi pascoliani, il prof. Giuseppe Nava ed il prof. Umberto Sereni.
C’era Arturo Lattanzi, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, senza i cui aiuti economici il centenario pascoliano non sarebbe quello che è e c’erano naturalmente il sindaco di Barga, Marco Bonini ed il presidente della Fondazione Pascoli, Alessandro Adami che in questi mesi hanno lavorato sodo per mettere insieme queste celebrazioni e tante altre che verranno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
C’era anche il direttore responsabile del giornale La Nazione, Mauro Tedeschini. In occasione del Centenario, La Nazione proprio oggi ha proposto per i suoi lettori la ristampa, davvero iniziativa gradita ed importante per far conoscere la poesia pascoliana, dei “Canti di Castelvecchio”
Ma torniamo alla cerimonia. Si è parlato dell’importanza di celebrare il centenario pascoliano, dell’importanza di preservare e promuovere il grande patrimonio culturale legato a Giovanni Pascoli e parlando di casa nostra di un necessario impegno per fare sempre più possibile di Casa Pascoli a Castelvecchio, uno dei luoghi centrali e di riferimento della cultura italiana.
Un patrimonio immenso casa Pascoli, ha detto il sindaco Bonini, perché ci fa tornare vicino a Pascoli e rivivere esattamente quello che vide e visse lui stesso.
Si è parlato degli interventi realizzati per il centenario, dei finanziamenti per il restauro di casa Pascoli e degli interventi per la digitalizzazione dell’archivio pascoliano e ci si è rifatti ai motivi per cui Pascoli scelse Barga e la Valle del Serchio come sua dimora: perché quelle vita semplice della nostra campagna fu vista come via di salvezza per il futuro; perché qui vide e trovò il “bello ed il buono”: “Facciamo sì che come per Pascoli – ha detto il senatore Marcucci – l’Italia dei piccoli centri possa essere oggi come allora motivo di ispirazione e di rilancio per il nostro paese”.
Dell’insegnamento e della via indicataci dal poeta ha parlato anche il sottosegretario Roberto Cecchi secondo il quale: “Attraverso il ricordo di Pascoli prende vita il ricordo in un passato in cui l’Italia ha progettato se stessa. Ha progettato la propria identità morale ed anche istituzionale” (sotto il suo intervento integrale).
La cerimonia barghigiana si era aperta con il corteo partito da Porta Reale ed accompagnato dalla Fanfara della Scuola Marescialli dei Carabinieri di Firenze. Poi la commemorazione che ha visto anche la presentazione ufficiale del disegno e del calco della moneta da due euro coniata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che avrà corso legale a partire dal 23 aprile, mentre nel foyer del teatro si è svolto l’annullo filatelico di un francobollo emesso da Poste Italiane.
A parlare più approfonditamente di Pascoli e della sua “scelta barghigiana” hanno pensato poi gli studiosi Nava e Sereni dei quali sotto proponiamo gli interventi integrali perché ci pare giusto dare più spazio che possiamo a Pascoli ed al suo ricordo in questo giorno. Ci ha colpito come al solito per l’analisi approfondita e centrata della venuta a Barga di Pascoli l’intervento di Sereni, ma ci ha colpito anche un passaggio del prof. Nava: “il centenario della morte di Pascoli provoca in molti di noi un senso di irrealtà. Sembra infatti che da quel lontano 6 aprile 1912 sia passato ben più di un secolo per i profondi cambiamenti avvenuti in questi anni.”
Ha ragione Nava. Sembrano secoli e non solo cento anni. E’ così mutato questo nostro mondo che è come se ripercorressimo mille anni nella storia di questo secolo. Eppure ci auguriamo che l’essenza di questi luoghi non sia stata stravolta dai profondi cambiamenti di questo secolo; che oggi come allora nella nostra terra ci sia ancora tutto quel buono che Pascoli vide arrivando da noi. E che quel buono indicatoci da Pascoli ci permetta così di trovare l’ispirazione (e la via) per guardare a questo futuro, che ci appare così nero, con un po’ più di ottimismo.
httpv://www.youtube.com/watch?v=YilVTulHjkY