Ero poco più che un ragazzo e in modo più o meno cosciente ero arrivato con gli amici a Derry (o Londonderry). Una terra lontana raggiunta durante una vacanza fuori dal tempo. “I can’t believe the news today” era l’attacco della canzone che ci aveva condotti fin lì. Appenna entrati nella Derry cattolica capimmo che il mondo lì era diverso, forse speciale. Tra i murales della città campeggiavano varie scritte. Una diceva “Bloody sunday, the day innocence died”. Quella scritta è affiorata nella mia mente stamani quando, nel bel mezzo di un giorno di vacanza una sbirciatina su Facebook mi ha dato la notizia più assurda che potesse arrivare: una bomba che uccide a scuola.
La scuola, un luogo simbolo in cui ormai si va per abitudine ma che racchiude qualcosa di rivoluzionario: sapere e conoscere aiuta ad essere coscienti di ciò che accade e dei perché di ciò che accade. Questo nonostante tutti i possibili “depistaggi del sistema”. La scuola è il luogo in cui si consacra il nostro senso di civiltà. E’ la conquista dei nostri padri, è l’inderogabile esigenza ed aspirazione di ogni genitore per i propri figli. E’ il luogo in cui i figli sono protetti e crescono culturalmente. E’ il luogo della fiducia. Oggi a scuola è esplosa una bomba. Purtroppo ha ucciso ma questa è solo l’aggravante. Oggi la fiducia è stata tradita, l’innocenza è stata uccisa insieme ad una figlia che poteva essere la figlia di ognuno di noi.
Qualche anno fa un amico disse che mi sarei ricordato per tutta la vita ciò stavo facendo nel momento in cui ho appreso la notizia delle stragi dell’11 settembre. Oggi sono certo che non dimenticherò cosa stavo facendo stamani quando ho appreso la notizia.
Guardo i miei figli e spero che questi due tragici momenti, l’11 settembre e il 19 maggio, abbiamo un significato ben diverso. L’11 settembre ci ha portati a comprendere che il mondo era cambiato anche se fingevamo che non fosse così. Il 19 maggio dovrà essere un giorno di ricossa. E qui mi tornano a mente le parole di un anziano signore incontrato per le strade di Derry: “Quel giorno non hanno ucciso nessuno, quel giorno hanno dato forza alle nostre idee”, ci disse con fare serio.
Ecco cosa vorrei: vorrei che che l’innocenza uccisa oggi non fosse morta invano, vorrei che la vita spezzata oggi servisse a riportare al centro dell’attenzione la scuola, l’infanzia e l’adolescenza e con loro la famiglia, quella famiglia che troppo spesso delega a alla scuola e quella scuola che troppo spesso rimane distante dalla famiglia.
Ci hanno colpiti al cuore ma non ci hanno uccisi: chiunque sia stato, ha dato forza alle nostre idee.