Il check-in è previsto per le 7.45 e con una mezz’ora di anticipo ci rechiamo in aeroporto. I banchi per l’imbarco bagaglio sono già ben presidiati dai nostri compagni di crociera, immancabile qualche discussione per la fila (al solito disordinata e composta da una sorta di imbuto) ma, con calma, tutti riescono a sistemare le valige. Dopo che il decollo viene posticipato per circa un’ora a causa di non meglio precisati “controlli tecnici” riusciamo a partire. L’aereo non è troppo spazioso (voliamo in economica) ma, fortunatamente, ci tocca una fila da due posti vicino al finestrino. La durata del viaggio è prevista in circa 10 ore che, tra un paio di film proiettati sulle tv dell’aereo e qualche puntata di “the walking dead” del mio portatile, scorrono piuttosto bene. Atterriamo alle 15 ora locale a Portaprince in Guadalupa. Già sulla scaletta dell’aereo capiamo il clima che ci attende: è appena passato un violento rovescio di pioggia che porta l’umidità a valori altissimi che uniti, alla temperatura di circa 26 gradi, consentono all’afa di aggredirci in modo violento. Ci attendono diversi addetti Costa che ci indirizzano ad alcuni bus con direzione porto. In prossimità dell’arrivo scorgiamo, in tutta la sua maestosità, la nave: è veramente mostruosa. In pochissimo tempo veniamo accompagnati in cabina dove, nell’attesa di ricevere i bagagli, non ci resta che partire alla scoperta di quella che sarà la nostra casa per diversi giorni. Sul tavolo troviamo di tutto: programma del giorno successivo con orari di arrivo e ripartenza dal porto, escursioni proposte da Costa, cartina della nave, orari degli spettacoli a teatro, attrazioni di ogni tipo, orari dei buffet e dei ristoranti, tutto organizzato con una precisione maniacale, tutto pensato per riempire ogni singolo minuto della giornata dei passeggeri lasciandoli, nel contempo, liberi di organizzarsi da soli le proprie giornate. Un po’ disorientati e decisamente provati dal fuso orario (6 ore indietro rispetto all’Italia), ci rechiamo a cena vogliosi solo si disfare le valige e fare un bel sonno, proposito non possibile a causa dell’esercitazione obbligatoria prevista per le ore 22.30. Riusciamo ad andare a letto poco prima di mezzanotte dopo oltre 26 ore senza dormire.
CARAIBI
Martinica
Nonostante la stanchezza che ci accompagna dalla sera precedente, il fuso orario si fa sentire ed, impietosamente, le 5.30 ci troviamo con gli occhi sbarrati e pronti ad entrare in piena attività. Doccia, disfacimento valige ed alle 7 siamo prontissimi per la prima colazione al ponte 9 dove è allestito un ricco buffet. Come tutte le novità dobbiamo prendere confidenza con la nave, i suoi ritmi, i suoi spazi, i suoi segreti, dobbiamo, in poche parole, imparare a conoscerla. Dobbiamo, inoltre, capire come comportarci nelle varie tappe che faremo “a spasso” per il Mar dei Caraibi. Ci affidiamo al forum su internet di “croceristi” dove, nelle varie stanze, sono scritte le esperienze di chi, prima di noi, ha avuto la fortuna di passare una settimana da sogno. La prima tappa è sull’Isola di Martinica. Solo per questa tappa optiamo per l’escursione organizzata da Costa che, con un ottimo servizio di bus e dopo un viaggio di circa 30 minuti, arriviamo alla spiaggia. La cosa che colpisce subito è la vegetazione rigogliosa, composta principalmente da palme e platani, che cresce a pochissimi metri dalla battigia e che offre un ottimo riparo naturale, molto meglio di qualsiasi ombrellone, dall’implacabile sole caraibico. Sulla spiaggia facciamo un piacevolissimo incontro: una coppia di sposini modenesi che, come noi, hanno scelto questa meta per il viaggio di nozze. Il tempo per le presentazioni e, maschera in mano, ci tuffiamo in mare. La temperatura dell’acqua è imbarazzante e molto simile a quella della vasca di casa, lo spettacolo del fondale decisamente diverso a quello cui siamo abituati. Nel giro di pochi minuti vediamo pesci di diversi tipi, una grande stella marina e due murene nascoste nella sabbia: sono a portata dei nostri piedi e quindi decidiamo di spostarci continuando a nuotare, estasiati, tra queste acque incredibili. Caratteristica del periodo “caraibico” è l’estrema volatilità del tempo, sia inteso in senso meteorologico, sia nel senso della misura dello stesso e, in un batter d’occhio, ci troviamo a dover risalire sul bus che ci ricondurrà alla nave. Facciamo appena in tempo ad accomodarci sui sedili che un acquazzone tropicale si abbatte su di noi con conseguente “fuggi-fuggi” generale. La serata si conclude presto con la stanchezza che si fa sentire, andiamo a letto, St. Marteen ci attende.
ST. MARTEEN
La nave attracca al porto alle 12.30 circa e siamo già pronti, rigorosamente insieme ai nostri nuovi compagni di avventura, a vivere la nostra seconda giornata caraibica. Siamo preparatissimi: sul forum dei crocieristi ci informano che sull’isola, al termine della banchina, ci sono numerosi taxi che possono accompagnarci per un tour generale oppure fare la spola con una spiaggia a scelta. Il primo che incontriamo, appoggiato accanto al bancone del locale ufficio informazioni, ci chiede se abbiamo bisogno di aiuto e gli spieghiamo che siamo alla ricerca di un taxi per Orient Bay, ci chiede 7 dollari americani a testa a viaggio, ci possiamo stare e saliamo. L’auto non si configura, però, come un vero e proprio taxi ed anche il tempo di percorrenza che l’improvvisato taxista ci comunica non collima con quanto spiegato sul forum: 7-8 minuti invece della mezz’ora prevista. Dopo pochi minuti l’auto svolta a sinistra entrando in quello che sembra essere un resort, decisamente non è Orient Bay! Chiedo spiegazioni e mi viene risposto che si è sbagliato, quella spiaggia è gestita da un suo amico e che per andare ad Orient Bay servono 10 dollari a testa per un totale di 40. Vista la situazione non possiamo che accettare e qui inizia un viaggio di circa 30 minuti che resterà nella memoria di tutti noi per molti anni. Tra le strade piene di buche con cantieri ovunque, lo stile di guida non propriamente sobrio del nostro autista che, non contento di procedere a velocità folli si distrae continuamente a causa delle numerose telefonate che riceve, rischiamo di fare un frontale con un’auto che procedeva contromano e di tamponare un’auto ad una rotonda. Il cartello Orient Bay è un vero e proprio miraggio, paghiamo e, sollevati, andiamo in spiaggia. La prima persona che ci accoglie è un nudista dell’adiacente villaggio che, con le mani sui fianchi e rivolto verso il parcheggio, mostra allegramente le “sue grazie” a tutti i passanti. La spiaggia è molto bella ma il vento forte ed il mare mosso non permettono la classica nuotata con la maschera, il pomeriggio passa veloce ed alle 16 prendiamo un taxi, questa volta una donna decisamente più pacata del nostro precedente accompagnatore, in direzione porto. A parte la disavventura con il tassista St Marten non è l’idea classica di caraibi con spiagge bianche e palme che ci immaginiamo. Nel tragitto porto-spiaggia, notiamo molta diversità tra la popolazione in un’alternanza tra case ben tenute che sorgono adiacenti a molteplici baracche con tetti di lamiera, macerie e sporcizia un po’ ovunque, strade sconnesse e piene di buche. Diverso il discorso nella cittadina del porto dove l’organizzazione è migliore e le case ben tenute con una sensazione di apparente ordine che sparisce rapidamente addentrandosi verso l’interno. In tale contesto la popolazione è comunque molto cordiale, disponibile e sorridente, dai ritmi sicuramente molto più lenti dei nostri ma con un modo di affrontare la vita decisamente invidiabile.
La Romana – Repubblica Dominicana
Complice lo sbarco e l’imbarco di nuovi crocieristi la sosta al porto de La Romana si protrarrà fino alla mattina successiva e quindi, dopo l’arrivo per le canoniche ore 12,30 circa, siamo pronti ad una nuova giornata di mare. Memori dell’esperienza del giorno precedente scegliamo accuratamente il nostro accompagnatore, concordando la destinazione, il tempo di percorrenza, la nostra sosta in spiaggia ed il ritorno. Con 82 dollari da dividere tra sei persone (la sera precedente abbiamo fatto amicizia con una coppia di simpatici signori romani in viaggio per festeggiare i 25 anni di matrimonio) il taxi ci porta e ci attende per 3 ore alla spiaggia di Bayahibe. Siamo accolti da un ragazzo locale, proprietario di una bancarella e che parla un ottimo italiano che, gratuitamente, ci accompagna in spiaggia che troviamo molto affollata. Scopriamo quindi che è giorno di festa anche in Repubblica Dominicana, la festa dei lavoratori che viene però rispettata sempre di lunedì “cosi non si lavora” ci dice sorridente la nostra improvvisata guida. Con 5 dollari ci portano un ombrellone enorme sotto la quale ombra stanno comodamente 4-5 persone. La spiaggia e l’acqua sono da cartolina e non possiamo non sfruttare la maschera per una immersione in apnea. Ci segnalano una zona a circa 20 metri dal faro dove è più facile avvistare i pesci. Lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi è veramente incredibile: una miriade di pesci di ogni tipo e colore nuota tranquillamente intorno a noi, sembra di essere immersi in un acquario. Il tempo, però, è tiranno e ci ritroviamo troppo presto a preparare lo zaino per il viaggio di ritorno. Per la serata Costa organizza un’escursione ad Altos des Chavon, un piccolo villaggio costruito sulle alture circostanti il fiume Chavon sul quale sono state girate alcune scene del film Apocalipse Now. Il villaggio è carino ma sembra di stare su un set cinematografico con gli attori che recitano il loro copione, la musica che ci circonda e ci tiene compagnia ad ogni passo ma è tutto troppo forzato, sarà che sapevo di cosa si trattava ma spesso mi pareva di trovarmi nel Truman Show. Bello lo spettacolo di danza caraibica con i ballerini che hanno passato in rassegna praticamente tutto il repertorio più conosciuto della musica sud-americana, partendo dai Caraibi, passando per il Messico ed arrivando alla Samba brasiliana. Il tempo di 5 minuti di fuochi artificiali ed il bus ci riporta in nave, domani ci attende l’Isola Catalina.
Isola Catalina
Situata a 30 minuti di navigazione dal porto di La Romana, l’isola Catalina è quanto di più simile alla classica spiaggia caraibica abbiamo trovato fino ad adesso. La nave resta ormeggiata al largo e lo sbarco viene organizzato con i tender, 10 minuti scarsi e siamo pronti a goderci questo paradiso tropicale. Isola Catalina ci appare come una distesa di sabbia bianca con le palme a ridosso della battigia ed un mare con i colori che vanno dal celeste al verdolino, il tutto con un’acqua trasparente. L’isola è completamente privata ed appena scendiamo siamo indirizzati ad una distesa di sdraio ed ombrelloni ma senza possibilità di muoversi al di la delle zone limitate da Costa. Qui passiamo bellissime ore di mare e relax, mangiamo al buffet organizzato in spiaggia, peccato solo di non aver la possibilità di girare liberamente alla scoperta di questo paradiso.
Tortola
La tappa odierna prevede Tortola, nelle Isole Vergini Britanniche. Appena scesi dalla nave ci accoglie il solito gruppo di tassisti che ci offrono di fare la visita dell’isola, noi siamo preparati e chiediamo di portarci a Cane Garden Bay. Tortola è un’isola completamente differente dalle altre e si nota subito l’influenza inglese. Al di la del mero fatto che la guida è a sinistra, ci colpisce l’ordine e la pulizia, l’organizzazione ed il comportamento meno “invadente” dei venditori ambulanti, anche il tempo, con molte nubi e violenti rovesci di pioggia al pomeriggio, ci ricorda l’Inghilterra. La spiaggia ci accoglie completamente deserta, ci offrono un lettino ed ombrellone a 10 dollari ma, visto che il sole si fa desiderare, rifiutiamo. L’acqua è stupenda, ricca di pesci e calda ma al primo pomeriggio la pioggia ci costringe a rientrare in nave, non prima di aver fatto 4 passi nei negozi adiacenti al porto.
ANTIGUA
L’ultima isola caraibica che visiteremo è Antigua, arriviamo in porto la mattina presto e, con il tassista di turno, dirigiamo a Church Village Bay. Lo slogan di Antigua è “365 spiagge, una per ogni giorno dell’anno”. Capiamo subito il perché: la costa è un continuo di insenature con spiagge, più o meno grandi, bianchissime ed un’acqua cristallina. Il taxi ci offre anche il tour delle migliori spiagge ma, essendo l’ultimo giorno, abbiamo preferito sceglierne una e goderci a pieno questo paradiso. Il tempo non ci assiste a pieno ed il cielo è pieno di nubi, d’altronde la stagione estiva classica è alla fine e, seppure le temperature non vadano praticamente mai al di sotto dei 20 gradi, frequenti sono le piogge. Approfittiamo di una fugace schiarita per fare il bagno, poi il taxi, in perfetto orario come concordato, ci riporta alla nave. Rapida visita del paesini adiacenti al porto e ci imbarchiamo, ci attendono cinque giorni di navigazione in pieno oceano atlantico.
(continua)