Il PD di Barga a difesa della festa per la ricorrenza del 2 giugno. Lo fa con un comunicato stampa che segue la polemica attorno all’opportunità o meno dei festeggiamenti visto quello che sta succedendo in Emilia.
Ognuno può dire la sua e la posizione del PD è legittima come quella di chiunque altro si esprima sulla questione. Ma se si parla del 2 giugno, allora perché non si riflette con egual misura anche sulla visita del Papa a Milano per la Giornata dell’Amicizia? Non era meglio se il pontefice si recava in visita alle popolazioni disperate dell’Emilia a portare un po’ di conforto?
Ci piacerebbe, su entrambi le questioni, sentire la vostra.
Detto questo, e scusate il personalissimo sfogo personale, ecco che cosa pensa il PD di Barga sulla festa della Repubblica:
La crescente protesta, in particolare sulla rete, nei confronti della prevista sfilata del 2 giugno rischia di mettere in secondo piano le ragioni che stanno dietro alla ricorrenza.
Il 2 giugno si celebra la nascita della nostra Repubblica come sancito dal referendum tenutosi nel 1946, con quella scelta il popolo italiano sancì, anche istituzionalmente, la fine della monarchia che grande responsabilità ebbe durante la dittatura fascista.
Tutti i grandi paesi democratici hanno date simbolo che ricordano alla nazione i valori fondanti e condivisi che la uniscono: un esempio per tutti il 14 luglio per la Francia.
Noi crediamo che proprio in momenti difficili come quello che stiamo attraversando, sia di fondamentale importanza ritrovarci tutti uniti in quei valori, sanciti dalla nostra Carta Costituzionale, che ci hanno consentito, pur nel serrato confronto politico dell’epoca, di rinascere moralmente ed anche economicamente dopo la seconda guerra mondiale.
Ci sembra il caso di citare la parte finale del discorso che Pietro Calamandrei tenne agli studenti milanesi a proposito della Costituzione:
“Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta.
Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti.
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.”
Fermo restando che i valori della Repubblica non si toccano, credo che la maniere di commemorarLa possono essere diverse a seconda dei tempi delle situazioni del momento. Credo inoltre che le Autorità e la politica devono stare sempre vicini alla Gente e quanto più tra la Gente. Così non è. Loro alle parate e ai ricevimenti mentre le popolazioni terremotate stanno nelle tende a piangere i loro morti e il loro mondo distrutto.Caro PD di Barga se vogliamo veramente commemorare i valori Resistenza quelli sono i luoghi di oggi e non i Fori Imperiali di Roma.
Ma tant’è anche a livello locale si può toccare con mano quanto la politica sia distante dalla gente normale e dai suoi problemi quotidiani.Così non si va da nessuna parte.
Laura Marchetti
L’arroganza del potere costituito e dei suoi valletti politici non ha mai fine.
Il 2 giugno non rappresenta il “solo” passaggio dalla monarchia alla repubblica: con esso si sanciva la definitiva sconfitta della reazione, del corporativismo, del pensiero unico. Difficile allora comprendere i motivi e i toni con i quali si continua a difendere questa insolenza militarista e l’annesso svilimento di una festa che in realtà dovrebbe celebrare l’uscita dal periodo più buio che l’Italia abbia attraversato.
Se si dispone di così tanto acume per riconoscere che attraversiamo “momenti difficili”, mi si venga a spiegare allora il motivo per cui si debbano spendere 4 milioni di euro per una ridicola ed inopportuna parata militare, inutile e sdegnosa quanto le dichiarazioni di tutti gli esponenti delle forze governative, dal Pdl al Pd, accorsi alla difesa d’ufficio di questo vuoto cerimoniale guerresco.
Inoltre, potrei pure sentirmi preso in giro da chi da una parte invita a “ritrovarsi nei valori della Carta Costituzionale” e dall’altra, nei fatti, compromette il progresso culturale e politico che proprio quella Carta ha sancito: se l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro (art. 1 della Costituzione) vorrei capire allora quale stupefacente interpretazione di questo articolo ha portato il Partito Democratico a votare pochi giorni fa il ddl Fornero che di fatto smantella i diritti dei lavoratori e l’assetto normativo posto a loro difesa. E che non vengano a raccontare che si trattava di una questione di “responsabilità nazionale” o di un fantomatico ammodernamento per aprire il mercato del lavoro ai giovani: una retorica questa che è ancora più odiosa perché si giustifica mettendo i figli laureati e disoccupati contro i padri cinquantenni in mobilità, e viceversa.
Difficile dunque accogliere questa morale conciliatoria sui “valori”, soprattutto da chi predica una cosa e poi ne fa un’altra.
Detto questo, il 2 giugno dovrebbe commemorare la rinascita civile di una nazione, non l’autoerotismo bellico che oggi tristemente sfilerà per le vie di Roma, e che nella versione casereccia di Fornaci di Barga si ridurrà ad una smaniosa ed altrettanto triste corsa agli acquisti.
Infine, se c’è bisogno di un giudizio sulla visita del papa a Milano esso è già inscritto nell’evento stesso: è dietro il trionfalismo delle masse che la chiesa cattolica nasconde la sua inarrestabile decadenza. Decadente la chiesa, indecente il comune di Milano e la sua scelta di contribuire alle spese organizzative dell’evento religioso con ben 3 milioni di euro. Laicità dello Stato, addio.
Forse, a causa nostra, non ci è riuscito comunicare bene, la nota non entrava nel merito di: sfilata si sfilata no, tutt’altro. La nostra intenzione era quella di richiamare i valori che permeano la festa della Repubblica in un momento nel quale, sulla rete e nel paese, si è aperta una discussione che rischia di mettere in cattiva luce il significato vero della festa del 2 giugno. E’ anche il caso di ricordare che quel referendum del 2/3 giugno 1946 fu a suffragio universale: per la prima volta in Italia le donne potevano votare. Ciò premesso, personalmente provo un certo “bellicoso” imbarazzo nel vedere introdurre nel dibattito elementi di denigrazione nei confronti di chi la pensa diversamente, quindi caro Andrea sei giovane non cominciare ad usare quei toni (valletti), questi si figli di un degrado del civile confronto delle idee. Ma non mi voglio sottrarre alle tue considerazioni:
1) per quanto concerne la festa della Repubblica, mi pare che la nota del PD evidenzi chiaramente l’importanza di tale ricorrenza conclamata con la straordinaria citazione di Calamandrei;
2)”Versione casereccia di Fornaci”: cosa intendi dire? Perché questo termine denigratorio nei confronti di una “sobria” iniziativa della nostra comunità? Ti informo che nell’ambito di quella iniziativa si è proceduto alle premiazioni del progetto INFEA con il risultato che tantissimi ragazzi e i loro familiari, erano presenti e gli interventi del Sindaco Bonini, dell’Assessore Provinciale Regoli e degli altri Amministratori hanno ricordato a tutti l’importanza della festa e dei valori in essa racchiusi. Peraltro non mi piace la tua definizione “smaniosa ed altrettanto triste corsa agli acquisti”, non mi piace per il rispetto che dobbiamo a quel tessuto commerciale Fornacino e non solo, così provato dalla crisi che stiamo attraversando e per rispetto di quei lavoratori impiegati in tale attività.
3)Infine l’approvazione del DDL sul lavoro, perché fai un attacco così frontale al PD? Perché non evidenzi che rispetto alla prima stesura si sono fatti importanti passi avanti? Dovresti sapere che in parlamento il PD non è maggioranza e che la scelta di appoggiare il Governo Monti è stata ed è sofferta, ma questo attiene ad un’altra discussione.
Non c’è soluzione… il Male è nell’uomo!