Quale destino commerciale per Fornaci? Se ne è parlato ieri sera durante un incontro promosso da CIPAF – CCN con l’intento di lanciare un primo segno, un’ apertura verso un percorso di riflessione che potrà sciogliere i tanti interrogativi che il tessuto commerciale si pone, alla luce di questa crisi economica e dei cambiamenti commerciali che si sono verificati negli anni.
Creare una rete, salda, tra le diverse realtà e mantenere l’identità sono forse gli ingredienti sui quali si potrà lavorare per rendere appetibile e vitale il paese, ai quali aggiungere nuove iniziative che sappiano sviluppare quanto esiste già e nuovi servizi per i cittadini.
L’incontro, partecipato da diversi cittadini, commercianti e rappresentati delle associazioni del territorio, dal sindaco Marco Bonini e dagli assessori Passini e Salvateci, è stato aperto dai saluti del CIPAF ai quali sono seguiti gli interventi di Alberto Giovannetti, vicesindaco e assessore con delega alle attività produttive e all’urbanistica; di Fosco Bertoli per Confcomemrcio e di Emanuele Pasquini per Confesercenti, ognuno dei quali ha tracciato le difficoltà del presente e sottolineato come la sinergia, la ricchezza di offerta, i servizi e l’unione siano la strada da perseguire.
Grande interesse e qualche perplessità è stata suscitata dallo SCEC, presentato dal segretario nazionale di arcipelago SCEC Paolo Tintori, che ha introdotto il concetto di questo nuovo modello di economia basato su buoni di scambio che andrebbero ad integrare il prezzo finale dei beni.
Esempio di utilizzo degli ŠCEC
Un qualunque associato acquista un prodotto, o utilizza un servizio, di un’altro associato il quale, ad esempio, accetta di ricevere Šcec pari ad un 20% del prezzo.
Se la spesa è di 50 euro, l’associato pagherà 40 euro e consegnerà 10 Šcec: il quantitativo di Šcec consegnato è il simbolo concreto della compartecipazione a migliorare il fluire degli scambi all’interno del proprio territorio.
L’associato che ha accettato i 10 Šcec sa che può contare sulla volontà di altri commercianti, produttori, artigiani, professionisti, iscritti ad Arcipelago, di rinunciare a loro volta ad una percentuale di guadagno sulle loro vendite.
Questa è un circolarità che manifesta la più concreta solidarietà: quella che ognuno riconosce all’altro ricevendone altrettanta. E’ una solidarietà che, come conseguenza, restituisce a tutti un benessere che non si esprime solo economicamente, ma soprattutto socialmente.
Il buon risultato di una persona diviene buon risultato per tutta la comunità: circolazione di lavoro, scambi, passioni.
Gli argomenti portati all’attenzione della platea e sviluppatisi durante il dibattito che ne è seguito sono stati molti, dalle possibili soluzioni urbanistiche e di viabilità fino a idee per nuove iniziative che sappiano integrarsi con le peculiarità di Fornaci, a dimostrazione che molti sono gli argomenti su cui poter riflettere.
Riflessione per cui serviranno altri incontri, prendendo quello di ieri sera come il primo di una serie.