Tanto tuonò che piovve verrebbe da dire, ma quel che conta è che alla fine si sia trovata una soluzione decorosa per risolvere un problema che da più parti veniva denunciato da tempo: quello della carenza della piccola sala d’attesa per i pazienti del laboratorio di analisi dell’Ospedale “San Francesco” di Barga. Un cubicolo di pochi metri dove ogni mattina si trovavano a convivere in modo indecoroso centinaia di pazienti con problemi anche di igiene pubblica derivanti dalla promiscuità forzata di persone anche con patologie gravi. Ma si trattava anche di un problema di vivibilità per tante persone anziane o per donne incinte che spesso erano costretta a rimanere in attesa in piedi o fuori dalla sala.
Adesso l’Azienda ha trovato una soluzione che risolve il problema. La sala di attesa è stata ricavata nell’ingresso centrale dell’ospedale “San Francesco” a poche decine di metri dal laboratorio di analisi. I pazienti vengono poi chiamati da un display che indica il loro turno attraverso il numero di prenotazione. Così nell’angusta sala di aspetto di prima, che serviva anche da accettazione e per effettuare le analisi, adesso si ritrovano solo pochi pazienti alla volta.
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A farsi portavoce del problema più volte era stato in passato il presidente dell’Associazione Amici del Cuore della Valle del Serchio Guglielmo Donati che oggi afferma: “La soluzione è senza dubbio più dignitosa per gli utenti e anche per il personale del laboratorio che può lavorare meglio senza la pressione e senza gli odori sgradevoli che prima inevitabilmente erano costretti a subire. Contribuisce anche ad evitare qualche spiacevole discussione che ogni tanto si verificava in assenza di un display che indicasse a ciascuno il proprio turno. Cosa banalissima – continua Donati – che però introdurla in una struttura pubblica non è stato cosa semplice né veloce.
Questa soluzione noi la avevamo suggerita da tempo, anche se riteniamo che si tratti comunque di una soluzione provvisoria. Auspichiamo infatti che si arrivi ad un allargamento della sala d’aspetto e quindi alla riunificazione dei due locali”.
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