Mi piace ricordarlo così come l’ha immaginato mia figlia Luna, autrice dell’immagine che uso per l’articolo, in volo sui cieli delle Alpi Apuane, con un vezzo regale e sembianze per certi versi fantastiche.
Era un maschio di aquila reale che con la propria compagna aveva il nido nell’area delle Panie, proprio nel cuore del Parco delle Alpi Apuane. Già, dobbiamo dire era perché a primavera l’attività di nidificazione alle Panie si era buscamente interrotta a causa di una fucilata di cui il maschio della splendida coppia era rimasto vittima. Oggi lo sappiamo con certezza poiché la carcassa è stata rinvenuta da un alpinista ed è stata sottoposta radiografia. La presenza di numerosi pallini in varie parti del corpo non lascia dubbi: qualcuno gli ha sparato.
Qualcuno che di fronte ad un animale così maestoso non ha provato nemmeno l’emozione che fa fuggire l’attimo buono per premere il grilletto, qualcuno che con gran sangue freddo ha commesso un vero e proprio crimine, qualcuno che ha oltraggiato la legge e quel senso comune che vede oggi i superpredatori come meritevoli di particolare rispetto. Di più: mentre il lupo oggi viene accusato di danneggiare gli allevatori, dell’aquila rimangono solo ricordi antichi, confusi con la leggenda, di aquile che predavano piccolissimi bambini. Oggi, però, suscita solo ammirazione. Non per per qualcuno.
La natura, si sa, rimedia sempre e un giovane maschio ha sostituito il povero esemplare ucciso. La coppia si è ricostituita e la nidificazione è ripresa.
Ora non rimane che l’appello lanciato dal Direttore del Parco Antonio Bartelletti: tutti e, soprattutto, le associazioni venatorie collaborino per fare luce sull’evento e per scongiurare che simili gesti, in totale violazione della legge e del senso comune, possano ripetersi. Aggiungo che la caccia è legale, e come tale va rispettata, quando si svolge nella legalità.
Caro Emilio, sono uno fra i molti (spero) che è rimasto veramente sconcertato dall’evento.
Purtroppo il male è dentro gli uomini… e, ancor di più, dentro gli stolti!
Già, per questo dobbiamo vigilare continuamente.
Purtroppo la caccia è ancora legale ma come in tutte le cose c’è chi non rispetta le regole pensando di essere superiore a tente foramlità…..sfidando le istituzioni.
Se la caccia va rispettata allora i cacciatori devono rispettare le regole e soprattutto la natura che li circonda. Questo non è un caso isolato.
Lo scorso Aprile la nostra associazioe L’Arca della Valle fece una denuncia contro ignoti presso il corpo forestale in merito alla uccisione di 2 Gheppi a Barga (specie protetta e uccisi fuori della stagione della caccia).
Morti fuciliati senza motivo ….. come l’Aquila Reale