Se riesco ad immaginare cosa succede nella mente di un bambino, Sveva, Joshua, Alessandro e Giacomo devono aver avuto sonni agitati e la mattina dell’otto settembre si sono svegliati prima del tempo. Preparativi veloci, colazione rapida e… brontoli agli zii in eterno ritardo. Li capisco benissimo: stanno per dare vita, insieme a molte famiglie di Cerasomma (LU), Montuolo (LU) e Ripafratta (PI), ad una tradizione che fa perdere le sue tracce nel tempo, quella del (breve) pellegrinaggio all’Eremo di Rupecava.
L’eremo di Santa Maria ad Martires, detto di Rupecava, ogni anno nella ricorrenza dell’8 settembre ospita nuovamente l’antica statua lignea della “Madonna di Rupecava” datata attorno al 1340 e attribuita al celebre scultore Andrea Pisano e molte persone, un tempo solo a piedi, oggi anche con l’ausilio delle auto, salgono a venerarla e ad assistere ad una delle messe che sono celebrate da vari parroci.
Torniamo ai nostri piccoli amici e alle loro famiglie. Loro abitano a Cerasomma e la salita all’eremo da sempre si fa lungo le viacce e dal mulinaccio ma da alcuni anni il sentiero è in cattive condizioni. E’ per questo che hanno deciso di salire per una via inusuale, partendo dalla Polla del Bongi, tra Cerasomma e Montuolo. L’entusiasmo è alle stelle e non viene certo fiaccato dalla salita, anche perché il sentiero passa per i resti di Castelpasserino e lungo la salita al sacro si accompagna un po’ di profano: fioccano storie e leggende su questo luogo molto speciale. Al castello è d’obbligo una sosta, anche per ricompattare il gruppo e recuperare le energie.
E’ un momento davvero speciale: in un luogo consacrato nel lontano 1214 e fra alterne fortune abitato da almeno un monaco fino a metà dell’ottocento, torna ad essere celebrata la messa. Poco importa che nella testa dei bambini possa essere più importante la leggenda della “goccia” che cade da una delle caverne dell’eremo portando con sé poteri miracolosi. Poco importa anche che la siccità di quest’anno abbia seccato la parte del soffitto della grotta da cui cade: il momento è davvero speciale, tanto per i bimbi, tanto per quegli anziani che si aiutano con l’automobile per raggiungere l’eremo.Raggiunte le case della Romagna e lambito l’omonimo sacrario, il gruppo scende verso Rupecava. L’eremo è davvero in cattive condizioni (un fatto quasi inspiegabile, dato il fascino che emana) ma in questa giornata speciale è pieno di persone, ha il suo altare, è vegliato dalla statua della Madonna e torna a vivere. Il gruppo arriva in tempo per la messa delle 11 celebrata da Don Tomasz.
httpv://youtu.be/20thbUNk5EA
Di storie speciali se ne raccontano tante su Rupecava, alcune si perdono tra storia e suggestioni misteriose. Ce ne è una, però, che mi piace ricordare. E’ legata ad un momento tragico, quello dell’eccidio della Romagna (ricordate il sacrario nominato poco sopra?). Tutto nasce in una notte terribile dell’agosto del 1944 quando i soldati tedeschi rastrellano la zona catturando persone che saranno poi barbaramente uccise. Secondo molti racconti, alcune persone erano nascoste nell’eremo ma, quando i soldati tedeschi vi entrarono per catturarli, persero la capacità di vederli consentendo loro di salvarsi. La Madonna avrebbe tolto la vista ai militari che profanavano quel luogo sacro.
Queste storie, però, sono lontane dai pensieri di Sveva, Joshua, Alessandro e Giacomo. Dopo la merenda si riparte per tornare a casa. Stessa strada e nuovi argomenti, a tratti giocosi. Ma la festa non è finita: a Cerasomma la sera ci sono cene e balli, così come un tempo, quando le comunità erano tali, si concludevano giornate come questa. La zia dei bambini obietta che un tempo anche in paese la festa era più bella, che si faceva una caccia al tesoro ma di questi tempi, forse, il tesoro vero è l’entusiasmo di quei bambini.
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Ringrazio Serena Scalici per aver gentilmente fornito le foto e per avermi raccontato la storia di questa giornata.