Pubblichiamo un’altra delle innumerevoli lettere che il nostro concittadino Giuseppe Luti ci invia quasi giornalmente per denunciare e sottolineare incurie cittadine e cose da rivedere o da risolvere con una certa dose di puntigliosità. La sua attenzione per la cosa pubblica è sicuramente encomiabile e ci dispiace che se la prenda tanto se lo definiamo concittadino attento. Ci dispiace soprattutto che ogni cosa che viene detta riferita ad una persona venga presa come un’offesa o una presa di giro. E’ vero in parte, come diceva Andreotti, che a pensar male si fa peccato ma ci si indovina, ma non sempre è così.
Un’altra cosa ci sentiamo di dire al caro Giuseppe. Gettare cacca per non dire di peggio, contro uno dei pochi giornali che ospita, indifferentemente dalle idee e dal tipo di proteste e denunce, il parere di tutti ci sembra quanto meno ingrato. Comunque, in quanto giornalisti, reporter, fotografi ed a volte anche artisti, accettiamo di buon cuore queste nuove critiche che speriamo siano costruttive o che comunque noi vogliamo ritenere tali. Ma poi non se la prenda se ogni tanto, quando ci girano un po’ più velocemente, alcune cose finiscono nel dimenticatoio. Perché ogni tanto un po’ di moderazione dei toni sarebbe gradita.
Detto questo passiamo agli appunti (li possiamo definire promemoria per il comune?) del caro Giuseppe.
Anzi no. Un’ultima cosa. A lui vogliamo chiedere una cosa riguardo ad un appunto che potrete leggere sotto: che c’è di male se il Comune ha messo a disposizione degli anziani autosufficienti una struttura che li accolga e permetta loro di passare le giornate? Una struttura che in poche comunità sono in grado di offrire agli ultra sessanta e settantenni? Perché sinceramente non l’abbiamo capita questa.
E ora, cari signori e signori e soprattutto, cari amministratori comunali, ecco i nuovi appunti del caro Giuseppe.
Sono stato definito “concittadino attento” per avere evidenziato alcune delle innumerevoli “MAGAGNE”, molto evidenti e mi sembra impossibile che nessun’altro le veda. Secondo me fanno finta di non vederle. Perché sono così palesi che è impossibile non notarle per chi passeggia per Barga, anche distrattamente.
Ma mi meraviglia di più che certe cose non vengano notate dalle persone, che per antonomasia, sono le più sensibili e le più solerti a notare, vedere, e far rilevare le “magagne”. Mi riferisco agli artisti, agli intellettuali, ai reporter, ai fotografi, agli storici, che nel mio immaginario ho sempre reputato essere più sensibili anche alle cose di tutti i giorni. E nella storia d’Italia non mancano esempi di questo tipo.
Si vede che i “concittadini attenti” sono più sensibili alle cacche di cane, alle pietre delle storiche vie di Barga Vecchia letteralmente e praticamente tritate dal traffico delle vetture che affogano ingombranti tutte le nostre strade e le nostre piazze. Si vede che noi “concittadini attenti” viviamo effettivamente su questa terra e quindi a Barga, e non fantastichiamo.
Faccio tutte queste considerazioni perché l’epiteto che mi è stato affibbiato (concittadino attento) non so se considerarlo un complimento o piuttosto un qualcosa di diverso.
Detto questo, io non voglio darmi per vinto, pertanto ritengo di tornare sull’argomento “Magagne” ancore e di più se necessario. Spero soltanto che la stampa locale mi dia ancora credito e quindi pubblichi quanto io scrivo. D’altronde io sono un dei pochi che si firma quando ha da dire qualcosa, quindi me ne assumo la responsabilità.
Pertanto anche ieri girando per Barga ho visto quanto dimostrano le foto che allego sulla grande incuria e sporcizia che aleggia sul parcheggio di Villa Nardi.
Notare che un anno fa, sia al Giornale di Barga che all’Amministrazione Comunale ho fatto presente le stesse cose che oggi ripropongo.
Io credo che da quando è stato costituito questo parcheggio la aiola che costeggia la ringhiera di Villa Nardi non sia mai, dico mai, stata oggetto di benché minima cura.
Guardate attentamente le foto. Vi renderete conto che le erbacce anno ormai il sopravvento sulle povere piante di lauro che dovevano costituire la siepe ornamentale originaria. La sporcizia lungo il cordolo di quella che dovrebbe essere l’aiola si ammucchia sempre di più e le erbacce stanno mangiando il manto di asfalto. La lampada abbattuta da qualche avventore posteggiatore e legata con un filo di ferro perché non faccia la fine dell’aiola e cada nello sfacelo generale, è sempre lì, legata con un filo di ferro. Nessuno che si sia preoccupato, nonostante le segnalazioni e foto, di farla aggiustare e rimettere a posto.
La “covetta” di scolo dell’acqua piovana sulla salitella che conduce al suddetto parcheggio (vedere la foto) è piena d’erba e di qualsiasi rusco e non credo che anche questa parte del parcheggio abbia mai visto alcuno che si sia curato di ciò.
E non è che anche i privati adiacenti, confinanti, il parcheggio si sbrachino per mantenere pulita la loro proprietà (vedere sempre le foto), anzi anche da loro parte la sporcizia e la noncuranza che ricade sulla proprietà pubblica.
Un’altra cosa. Gli Alpini di Barga, encomiabili per il loro attaccamento alla cosa pubblica, si prestano con la loro opera a tappare qualche buco. Ma allora. Non si potrebbe chiedere ai gestori e ai soci “Anziani autosufficienti” del circolo di occuparsi dell’aiola e della pulizia del parcheggio? Se non altro quale parziale compensazione di avere a disposizione un struttura di quella fatta, praticamente gratis?
Perché non proporglielo? Naturalmente il “Comune”…
Giuseppe Luti