Come era prevedibile non si è fatta attendere la risposta da parte dei primi cittadini della Garfagnana alla presa di posizione del sindaco di Barga, Marco Bonini, circa la candidatura di Mologno ad ospitare l’ospedale unico.
Lo ha fatto, interpretando una convinzione diffusa tra i sindaci della Garfagnana, il sindaco di Castelnuovo, Gaddo Gaddi, con un intervista rilasciata al giornale La Nazione.
Gaddi afferma concorda sul fatto che vadano evitate scelte basate sul campanilismo perché ci si trova di fronte ad una scelta importantissima che cambierà il volto della sanità nella Valle del Serchio, ma da qui in poi tutta è diversa però la visione dei fatti sull’attuale situazione. Se per Bonini la relazione sanitaria presentata dalla commissione rappresenta un punto fondamentale a cui attenersi per andare a scegliere la localizzazione migliore, per Gaddi è da disconoscere il parere della commissione.
[dw-post-more level=”1″] Vale solo il suo parere tecnico (quello peraltro che secondo lui favorirebbe il sito di Piano Pieve), ma non quello sanitario per il quale la commissione ha espresso “giudizi che non erano stati richiesti, inopportuni e più politici che tecnici”. Per Gaddi, ma questa è la posizione già ribadita da altri sindaci della Garfagnana, non è importante tenere conto di quei pareri perché un anno fa i sindaci hanno tutti siglato per un piano di fattibilità che prevedeva una sola tipologia di ospedale, un ospedale di circa 130 posti letto e con i principali servizi. E quindi è impossibile pensare che oggi ci si trovi di fronte a due scelte di tipologia diversa, a seconda di dove il nuovo ospedale sorgerà. Per questo i sindaci della Garfagnana andranno ad un voto (nella prossima riunione della conferenza dei sindaci fissata per il 7 gennaio) che non terrà conto di questo parere, ma solo del luogo migliore, che secondo loro è quello di Piano Pieve.
Insomma, tutto come già scritto nei giorni scorsi. La relazione della commissione, è stata interpretata come più fa comodo ed il 7 gennaio prossimo ormai è quasi una certezza che il voto ci sarà e che sarà a favore dell’opzione Piano Pieve.
Lo ribadisco. Secondo il mio modesto parere i sindaci stanno per fare un errore gravissimo. Pensare che la Regione non tenga conto (così come indicato della commissione) dei parametri relativi ai bacini di utenza ed alle capacità di attrazione nell’andare a realizzare un ospedale ex novo, vuol dire avere i paraocchi come i cavalli. Si va avanti lungo la strada che vogliamo vedere, senza pensare se questa ci condurrà o meno al baratro….
E’ vero infatti che un anno fa fu approvato un piano di fattibilità che prevedeva un ospedale adeguato. Ma quante cose sono cambiate in questo periodo? Si può davvero pensare, in questo momento così difficile per la spesa sanitaria regionale, che si costruisca un ospedale di livello superiore quando si sa che questo non sarà in grado di attrarre la maggior parte del bacino di utenza della Valle del Serchio? Perché, è bene ricordarlo, da Barga in giù risiede la stragrande maggioranza della popolazione del territorio, quella che è in grado di garantire anche la maggioranza dei 500 parti all’anno necessari per mantenere un punto nascita, tanto per dirne una. La Regione non terrà conto di questi aspetti e farà l’ospedale indicato dal piano di fattibilità anche se sorgerà al Piano Pieve? O sceglierà a quel punto di costruirlo basandosi per i suoi servizi, sulla sua effettiva capacità di attrazione e quindi realizzando quell’ospedalino di cui parla la commissione tecnico-scientifica?
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Il sindaco Gaddi è un medico e come tutti i medici ha un reddito che gli consente di usufruire della migliore sanità a pagamento, sbattendosene altamente di quella riservata ai poveracci e fornita dallo stato.
Questo è il vero senso della questione.
Se poi aggiungiamo che i medici, di base e non, hanno solo da guadagnarci ulteriormente da peggioramenti della sanità pubblica….
Rimane un’unica certezza in Italia, la matematica, che pur cambiando l’ordine dei fattori da il solito risultato.
E allora lotta dura per mantenere l’esistente, non abbiamo bisogno di ulteriori colate di cemento nella valle.
La scelta è stata compiuta. Il nuovo ospedale unico della Valle, qualora nascesse, si farà a Piano Pieve. Il bello è questo, che il giochino presto finirà, e come per magia non lo faranno… nè a Mologno, nè a Piano Pieve. E intanto, la Valle si sta a scannare sui campanilismi, facendo il gioco di chi vuole che sia così.
Un ospedale non è fatto solo di una location o di un immobile nuovo di zecca. E’ fatto di personale competente (medico, paramedico e assistenziale), di macchinari aggiornati al passo coi tempi e gente che li sappia usare. Per me, potrebbero farlo anche a San Pellegrino in Alpe, purchè sia di eccellenza. Ma siccome da Ponte a Moriano in su è già periferia…
Comunque sia, il romantico, verboso, passionale e tenace “nazionalismo garfagnino” ha prevalso sull’ovattato interesse delle istituzioni mediavalline, escluse Barga e Coreglia, ormai un tutt’uno a livello politico e che hanno perorato la causa di Mologno: La voglia di avere e lottare per qualcosa, contro l’indifferenza e la presunzione che tutto sia dovuto.
In questa guerra di campanile che, per il bene dei cittadini utenti, occorre che cessi una volta che sarà presa la decisione finale, ci hanno perso tutti. Una “vittoria mutilata” per usare un gergo dannunziano… ma se non si ritrova l’unità, mamma Regione chiude i cassetti e lascia tutti a letto senza cena.
Non saranno dieci chilometri in più a nord a cambiare le carte in tavola. Quindi, godetevi le vittorie, lenite le ferite per le sconfitte, e sappiate fare tesoro dell’esperienza di questi venti anni di ospedale unico che si è avuto: gioco forza, restando tutti uniti, due mezzi ospedali ora ci sono. In attesa che arrivi quello unico, si rischia di perdere quel po’ che adesso passa il convento. Meditate, gente, meditate…
Già perso, ma non ieri.
Trent’anni fa. Forse anche qualcosa in più.