Dopo lunga malattia questa mattina se n’è andato Gualtiero Pia, prolifico scrittore barghigiano che nella sua vita si è distinto per i suoi impegni professionali nel mondo della scuola e per le tante pubblicazioni di interesse regalate alla nostra comunità.
Era nato a Barga il 1° gennaio del 1928 e fin dalla giovinezza ha svolto creativamente svariate attività culturali: corista e poi organista del Duomo; collaboratore di giornali locali e regionali; membro della filodrammatica barghigiana di tanti anni orsono.
Diplomatosi maestro, per oltre vent’anni è vissuto a Riparbella (Pisa) e nella Maremma Toscana dove prima è stato insegnante elementare e poi ha ricoperto altri importanti incarichi nel mondo della scuola, integrandosi al contempo nella vita di queste comunità.
[dw-post-more level=”1″] Dopo il suo rientro a Barga non è mai mancato il vivo interesse per la vita culturale della cittadina ed è proprio in questo periodo che si è fatta più prolifica la sua attività di scrittore. Ha scritto e pubblicato volumi di poesia, testi teatrali, diverse monografie dedicate a personaggi illustri della vita di Barga, ma davvero numerosi sono stati i suoi lavori di narrativa dove spesso ha affrontato temi legati alla vita barghigiana d’altri tempi.
E’ stato anche il promotore di iniziative pubbliche per il ricordo di importanti personaggi barghigiani e notevole è stato anche il suo impegno a sostegno di tante iniziative di solidarietà.
L’ultima sua uscita pubblica è stata lo scorso 4 maggio a Barga, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario pascoliano, nel corso dell’inaugurazione del bassorilievo di Valentino, il celeberrimo fanciullo cantato da Pascoli. La lapide era stata appunto un dono di Gualtiero Pia, alla comunità barghigiana ed in particolare alla scuola primaria di Barga. L’ultimo gesto significativo a conferma del grande amore di Gualtiero per Barga e la sua gente
Ai suoi nipoti, tra i quali l’assessore Renzo Pia, a tutti i parenti giungano le condoglianze di tutta la redazione.
[/dw-post-more]
Mi associo al dolore dei familiari per la perdita di una delle figure più significative del territorio.
Ciao Gualtiero,
amico sincero e buono.
Ci siamo conosciuti quando facesti ritorno tra noi dopo gli anni d’insegnamento nel pisano, per poi divenire un poco alla volta amici.
Buon Maestro, per me lo fosti anche di vita, per i tanti insegnamenti distribuiti con il tuo sorriso ironico. Maestro di dignitosa tolleranza, di speranza e d’amore per la famiglia più ampia.
Ricordo con grande affetto gli incontri nel salotto buono: sui i prati del Duomo, la Loggia dei Podestà, sul piazzale, sulle scale degli avelli, dove intrattenevi chiunque, specialmente me e l’Angiolino, così chiamavi l’Angelo Pellegrini, in rievocazioni di tanti momenti di Barga e delle sue figure, grandi e molto più umili,accumunate da un unico sentimento: Barga.
Lì abbiamo imparato tante cose, poi lo sguardo ogni volta finiva laggiù, ai lontani poggi di Castelvecchio, e allora gli occhi ti si illuminavano come non mai, e il nuovo argomento lo introducevi con una poesia recitata con la bocca e la voce dell’anima.
Ricordo che dietro un quadro, in cui tentai di effigiarti con sullo sfondo il campanile del tuo amato Duomo, scrissi una dedica. Non la ricordo per intero, ma il senso, ispirato dal cantore della Vecchia Barga: Mario Mazzoni, diceva che lassù, sul Colle Sacro alla storia di Barga, abbiamo incontrato tante anime, che con serico fruscio, ogni sera tornano a ritemprarsi per poi riprendere il loro cammino per il Mondo.
Tanti i ricordi, come l’idea di un organo per il millenario Duomo, che poi suonasti con grande sentimento, ripensando a sconosciuti e perduti giorni, ma che sentivi vivi tra gli archi del monumento.
Ora ho tra le mani il tuo ultimo libro: Non Omnis Morear, ed è verissimo che non tutto muore con noi, specialmente quando si è lasciato un buon ricordo in chi ci ha conosciuto e una traccia per chi verrà.
Non Omnis Morear, e io tornerò in Duomo con la consapevolezza che ti rincontrerò, magari quando dalla Pania pioveranno su Barga gocce d’oro.