Stasera a Barga si tiene l’attesa assemblea popolare organizzata dall’Amminisrtrazione Comunale per affrontare insieme alla cittadinanza la questione ospedale unico ed in generale quella della sanità in valle del Serchio. E’ attesa, tra le altre, la presenza del direttore generale dell’azienda USL 2, Antonio D’Urso, per cercare di chiarire i tanti interrogativi che stanno nascendo attorno al futuro sanitario della zona.
In attesa di tale incontro, sulla questione ospedale unico torna intanto ad intervenire l’Osservatorio della sanità della Valle del Serchio di Barga che chiede, su tutta la vicenda, di andare ad un ripensamento totale, mantenendo e valorizzando invece i due attuali presidi di Barga e Castelnuovo, dato che l’ospedale che verrebbe realizzato in Garfagnana, non farebbe ottenere servizi migliori e più qualificati.
L’osservatorio parte però da una considerazione: “i disegni veri dei vertici della ASL n. 2 e della Regione Toscana: e cioè di andare quanto prima a chiudere uno dei due ospedali esistenti (entrambi già ‘azzoppati’ dai silenziosi tagli avvenuti in questi anni)”. Questo in attesa di un nuovo ospedale, se mai si farà e che non verrebbe prima di 6-7 anni come minimo.
Secondo l’Osservatorio è opportuno ricordare che relativamente al nuovo ospedale, i Sindaci della Garfagnana, pur rappresentando la parte minoritaria dei cittadini della Valle, hanno deciso per tutta la popolazione dell’intera valle del Serchio: “che per loro può bastare anche un piccolo ospedaletto da montagna purché si faccia in Garfagnana: ma in democrazia non decide la maggioranza? Che democrazia è questa dove la parte minoritaria, solo perché più rumorosa o brava nell’intessere accordi sopra la testa dei cittadini, impone i propri interessi di parte all’intera popolazione della Valle?”
“E’ pacifico, e, oltre ai loro Sindaci, lo sanno anche i cittadini della Garfagnana, che l’unica localizzazione seria e concreta per avere un nosocomio come si deve nella Valle del Serchio è Mologno di Barga ; i motivi sono stati ampiamente e ripetutamente illustrati nella varie sedi da molti organismi ed è inutile elencarli nuovamente.
Anche i Sindaci della Media Valle (nessuno escluso) hanno comunque le loro gravi responsabilità – dice l’Osservatorio – infatti essi, pur rappresentando la maggioranza della popolazione della Valle, non sono riusciti a difendere i legittimi interessi dei loro cittadini e neppure di quelli della Garfagnana”.
[dw-post-more level=”1″] L’Osservatorio mette poi in evidenza un’altra realtà di cui bisogna tener conto nel ragionamento generale: “La nostra Valle è un territorio ‘fragile’ da un punto di vista geologico; ci sono problemi di instabilità dei versanti, di crollo/distacco di materiali dalle pareti e frane quiescenti; le vie di comunicazione, a parte i pochi interventi effettuati nel tempo, sono sostanzialmente quelle progettate dai Romani. Soprattutto la Garfagnana e la Lunigiana sono zone ad alto rischio sismico e per queste la Regione Toscana ha realizzato un rapporto tecnico (di cui propone un sunto che riproduciamo alla fine di questo articolo ndr) nel marzo 2003 valutando con attenzione il rischio sismico e gli scenari del danno, dove peraltro si conclude che si verificherebbero grossi danni alle vie di comunicazione e che le stime dei feriti, variabili a secondo delle ipotesi descritte, sono comprese da alcune centinaia ad alcune migliaia e che i feriti dovrebbero essere trasportati su ospedali esterni all’area della Garfagnana, affermando che l’ospedale di Castelnuovo si troverebbe in zona epicentrale e che quello di Barga sarebbe sufficientemente lontano dall’area epicentrale”
“Alla luce di quanto sopra evidenziato – scrive l’Osservatorio – vorremmo conoscere come è possibile che, da un lato la Regione Toscana effettui studi e valutazioni circa il grave rischio sismico che incombe sulla Valle e sulla Garfagnana in particolare e cerchi di pianificare l’emergenza e, dall’altro, invece di salvaguardare e potenziare le strutture ospedaliere esistenti che per prime saranno investite dall’emergenza feriti (forse anche migliaia), con assoluta miopia intenda adesso depotenziare e chiudere i nosocomi esistenti.
Noi ci domandiamo se questi amministratori e burocrati sanno cosa stanno facendo o se, invece. obbediscono a logiche estranee ai comuni mortali.
Chiediamo di operare col buon senso, di fare del buon governo e di ripensare alla sanità nella Valle mantenendo – con costi anche futuri assolutamente minori – i due presidi attuali, avendo sempre ben presente che, comunque, l’attuale Ospedale S. Francesco di Barga è una struttura moderna, efficiente, con 180 posti letto e che si trova lontano dalla zona epicentrale di un possibile grave evento sismico.
Progetto Terremoto in Garfagnana e Lunigiana
Valutazione del Rischio Sismico in Lunigiana e Garfagnana
Scenari di danno per la Pianificazione di Emergenza
(Capitolo 2 )
In altri termini si ritiene che lo scenario di danno per l’area della Garfagnana e Lunigiana in relazione alla sua elevata pericolosità sismica non può che individuare, come è accaduto peraltro in passato, una situazione di grave ed estesa drammaticità con un numero elevato di vittime, di feriti e di senzatetto.
……………….La pianificazione dell’emergenza a seguito dell’evento sismico di riferimento deve essere predisposta a conseguenze di dimensioni elevate, come quelle del Friuli del 1976 (M=6.5) e prossime a quelle dell’Irpinia del 1980 (M=6.8), in area di danneggiamento esteso a cavallo di tre regioni.
………………… le prime 6-12 ore determinano un elevato livello di criticità per indirizzare i soccorsi e sopratutto per il ricovero e l’assistenza dei feriti che nelle varie ipotesi è comunque di alcune migliaia di persone……..
( Capitolo 2.3)
L’area della Garfagnana e Lunigiana è compresa nella zona sismogenetica n. 28 del catalogo sorgenti sismogemetiche italiane ed è caratterizzata da numerosi terremoti storici di magnitudo superiore a 5, con un massimo storico assegnato al terremoto del 1920 con M=6.5 ……
(Capitolo 3.2.1.)
In questo capitolo, il Progetto Terremoto afferma che le direttrici di accesso all’area della Garfagnana ( considerata, assieme alla Lunigiana, area epicentrale del sisma ) sono tutte molto problematiche per i probabili danni alla viabilità ed alle relative opere ( ponti, viadotti, opere di sostegno e regimazione delle acque ), per la instabilità dei versanti, per la strozzatura della strada della fondovalle fra Barga e Castelnuovo, per i pericoli connessi al periodo invernale.
Di estrema importanza è quanto affermato nel documento della Regione Toscana circa il sistema ospedaliero.
(Capitolo 3.2.3 )
In relazione alla severità dell’evento sismico atteso, è altamente probabile che gli edifici (gli ospedali ) non siano in grado di assicurare il soccorso ai feriti in quanto abbiano perso la funzionalità anche in relazione a danni di tipo non strutturale.
In merito ai danni strutturali si ritiene di
escludere il collasso delle strutture per l’ospedale di Barga in quanto sufficientemente lontano dall’area epicentrale
escludere il collasso delle strutture dell’Ospedale di Castelnuovo seppur in zona epicentrale
in quanto entrambi gli ospedali sono stati oggetto di interventi di adeguamento sismico preventivo di cui alla L730/86.
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