Un referendum popolare per decidere quale dovrà essere la sede del nuovo ospedale unico della Valle. E’ questa la proposta shock che parte da Barga, lanciata dal Comitato per la difesa del cittadino di cui è referente Francesca Tognarelli.
Quanto è successo a Lucca ieri a Barga ha smosso una vera e propria ondata di indignazione popolare e da qui la richiesta del Comitato che ha diffuso un volantino dove attacca duramente anche il peso avuto nella decisione da parte del sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini e con lui quello dei sindaci di Montecarlo e Altopascio che non hanno voluto ascoltare le ragioni del rinvio: “Non riteniamo giusto che il comune di Lucca e la piana debbano interferire sulle decisioni che spettano ai sindaci della valle del Serchio, sulla scelta del sito del nuovo ospedale – scrive il comitato – come del resto i nostri sindaci non lo hanno fatto per la scelta del “San Luca”.
Ma ce n’è anche per l’atteggiamento seguito dalla regione Toscana nella vicenda: “Per noi doveva essere la Regione Toscana a scegliere il nuovo sito in relazione soprattutto al bacino maggiore di utenza che ne usufruisce, senza far scannare i sindaci che come si sa finiscono per fare scelte di campanilismo senza tener conto di cosa è meglio o più funzionante e senza sapere di che tipo di ospedale si tratta”.
Per questo Il comitato in difesa del cittadino chiede alla Regione Toscana di promuovere un referendum popolare fra tutti i cittadini della valle del Serchio per la scelta del nuovo sito: o Mologno o il Piano Pieve. Una scelta tra le due aree per ospitare il nuovo ospedale a servizio di tutta la valle.
[dw-post-more level=”1″] “Si deve decidere noi – è la motivazione del comitato – Noi che ci abitiamo in questa valle; noi che abbiamo la terra sotto i piedi che trema continuamente; noi che abbiamo le strade dissestate; noi che abbiamo centinaia di frane e smottamenti continui; noi che per andare a Lucca ci vuole un’ora e al “San Luca” che nascerà un’ora e mezzo – ammesso che il passaggio a livello sia aperto -; noi che siamo comuni montani; noi che vogliamo una sanità che funzioni; noi che paghiamo le tasse ma non contiamo nulla.
Il Comitato chiede quindi che tutto quanto è stato deciso nelle ultime conferenze dei sindaci venga bloccato “devono essere i cittadini a decidere perché la vita è loro, non della politica. Vogliamo un referendum popolare”
[/dw-post-more]
Il problema è che dopo avere speso una montagna di soldi per l’ospedale di Barga e per quello di Castelnuovo adesso , forse avremo un nuovo ospedale (eufemismo chiamarlo così ?) che di fatto lascerà la cittadina di Barga , si la cittadina e non le frazioni o i comuni limitrofi , priva di una realtà che in questi momenti di “miseria economica” , insieme alla presenza delle scuole superiori ,è la sola che comportava un notevole afflusso di persone a Barga. Non mi pare che a questo aspetto sia stato data la giusta importanza. La cultura è una gran bella cosa , ma i piatti si riempiono in altri modi. Per noi avere un ospedale a Mologno o a Pieve Fosciana cambia poco dal punto di vista “sanitario” perchè ciò che conta dovrebbe essere la qualità del servizio e non ridurre posti letto , aumentare il costo dei ticket,poter eseguire esami strumentali solo dalla prossima stagione …
Abbiamo perso tutti ,non da oggi ma da anni , sperando che la rassegnazione non ci faccia chinare ancora di più la testa.
Francamente il referendum lo proporrei per aggregarci alla provincia di Modena.
O, in alternativa, per l’indipendenza tout court del territorio di Barga dal resto del paese.
Leghista? Forse.
Ma dobbiamo ricordarci di tutto ciò tra breve, quando saremo chiamati di nuovo cittadini da qualcuno.
Se si crede veramente nel Referendum Popolare,con l’idea di una struttura migliore di quella preventivata a Castelnuovo, non c’è spazio per le chiacchiere, convocare subito i sindaci della Media Valle al teatro Unione di Borgo a Mozzano e lì sancire, senza indugi, che è partito ufficialmente l’iter, superando anche l’elezione del nuovo Papa. Tutti in Conclave. Il resto sono solo le solite chiacchiere.
Abbiamo votato per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti……
Abbiamo votato per non privatizzare l’acqua….
Abbiamo votato per avere un governo…
O Cecchi, ma Lei ci crede ancora che un voto popolare abbia un senso?
Le scelte della classe dirigente, che non votiamo più ma della quale ratifichiamo, per facciata, la nomina imposta, vanno in un solo senso, farsi i fatti loro, guadagnando alle nostre spalle.
Se vogliamo superare questo dobbiamo far vedere a chi ci dirige che non abbiamo bisogno di loro, della loro sanità, della loro scuola, dei loro servizi, ma organizzarci come cittadini per crearne di alternativi fruibili a tutti.
Quando i cittadini possono esprimere il loro parere su temi importanti che li riguardano direttamente credo sia il massimo della democrazia.
Circa il chiaro pensiero di Valter possiamo essere anche concordi. Sul finale l’idea è bellissima, ci sarebbe da capire chi gestirebbe la questione e se tornerebbero i conti a coloro che hanno i quattrini, che poi sono dalla parte contestata e non del popolo che attende.
Anche Grillo avrebbe voluto la vittoria del Centrosinistra per starsene “comodo” all’opposizione e da lì condizionare positivamente il Governo per noi, inframezzato a ciò tutto quanto sappiamo… così io penso e… spero per la nostra Italia.
Tornando al Referendum, certo se andiamo avanti con le chiacchiere e non si fa nulla di concreto e ci si limita soltanto a vedere dopo il disastro creato e… non previsto? allora anche noi è bene riporre la penna e starsene a zappare l’orticello o a fare bene ognuno il suo modesto lavoro, se ce l’ha…
Si scrive qualcosa cercando di incitare, con la speranza che serva e con spirito costruttivo per la Democrazia.
Il Referundum sulla questione ospedale unico dove, ha bisogno però di una chiara posizione dei Sindaci della Media Valle e espressa altrettanto chiaramente nero su bianco: o sì, lo vogliamo, o no, non lo vogliamo. Questo attende il popolo dei medi valligiani dopo le dichiarazioni, poi agire di conseguenza nelle sedi opportune, come la Conferenza più grande dei Sindaci.
Per noi è un po’ come vedere che le cose stanno cambiando, che c’è la vera intenzione di confrontarsi su temi che fortemente interessano i cittadini amministrati.
L’atto formale è indispensabile e deve essere pubblico.
Ho mischiato grandi e piccoli temi o problemi perché il senso è per me lo stesso: all’erta contro la paralisi politica che ancor di più ci distrugge.