Riprende con l’intervista a Davide De Palma il percorso di conoscenza con gli artisti di Arti Differenti – edizione 2013, la collettiva allestita negli spazi del teatro dei Differenti per unire al linguaggio teatrale anche i molti messaggi delle altre forme d’arte.
L’allestimento della mostra, che raccoglie lavori di pittura, scultura, fotografia, grafica prodotti da artisti emergenti provenienti da tutta Italia, è stato prorogato fino al 20 aprile prossimo.
Indica una frase che per te riassume il tuo modo di fare arte
L’arte, secondo me è quanto più di primordiale sia insito nell’uomo. Le immagini sono in grado di evocare le più profonde emozioni dell’animo umano. Questa è la mia ricerca, fare opere che siano dirette senza artifizi o sotterfugi, che vadano in modo netto a suscitare, in chi le guarda, emozioni, sentimenti e pensieri. E’ un mio modo di trasmettere sensazioni, bypassando le comuni regole della comunicazione.
Davide De palma, nato e cresciuto a Benevento, dopo gli studi tecnici hai studiato all’Accademia di Belle arti di Bologna. Come è avvenuto il passaggio al percorso artistico e quale è stata la tua prima opera pittorica?
Il percorso si è concatenato nel corso degli anni attraverso le mie varie passioni e le mie esperienze. Il passaggio alla pittura è avvenuto in modo naturale e lo stesso vale per la mia prima opera pittorica che s’intitola “senza titolo 2004”. Da allora è continuata la mia ricerca nel mondo pittorico attraverso l’astratto informale.
Coltivi sin dalla tenera età anche l’amore per la poesia, la musica e la letteratura. Quanta influenza hanno queste discipline sulle tue creazioni pittoriche?
Di sicuro si influenzano a vicenda accomunate dalla stessa matrice, l’armonia. La quale si esprime soprattutto nella musica che ha influenzato e che influenza le mie opere nella ricerca cromatica ed armonica.
Hai partecipato a numerose collettive e varie personali, la tua visione pittorica è caratterizzata dall’astrattismo come pura descrizione di stati d’animo attraverso il colore. Le tue creazioni sono state definite “piccole finestre aperte su mondi perduti”. Quanto lavoro c’è a monte dell’atto creativo?
Ogni opera nasce da un intenso lavoro di ricerca, di studio. Nasce dapprima nella mia mente come se apparisse in un sogno. Poi avviene l’atto creativo, che io definisco “evocativo” perché va a ritrovare quella sensazione, quell’immagine già risoluta. Le opere poi diventano una figlia dell’altra con il susseguirsi della ricerca.
Che tipo di rapporto hai con il teatro?
Un ottimo rapporto. Credo che tra le arti abbia la più efficace espressione dell’animo umano con tutte le sue sfaccettature. In questo senso si può parlare di cultura, legata alla conoscenza profonda dell’essere umano.
Arti Differenti nasce come ricerca di contatto tra l’arte figurativa contemporanea ed il mondo del teatro, è un tentativo di dialogo più profondo fra linguaggi espressivi diversi. Racconta le tue sensazioni in merito a questa esperienza.
È un’esperienza molto interessante unire due arti che insieme formano un paradosso, unire il “chiasso” delle arti figurative al “silenzio” del teatro. Il teatro esprime in modo sottinteso, non svelato, silenzioso ciò che l’arte figurativa mostra in modo sfacciato e senza pudore.
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