Safety Day ieri mattina alla cartiera di Ponte all’Ania, stabilimento che fa parte del Gruppo multinazionale Smurfit Kappa. Un’occasione per aprire l’azienda ai familiari dei dipendenti e per mostrare a tutti le norme, i comportamenti e gli adeguamenti effettuati per abbattere il rischio di incidenti.
La “giornata della sicurezza” – avvenuta in contemporanea in tutti gli stabilimenti italiani – non è che una tappa del più ampio progetto “Safety Bridge”, un’iniziativa promossa dal gruppo per responsabilizzare i dipendenti non solo sul lavoro ma anche nella vita domestica.
La visita è stata anche l’occasione per mostrare l’impegno dello stabilimento verso l’ambiente dato che la materia prima maggiormente utilizzata è carta riciclata che permette di risparmiare centinaia di migliaia di alberi ogni anno. Anche l’impianto di depurazione, attraverso attività biologiche, restituisce notevoli quantità di bio gas, permettendo un buon risparmio di metano, fonte energetica non rinnovabile.
La sicurezza sui luoghi di lavoro e un “ponte” che la colleghi anche alla vita domestica. In estrema sintesi è questo il concetto che sta dietro il progetto “safety bridge” sostenuto dal gruppo cartario Smurfit Kappa Italia di cui fa parte anche la cartiera di Ponte all’Ania.
Per dirla con le parole del presidente del gruppo “Il Safety Bridge è il più importante tra i nostri progetti nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa. Esso favorisce infatti l’aumento della consapevolezza dei rischi in ambito domestico dei nostri dipendenti e dei loro familiari e produce un reale beneficio in ambito aziendale, con un incremento dei comportamenti sicuri dei nostri dipendenti nel corso della loro attività lavorativa”.
Si mira insomma a responsabilizzare i dipendenti verso il tema della sicurezza sia a casa che sul lavoro, in modo che ognuno sia una componente attiva e di esempio nella prevenzione del rischio.
Per quanto riguarda l’impianto di Ponte all’Ania, questo progetto ha attraversato diverse fasi tra cui la realizzazione di una speciale campagna di sensibilizzazione i cui testimonial sono stati i figli dei dipendenti, fotografati nell’uso corretto delle norme e dei dispositivi di sicurezza secondo lo slogan “Fatelo voi per le persone che amate”.
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Un’altra tappa del Safety Bridge è stato l’invito – ben accolto dai 130 dipendenti di Smurfit Kappa Ania – a segnalare i near miss, i “mancati incidenti”, ossia tutte quelle situazioni di potenziale rischio che si riscontrano durante l’attività lavorativa. Questo per rendere partecipi tutti quanti e non solo le figure preposte, incentivando questa collaborazione tra lavoratori e gruppo dirigente con l’estrazione periodica di premi tra le segnalazioni pervenute.
L’attenzione a sicurezza lavorativa e domestica di questa multinazionale leader nella carta, cartone e imballaggi si è espressa anche in un “Safety day” dedicato alle famiglie dei lavoratori, le quali hanno potuto visitare l’impianto e comprendere e valutare i livelli di sicurezza.
La visita, condotta dal direttore di stabilimento Massimiliano Listi, dal responsabile delle risorse umane Valentina Azzi e dal responsabile per la sicurezza Graziano Bertoli, non solo ha dimostrato ai familiari come i loro cari sono protetti da incidenti ma anche evidenziato un altro tipo di impegno sociale del gruppo. L’impianto di Ponte all’Ania, dove si produce carta da imballaggio, usa infatti come materia prima carta straccia permettendo di risparmiare ogni anno 4/500mila alberi e consentendo di riciclare 200mila tonnellate di macero. Un tema di grande importanza e attualità quello del riciclo, anch’esso seguito e incentivato dal gruppo Smurfit con campagne e open day dedicati alle scuole.
La visita, effettuata in contemporanea in tutti gli stabilimenti italiani per la “5° giornata della sicurezza”, ha messo in luce anche un altro fatto virtuoso che caratterizza Smurfit Kappa Ania, ossia il sistema di trattamento delle acque. La depurazione avviene infatti per mezzo di un passaggio chimico-fisico e successivi trattamenti biologici grazie a batteri che “digeriscono” i residui della produzione; questo sistema quindi non solo consente un uso limitato di additivi chimici per il trattamento delle acque ma consente anche, come prodotto finale dell’attività batterica, la produzione di biogas che viene poi riutilizzato dall’impianto per alimentare le caldaie.
L’attenzione alla sicurezza, insomma, riguarda sia i luoghi di lavoro e i dipendenti, sia l’ambiente e la comunità circostante la cui esposizione a potenziali rischi viene ridotta con investimenti continui in entrambi gli ambiti. In tempi di crisi come questi, un impegno del genere non può che fare onore all’azienda.[/dw-post-more]