PIO.
Ho cercato già nel nome, Villa Libano, il mistero o tracce del mistero di cui abbiamo bisogno.
Per esprimerci, cercandolo.
Ho rubato una chiave di questo vecchio albergo, la 19.
Pensando di trovare il mio mistero, il mio segreto, in una chiave.
Pensando all’inizio del mio racconto a Barga.
Ma non mi tornavo. Mi sembrava solo estetica.
Poi ho capito che quello che volevo raccontare ce l’ho intorno.
Come sempre.
Sono le dieci persone che si alterneranno a lavorare nella Villa.
Dieci vite, dieci voci, dieci misteri.
Dieci gusci.
Mi è venuta in mente la gallina, iimaginando i miei ‘colleghi’ che, come me, cercassero qualcosa per continuare a comunicare.
Ho pensato a questo animale nervoso e calmo nello stesso tempo, emblema di una vita al presente, un paio di ali forse ricordo di un volo passato, molto passato.
E poi la gallina nelle culture popolari non è mai simbolo sacro, e questo rende i bagagli più leggeri e l’artista libero.
Come ne ‘L’albatro’ di Baudelaire, ma all’inverso, la gallina è regina a terra, delegando alle questioni col cielo altri nobili animali.
Una vita al presente, un paio di finte ali come condanna, e tanta ironia, quello sempre.
PIO è un idea di presente, è un tributo razzolante ai compagni di viaggio a Barga, un omaggio generico a chi vola, senza avere le ali per farlo.
Ho preso dieci uova fecondate di gallina, le ho segnate, coccolate, riscaldate, covate: aspetterò.
Al 14 giugno, le uova si saranno schiuse da 25 giorni, quindi presenterò dieci pulcini.
Dieci pulcini pigolanti della grandezza di un pugno.
Dieci vite, partite da uova simili nella forma e nel colore.
Nella stanza ci saranno, oltre ai pulcini, due lavori, uno pittorico e uno documentaristico, appoggiati a terra alle pareti.
Valerio Michelucci – Livorno 1972
Vive e lavora a Livorno operando nel campo delle arti visive.
Dal 1995 lavora in teatro, come attore, per alcune compagnie locali e nazionali.
Nel 2003 si dedica alla lavorazione del legno, aprendo una falegnameria, proponendo oggetti dove il riciclo dei materiali si accompagna all’uso di tecniche moderne di assemblaggio e finitura.
Dal 2012 si dedica principalmente alla creazione di sculture in materiali vari, di recupero e non, dal ferro al legno al calcestruzzo, studiando una serie di modelli di piante grasse, fichidindia, cactus, agavi.
Dal 2011, in collaborazione con S.Pilato, realizza istallazioni all’aperto.
Quando possibile vola in parapendio.
Valerio Michelucci’s site can seen here