Slow food and #loveproject at EXPO Milan 2015 – barganews.com v 3.0

Slow food and #loveproject at EXPO Milan 2015

The #loveproject has now moved up a gear and is starting to appear in various places. Last week is was a central player in a conference held in Livorno on “the art of giving” and was presented to an audience of academics including professors from the University of Florence. This week it moved to the very heights of the commercial world as it was presented to the public at the EXPO Milan 2015 in the Slow Food Pavilion.

Slow Food was initially founded in Italy during the 1980s. Its primary aim is to demonstrate the importance of understanding where different foods come from, and the effect they have on the environment.

This ties in with the theme for the 2015 Expo, Feeding the Planet, Energy for Life, which aims to explore and seek solutions to the global issues of food shortage and waste.

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l progetto #loveproject ha ora cambiato marcia e sta cominciando a comparire in vari luoghi. La settimana scorsa è stato protagonista di una conferenza tenutasi a Livorno su “l’arte di dare” e presentato a un pubblico di accademici, tra cui professori dell’Università di Firenze. Questa settimana è stato presentato al pubblico presso l’EXPO Milan 2015 nel Padiglione Slow Food.

Slow Food è stata fondata in Italia negli anni ’80. Il suo obiettivo principale è dimostrare l’importanza di comprendere da dove provengano i diversi cibi e l’effetto che hanno sull’ambiente.

Questo si lega al tema dell’Expo 2015, Alimentare il Pianeta, Energia per la Vita, che mira a esplorare e trovare soluzioni ai problemi globali di carenza e spreco di cibo.

 
  

 

The Slow Food Pavilion

Built entirely in wood and with its recognizable Red Snail logo clearly visible on the outside, the Slow Food Pavilion greets visitors to the Universal Exposition near the East – Roserio entrance to the Site. Its space is delineated by a triangle of three welcoming roofs, beneath which can be found a theatre for meetings and cultural events, an exhibition area devoted to Biodiversity and a zone devoted to tastings, particularly of products and dishes protected and promoted by Slow Food Presidiums.

Exhibition: Discover Biodiversity

How can we feed the planet while guaranteeing good, clean and fair food for everyone? According to Slow Food, the answer lies in taking biodiversity as our starting point. At Expo, we will be communicating our vision through an interactive exhibition where visitors can read, watch and play, grasping the significance of our fight to save biodiversity with every step. The “Discover Biodiversity” exhibition is divided into various sections, with large wooden tables dedicated to different themes.

The Tree of Food installation, for example, shows how food is made up of many different interweaving aspects, all communicating with each other: language, culture, place, social and environmental sustainability, the five senses, conviviality and much more. Visitors can help to expand this vision by writing down what food means to them on a label and hanging it from the tree, whose branches will become ever fuller during the six months of the event.

Biroldo – Fabio Nutini.

This unusual blood sausage is made using the lean pig’s head, giving it a soft consistency. After boiling the head for three hours, it is deboned and mixed with a little blood, salt, pepper and spices: primarily wild fennel, but also nutmeg, cloves, cinnamon and star anise. The mixture is then packed into casings. Before being consumed, the Biroldo must be boiled for another three hours and then cooled slowly in the open air, pressed under a weight so that some of the fat drips out. The sausage is eaten sliced, often accompanied by the typical Garfagnana chestnut bread or potato bread.

“Si distingue dagli altri prodotti simili perché è più ricco, all’interno c’è più carne; si avvicina più alla soppressata, dal sapore forte, speziato, l’unico difetto del Biroldo è che può dare dipendenza” – Fabio Nutini.

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Questa insolito salsiccia di sangue è fatta utilizzando la testa magra del maiale, dandole una consistenza morbida. Dopo aver bollito la testa per tre ore, viene denervata e mescolata con un po’ di sangue, sale, pepe e spezie: principalmente finocchio selvatico, ma anche noce moscata, chiodi di garofano, cannella e anice stellato. La miscela viene quindi confezionata in budelli.

Prima di essere consumata, il Biroldo deve essere bollito per altre tre ore e quindi raffreddato lentamente all’aria aperta, premuto sotto un peso in modo che alcune delle parti grasse escano fuori.

La salsiccia viene mangiato a fette, spesso accompagnata dal tipico pane di castagne o pane di patate della Garfagnana.

 

 

 

Pane di Patate della Garfagnana – Paolo Magazzini

In Garfagnana e in una parte della Valle del Serchio è tuttora viva la tradizione del pane di patate, chiamato anche “garfagnino”: una variante ingentilita di un pane di mistura diffuso un tempo, specie nelle annate avare di cereali, in tutta l’Europa continentale.

La ricetta prevede di aggiungere alla farina di grano un 15% di patate lesse e schiacciate, un poco di semola e tritello, sale marino di grana media; la lievitazione è fatta con lievito madre (al quale si aggiunge un poco di lievito di birra per ridurre l’acidità). Le patate, provenienti da coltivazioni locali, rendono il pane particolarmente morbido e saporito (sono ottime quelle coltivate nel comune di Sillano, in due località, Metello e Dalli, a circa 1200 metri di altitudine). Una volta sminuzzato l’impasto in pagnotelle ovali, si spolverano di farina di mais e si introducono nel forno precedentemente riscaldato con legno di cerro. Dopo un’ora circa sono pronte per essere consumate. Si conservano bene anche alcuni giorni grazie all’umidità delle patate. Non aspettatevi un intenso aroma di patate: il pane di patate della Garfagnana non ne ricorda, né al naso né in bocca, il sapore in modo deciso. Semplicemente l’aggiunta delle patate lesse lo rende più saporito del comune pane toscano, più morbido e conservabile. Le grandi pagnotte di uno o due chili, tagliate a fette, sono ottime abbinate ai salumi della Garfagnana, quasi tutti piuttosto salati come è tradizione in Toscana: biroldo, mondiola, lardo e pancetta.

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