For many months, the sign on the door had said “opening soon” and for most of those months people had been wondering what was going to open in what was once the Gallery Marzocco and how long was actually “soon” ?
Both questions were answered a few weeks ago as the OXO collection Gallery finally opened its doors and invited people in to see the transformation.
What people had remembered of a red and green space jam packed full of paintings and antiques had now been totally renovated and turned into an open well lit, white space contemporary art gallery which many people expressed surprise at the actual size of the gallery. Somehow it seemed much larger that they remembered.
Then just as people were getting used to seeing the work through the gallery windows, blinds were erected and the door shut again.
Constant movement of people backwards and forwards and today – surprise, surprise, the arrival of a large piano.
Something was in the air.
httpv://www.youtube.com/watch?v=uVs4VTfpUFs
This Saturday at 6 pm the gallery will be open again with a special event
MUSIC FOR PIANO – Il Viaggio Infinito di Massimo Salotti
Quando si parla della musica di Gurdjieff De Hartmann, il pensiero corre immediatamente alla distinzione fra musica oggettiva e musica soggettiva.
Raramente ci fermiamo ad ascoltare gli echi di terre lontane, di quei luoghi che permisero allo stesso compositore di mettere assieme i sacri ” contrappunti” della conoscenza nascosta che Gurdjieff si impose di scoprire e trasmetterci.
Caucaso ed Armenia, teatri naturali di religioni, etnie, profumi e culture diverse, furono paesi che da sempre cercarono di tramandare tradizioni e valori, fino allo spaventoso genocidio per mano dell’impero ottomano: gli spazi delineati dalle eteree melodie delle sue composizioni, echi di canzoni popolari, portano con se profondi significati legati all’IO, diventando quel ” Punctum contro Punctum” oggetto del faticoso percorso di ricerca che l’autore vuol farci Dzvederedz, ancor prima che ascoltare.
Ecco dunque che più che parlare di musica oggettiva, parlerei dimusica indefinita, indefinibileper il suo fascino che richiama alle steppe selvagge dell’Asia, ai misteri d’Oriente, alle atmosfere russe d’inizio secolo, alle carovane nel deserto… musica che corre, viaggia, mira alla ricerca della via verso la propria sorgente interiore. Ecco dunque che il mio pensiero corre alla percezione della stessa esecuzione: la musica, quell’arte che esiste solamente nel momento del presente, assimilata nel momento in cui viene espressa, filtrata dall’ego/personalità dell’esecutore, dai pregiudizi e dalla storia culturale degli ascoltatori… una forma d’arte che cambia aspetto e forma in maniera quasi liquida, che cambia l’effetto, soggettivo, in ognuno di noi, ma che oggettivamente ci trasmette delle vibrazioni ben definite, calibrate, come Dzuna medicinadz prescritta dallo stesso compositore.
La musica di Gurjieff non è musica da comprendere. E’ una musica che nella sua semplicità quasi primordiale è priva di punti di riferimento riconoscibili. Serve esclusivamente ad immergerci in uno stato interiore profondo, come una spinta prepotente verso il centro dell’essere umano. Da qui ne deriva che l’ascolto non possa che essere un ascolto diverso da quello che conosciamo tradizionalmente.
La musica di Gurdjieff è certamente un inizio senza fine. Un viaggio verso l’infinito interiore di ognuno di noi. Per il risveglio dell’umanità.
Come G. ci insegna.
Eight artists showing their work in the new space – Fabrizio DA PRATO, Roberto GIANSANTI, Fabio MAESTRELLI, Giorgia MADIAI, Luigi PAOLINI, Nicola SALOTTI, KEANE and Stefano TOMMASI.