The Bells of the Duomo Ring Out Over Barga
Vivos voco, mortuos plango — I call the living, I mourn the dead
As dusk fell on the first of November, the sound of the great bell of the Duomo di San Cristoforo spread gently through the misty air of Barga. Its long, sombre tones drifted across the rooftops and down into the valley, marking the vigil of All Souls’ Day — I Rintocchi della Memoria, the Chimes of Memory.
Then, at steady intervals, the three bells of the cathedral answered one another in deep, resonant voices. Their echoes rolled through the belfry before dissolving into the fog, leaving behind a vibration that seemed to hang in the air.
They were, as every year, sad yet familiar sounds — waking the city from its quiet evening and calling to mind those who have departed. Down in the plain of Sigliari, where many of Barga’s loved ones rest, perhaps even the silence seemed to listen.
The bells tolled slowly and mournfully through the November mist, for all who have gone — and for those who remain to remember them. Their sound reached not only across the city but also, symbolically, across time and distance, to those who lie far away, perhaps without even the mercy of a flower.
The tradition, kept alive by the Gruppo Campanari di Barga, continues to bind the living and the dead through sound — a fragile yet enduring bridge of memory.
Text inspired by G. Pia’s “Rintocchi della Memoria”
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Le Campane del Duomo Risvegliano Barga
Vivos voco, mortuos plango — Chiamo i vivi, piango i morti
Al calar della sera del primo novembre, il suono della grande campana del Duomo di San Cristoforo si è diffuso dolcemente nell’aria nebbiosa di Barga. I suoi rintocchi lunghi e malinconici sono scivolati sopra i tetti e giù verso la valle, annunciando la vigilia della Commemorazione dei Defunti — I Rintocchi della Memoria.
Poi, a intervalli regolari, le tre campane della cattedrale hanno risposto una all’altra con voci profonde e risonanti. I loro echi sono rotolati nella cella campanaria, dissolvendosi infine nella nebbia e lasciando una vibrazione sospesa nell’aria.
Erano, come ogni anno, suoni tristi ma familiari — che destavano la città dal suo silenzio serale e richiamavano alla memoria coloro che non sono più tra noi. Laggiù, nella piana di Sigliari, dove riposano molti dei cari di Barga, forse persino il silenzio sembrava ascoltare.
I rintocchi cadevano lenti e mesti attraverso la nebbia di novembre, per tutti coloro che se ne sono andati — e per chi resta a ricordarli. Il loro suono si è diffuso non solo sulla città, ma anche, simbolicamente, attraverso il tempo e la distanza, fino a raggiungere coloro che dormono in terre lontane, forse senza nemmeno la pietà di un fiore.
La tradizione, mantenuta viva dal Gruppo Campanari di Barga, continua a unire vivi e morti attraverso il suono — un fragile ma duraturo ponte della memoria.
Testo ispirato a “Rintocchi della Memoria” di G. Pia
