E’ una bella storia a lieto fine quella di Lillo e Giorgio. Una storia sofferta coralmente da tutta la Piazza, anzi da due Piazze.
La scomparsa, o meglio, il mancato rientro a casa della bestiola il 29 Settembre (data precisa perché impressa nella mente di Giorgio) fu già una notizia, ma non allarmò più di tanto. I gatti, si sa, lo fanno di andarsene per i fatti loro anche per qualche giorno e Lillo è un gatto che gode di autonomia di movimento, grazie alla finestrella che dà sul tetto, lasciata sempre aperta da Giorgio che rispetta le esigenze del suo convivente.
Ma, pur godendo di piena libertà, Lillo condivide la giornata, quasi ora per ora con il suo compagno di vita. D’altra parte, da tempo, hanno messo insieme le loro solitudini e hanno formato una famiglia rispettosa dei ruoli e degli orari.
Lillo, sul mezzogiorno, fa capolino in Galleria come un figlio che va in ufficio dal padre per tornare insieme a casa per il pranzo.
Giorgio, quando scende la sera, se il gatto si attarda, lo chiama insistentemente Lillo…..Lillo, come si fa con un bimbo che non vuole smettere di giocare.
Insieme, poi, si ritagliano momenti di completo relax,lasciandosi andare sulla panchina soleggiata: il capo di Lillo abbandonato sul grembo di Giorgio che non si stanca di accarezzarlo con la mano e con gli occhi. Si intendono a meraviglia.
Un andamento di vita siffatto può essere interrotto solo da un incidente inaspettato.
Così la piazza sentenziò, caduta l’iniziale convinzione di una scappatella amorosa: troppo lunga l’assenza anche per una passione particolarmente focosa.
Giorgio, da parte sua, passò all’azione dopo l’inerzia dei primi giorni. Cominciò con il mostrare a tutti una foto di Lillo, religiosamente custodita in tasca. Forse si era sperduto e qualcuno gli aveva dato ospitalità. Un’ipotesi aperta alla speranza.
E se si fosse infilato in qualche cantina e fosse rimasto intrappolato?
Su questa ipotesi gli avventori dell’Aristo si trovavano d’accordo: sarebbe ricomparso o avrebbe trovato una via d’uscita, o si sarebbe fatto sentire.
Ma intanto Giorgio non stava con le mani in mano. Munitosi di una torcia, perlustrava cavità e cunicoli dei d’intorni, si accostava alle grate dei palazzi e lo chiamava per nome senza stancarsi di ripetere questa operazione. Invano. Nessun miagolio di risposta.
Allo scader del mese di assenza si presentò in piazza con le mani piene di scatolette di cibo. Le scorte di Lillo. Che ne godessero gli altri gatti! Ormai……
La Piazza soffriva per lui e non sapeva come comportarsi nei suoi confronti. Ogni mattina la stessa domanda implicita nello sguardo del buongiorno e invariato il cenno di diniego di Giorgio.
“Non si sa mai” cercava di consolarlo, mentre sorbiva il caffè, un amico e portava esempi di gatti ricomparsi a distanza di tempo.
” Smettetela di illuderlo ” lo rimproverava un altro.
“Mi accontenterei di ritrovarne il corpo per mettere l’animo in pace “, tagliava corto Giorgio – “Sapete che si fa ?”, proponeva l’oste Giovanni, non appena Giorgio era uscito, “gli se ne regala un altro di gatti. Che ne dite?”
Era insopportabile a tutti il pensiero di Giorgio rimasto senza il suo compagno. Ma, come in tutte le storie,la svolta era vicina.
E’ quasi il tramonto in Piazza Angelio immersa nel silenzio.
Il Rolandino attraversa la piazza e …”Ma questo è un miagolio “, dice fermandosi incerto. ” Sì, C’è un gatto che miagola. Viene da là, dalla casa chiusa della Silvia. In una manciata di secondi tutta la piazza si mobilita.
Chi ha le chiavi ? La Sandra ? Corro io a prenderle Giuliano, dacci una mano, vai a prendere la scala, quella più alta.
Rolando il suo fisico glielo permette, sale con agilità, raggiunge l’abbaino e si sporge. Eccolo là il Lillo! Miagola flebile, ma miagola e risponde al richiamo di Giorgio paralizzato dall’emozione.
Dopo 40 giorni lo stringe a sè. “Sento solo le sue ossa” dice e gli vien da piangere. A casa, a casa ora.
Più tardi qualcuno lo invita a scendere in piazza. “Non posso. Come mi allontano da lui Lillo piange “, si scusa.
Stasera l’ultimo pensiero degli abitanti della Piazza sarà per la famigliola ricomposta, al sicuro fra le pareti di casa.
Tutto domani riprenderà come prima. Un solo cambiamento; la finestrella che dà sul tetto resterà chiusa perchè………
I miracoli non si ripetono.
Article by Graziella Cosimini