La Garfagnana è da sempre terra di misteri e gialli irrisolti. Ma anche di grandi scontri e guerre sanguinose. Nel 188 a.c. il console Quinto Marcio Filippo al comando di 3.000 fanti e 150 cavalieri romani e 5.000 fanti e 200 cavalieri dei “socii” subì la più grave sconfitta avvenuta nella guerra tra Roma e i Liguri Apuani. Caddero sul campo 4.000 uomini e vennero perse 3 insegne delle legioni e 11 insegne degli alleati.
Poi fu la volta dei Longobardi, degli spagnoli, dei francesi e dei tanti pisani, lucchesi, fiorentini, modenesi. Ma la Garfagnana è stata soprattutto la terra dei lupi e dei briganti di Ludovico Ariosto. Sponda di sanguinose battaglie e lunghi assedi medievali. Luogo del Castruccio Castracani.
Linea Gotica della Seconda guerra mondiale.
La Garfagnana è terra di confine e luogo di fatti criminosi, e in questo ricordo nasce l’idea di costruire un concorso letterario dedicato ai racconti gialli che devono trovare ambientazione nella valle della Toscana lucchese. Castelnuovo di Garfagnana con la sua rocca ariostesca, Castiglione e il suo castello, San Romano, Vagli, i grandi laghi, le vette apuane, le antiche battaglie e i passaggi degli eserciti, possono essere scenari dei racconti dei partecipanti. Ma molto c’è ancora da scrivere e scoprire.
E con questo spirito è nato il concorso Garfagnana in Giallo che vede in giuria Enrico Luceri (Mondadori), con Sabina Marchesi, Andrea Giannasi, Barbara Coli e Maurizio Poli.
Dopo l’edizione 2009 con ospite Giampaolo Simi (scrittore per Einaudi e autore delle serie tv “I Ris” e “L’ispettore Coliandro”) nel 2010 salirà sul palco Mario Spezi (Rizzoli) salito alla ribalta nazionale per il caso del Mostro di Firenze.
Nell’ambito del concorso vero e proprio per il 2010 sono giunti in finale Andrea Nacci – Fabio Mundadori – Daniele Torquati – Emanuele Venditti – Iacopo Riani – Giovanna Gemignani – Marco Gavazzi – Normanna Albertini – Massimo Lerose – Damiano Celestini – Antonella Pellegrinotti – Alessandro Marchetti Guasparini. Domenica 21 novembre alle 16 presso la Sala Suffredini a Castelnuovo di Garfagnana si conoscerà il nome del vincitore.
Il concorso è indetto e organizzato da Il Giornale di Castelnuovo e patrocinato dal Comune di Castelnuovo di Garfagnana, dal Gal Garfagnana, Ponti nel tempo, da Prospettivaeditrice, da AperitivoCorto, da Compriamo a Castelnuovo e dall’Associazione per il Turismo in Garfagnana e Media Valle del Serchio.
Il programma del Garfagnana in Giallo 2010 Edizione dedicata a S.S. Van Dine
Venerdì 19 novembre
Ore 18 Con le autorità, il sindaco Gaddo Gaddi, l’assessore alla cultura Angiolo Masotti, l’assessore alla scuola Elena Picchetti, il presidente del consiglio comunale Luca Biagioni, il presidente del GAL Luigi Favari, il presidente di Compriamo a Castelnuovo Gianni Dini, il direttore del Giornale di Castelnuovo Andrea Giannasi, inaugurazione presso la sala “Suffredini” ex Archivio della mostra di riviste, macchine da scrivere antiche e oggetti legati al Crimine.
Presentazione ufficiale dell’antologia del Garfagnana in Giallo 2010 con la copertina del pittore Giampaolo Talani dal titolo “L’uomo del Diavolo”.
Ore 19 Visione di corti cinematografici dedicati al mondo del giallo di AperitivoCorto.
Sabato 20 novembre
Ore 18 Incontro con Mario Spezi (Rizzoli), giornalista e scrittore autore degli scoop sul Mostro di Firenze.
Interverranno Giuseppe Previti di GialloPistoia e Andrea Giannasi.
Ore 19 Visione di corti cinematografici dedicati al mondo del giallo di AperitivoCorto.
Ore 20,30 Cena workshop presso la Lanterna con visione di Corti e analisi delle Venti regole di S.S. Van Dine (i punti cardine di un buon giallo).
Domenica 21 novembre
Ore 14 Presso la sala “Suffredini” ex Archivio “Delitto a teatro”: letture dello scrittore Massimo Lerose (Prospettiva) e del giornalista Damiano Celestini.
Ore 14,30 Visione di corti cinematografici dedicati al mondo del giallo di AperitivoCorto.
Ore 15 Presentazione del saggio “La porta sul giallo” di Enrico Luceri e Sabina Marchesi.
Ore 16 Premiazione del concorso letterario “Garfagnana in Giallo”. Finalisti dell’edizione 2010: Andrea Nacci – Fabio Mundadori – Daniele Torquati – Emanuele Venditti – Iacopo Riani – Giovanna Gemignani – Marco Gavazzi – Normanna Albertini – Massimo Lerose – Damiano Celestini – Antonella Pellegrinotti – Alessandro Marchetti Guasparini.
Saranno presenti il sindaco Gaddo Gaddi, l’assessore alla cultura Angiolo Masotti, alla scuola Elena Picchetti, il presidente del consiglio comunale Luca Biagioni, Emilio Bertoncini di InGarfagnana.com e la giuria formata da Enrico Luceri, Sabina Marchesi, Andrea Giannasi e Barbara Coli.
Ore 17 Buffet del crimine a cura dell’Antica Pasticceria di Massimiliano e Federica.
Ore 18 Chiusura del secondo Garfagnana in Giallo e presentazione del bando del concorso 2011.
Gli ospiti
MARIO SPEZI
Mario Spezi è nato a Sant’ Angelo in Vado (Pesaro e Urbino) il 30 luglio 1945 e, a Firenze, ha fatto le prime esperienze di giornalista a Nazione Sera e Paese Sera. Quindi è stato, dal 1975 e per oltre due decenni, cronista giudiziario, poi redattore della pagina culturale della Nazione.
Dal maggio 2008 collabora con la redazione fiorentina del Corriere della Sera. Ha lavorato per il New Yorker, L’Espresso, L’Europeo, il giapponese Brutus, nonché per Rai (Chi l’ ha visto?, Notti blu) e Mediaset. Collabora con Panorama e Gente.
Ha pubblicato i saggi: Il mostro di Firenze, prefazione di Gianfranco Piazzesi, Milano, Sonzogno, 1983.
Toscana nera, Firenze, Polistampa, 1998. Il mito nero di Firenze (Mario Spezi/Natsu Kametzu), Tokyo, Shincho Sha, 1996. Le sette di Satana – Cronache dall’ Inferno, Milano, Sonzogno, 2004
Dolci colline di sangue (con Douglas Preston), Milano, Sonzogno, 2006
Inviato in galera, Reggio Emilia, Aliberti, 2007
E i romanzi: Il violinista verde, Milano, Marco Tropea Editore, 1996 (tradotto in Francia da Fleuve Noir nel, 1998, e in Giappone da Fusoh Sha nel 2005)
Il passo dell’ orco, Milano, Hobby & Work, 2003
Un’ indagine estrema del commissario Lupo Belacqua, 2009 (Barbera Editore).
GIUSEPPE PREVITI
Nato e residente a Pistoia ha collaborato con i quotidiani La Nazione, Il Mattino e il Nuovo Corriere per la pagina culturale e sportiva. Per l’emittente televisiva Pistoia-TVL conduce la rubrica settimanale “Giallo- Pistoia TVL”ormai da sei anni.E’ presidente dell’Associazione “Amici del Giallo di Pistoia”, è promotore di numerose iniziative culturali, in prevalenza legate al mondo del giallo e del noir.
Ha presentato in collaborazione con biblioteche e librerie di varie città diversi autori.
Ha pubblicato un saggio di critica teatrale dal titolo “Il Mito del teatro si rinnova” (ed. Sanzio-1968). Suoi racconti sono apparsi sulle antologie “Pistoia giallo e noir“(2006), “Delitti per sport“(2007), “L’ombra del
Sospetto” (2009), “Pistoia giallo e noir storici“(2009), tutti Del Bucchia editore.
Per lo stesso editore ha curato la prefazione di “Delitti a regola d’arte” e collaborato a “Almanacco giallo di Toscana“. Per Laurum editore un racconto sull’antologia “Toscana a luci rosse“(2009).
ENRICO LUCERI
Enrico Luceri (Roma, 12 febbraio 1960) è uno scrittore italiano di letteratura gialla.
Laureato in Ingegneria, lavora dalla metà degli anni ’80 in società di impiantistica per progetti in Italia e all’estero.
È autore di romanzi, racconti e sceneggiature, oltre che di un saggio sulla storia del cinema giallo thrilling all’italiana, presentato a puntate sulla rivista Sherlock Magazine. Una significativa parte delle sue opere di narrativa e saggistica, pubblicate anche con il nickname “Enricoelle”, è presente in Internet su siti quali MilanoNera, Orient Express e Celluloide. Fa parte dell’associazione RomaGialloFactory, che raccoglie scrittori di mistery di Roma e dintorni.
Ha ricevuto diversi riconoscimenti in molti premi nazionali:
NeroPremio edizioni (2004-2005); Delitto d’Autore, sezione racconti (2005); Dal tramonto all’alba, sezione “Notti nere” (2005); Concorso Adrenalina (2006); Premio Creativa, sezione saggistica (2007); Delitto d’autore, con il romanzo Fata Morgana, scritto a quattro mani insieme allo scrittore Andrea Franco (2008); Premio Tedeschi con il romanzo Il mio volto è uno specchio, (2008).
Inoltre ha ottenuto una segnalazione alla nona edizione del premio Lovecraft (2002); una segnalazione alla sezione romanzi del concorso “Avant Garden” (2006); un secondo posto (2004) e due premi speciali della giuria (2005 e 2006) alla sezione romanzi e un premio speciale della giuria per la sezione racconti (2006) ancora al concorso “Delitto d’autore”, un terzo posto ex–aequo al premio Profondo Giallo (2005), la targa del “premio Gaetano Cingari”, sezione saggistica (2006) e il terzo posto al “premio Nero Wolfe” (2008).
Nel 2007 ha vinto ex-aequo il XXXIII premio Gran Giallo Città di Cattolica, ma il suo racconto Il miglior perdono è la vendetta è stato poi squalificato perché considerato edito in quanto presente in Internet. Ha pubblicato:
Ma delitto è un sostantivo maschile? – Il Calamaio (2001)
Vita segreta di uno scrittore di gialli – Magnetica (2006)
Profondo come un pozzo – Il Melograno (2006)
Le colpe vecchie fanno le ombre lunghe – Prospettiva (2008)
Il mio volto è uno specchio – Mondadori (Il Giallo Mondadori n° 2967) (2008)
SABINA MARCHESI
Sabina Marchesi (Roma, 22 novembre 1963) è una giornalista italiana, vive a Roma, e si occupa di letteratura, scrittura creativa e criminologia.
Curatrice della Guida GialloNoir e FantasyFantascienza del network Dada Supereva, collabora con numerose testate, portali e riviste, tra cui «Inchiostro», «Il Falcone Maltese», «Scienza & Paranormale», Progetto Babele, «Il Carabiniere» e «M Rivista del Mistero». Fa parte delle redazioni di «Sherlock Magazine», «Thriller Magazine», «Progetto Babele», «Kult Underground» e «Il Rifugio degli Esordienti». Ha fondato la scuola di scrittura creativa «Non esserci sarebbe un delitto», è docente di Scrittura Creativa e Criminologia e ha svolto attività di formazione presso le Biblioteche di Roma sotto il Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura.
Per la Casa Editrice Il Foglio, è Direttore della nuova collana Giallo Toscano.
Fra le opere a cui ha collaborato ci sono Dasetteadodici, un’antologia a cura di Progetto Babele, Colpi di Scena, antologia a cura di Cinzia Tani, Dizionoir – Enciclopedia della letteratura Noir a cura di Mauro Smocovich, Sexy Trhiller con Claudia Salvatori, Borsalino, un diavolo per cappello, edito da Robin, Colpi di Testa, edito da Noubs, e Il Libro dello Scrittore 2007, edito da Gremese in collaborazione con l’Ansa.
Enti patrocinanti
Comune di Castelnuovo di Garfagnana – Gal Garfagnana – Il Giornale di Castelnuovo – Compriamo a Castelnuovo – Ponti nel tempo – Associazione per il Turismo in Garfagnana e Media Valle del Serchio – Prospettivaeditrice – AperitivoCorto
Il Giornale di Castelnuovo
L’edizione 2010 del Garfagnana in Giallo è dedicata al giallista Van Dine
Le 20 regole del romanzo giallo di S.S. Van DINE (1888 – 1939)
Lo scrittore S. S. Van Dine, che si chiamava in realtà Willard Huntington Wright, fu il padre dell’investigatore Philo Vance. Negli anni Venti scrisse quelle che sono conosciute come le Venti regole di Van Dine, le leggi che regolano un racconto giallo.
1. Il lettore deve avere le stesse possibilità del poliziotto di risolvere il mistero. Tutti gli indizi e le tracce debbono essere chiaramente elencati e descritti.
2. Non devono essere esercitati sul lettore altri sotterfugi e inganni oltre quelli che legittimamente il criminale mette in opera contro lo stesso investigatore.
3. Non ci deve essere una storia d’amore troppo interessante. Lo scopo é di condurre un criminale davanti alla Giustizia, non due innamorati all’altare.
4. Né l’investigatore né alcun altro dei poliziotti ufficiali deve mai risultare colpevole. Questo non é buon gioco: é come offrire a qualcuno un soldone lucido per un marengo; éuna falsa testimonianza.
5. Il colpevole deve essere scoperto attraverso logiche deduzioni: non per caso, o coincidenza, o non motivata confessione. Risolvere un problema criminale a codesto modo é come spedire determinatamente il lettore sopra una falsa traccia, per dirgli poi che tenevate nascosto voi in una manica l’oggetto delle ricerche. Un autore che si comporti così é un semplice burlone di cattivo gusto.
6. In un romanzo poliziesco ci deve essere un poliziotto, e un poliziotto non é tale se non indaga e deduce. Il suo compito é quello di riunire gli indizi che possono condurre alla cattura di chi é colpevole del misfatto commesso nel capitolo I. Se il poliziotto non raggiunge il suo scopo attraverso un simile lavorìo non ha risolto veramente il problema, come non lo ha risolto lo scolaro che va a copiare nel testo di matematica il risultato finale del problema.
7. Ci deve essere almeno un morto in un romanzo poliziesco e più il morto é morto, meglio é. Nessun delitto minore dell’assassinio é sufficiente. Trecento pagine sono troppe per una colpa minore. Il dispendio di energie del lettore dev’essere remunerato!
8. Il problema del delitto deve essere risolto con metodi strettamente naturalistici. Apprendere la verità per mezzo di scritture medianiche, sedute spiritiche, la lettura del pensiero, suggestione e magie, é assolutamente proibito. Un lettore può gareggiare con un poliziotto che ricorre a metodi razionali: se deve competere anche con il mondo degli spiriti e con la metafisica, é battuto “ab initio”.
9. Ci deve essere nel romanzo un poliziotto, un solo “deduttore”, un solo “deus ex machina”. Mettere in scena tre, quattro, o addirittura una banda di segugi per risolvere il problema significa non soltanto disperdere l’interesse, spezzare il filo della logica, ma anche attribuirsi un antipatico vantaggio sul lettore. Se c’é più di un poliziotto il lettore non sa più con chi stia gareggiando: sarebbe come farlo partecipare da solo a una corsa contro una staffetta.
10. Il colpevole deve essere una persona che ha avuto una parte più o meno importante nella storia, una persona, cioé, che sia divenuta familiare al lettore, e lo abbia interessato.
11. I servitori non devono essere, in genere, scelti come colpevoli: si prestano a soluzioni troppo facili. Il colpevole deve essere decisamente una persona di fiducia, uno di cui non si dovrebbe mai sospettare.
12. Ci deve essere un colpevole e uno soltanto, qualunque sia il numero dei delitti commessi. Il colpevole può aver naturalmente qualche complice o aiutante minore: ma l’intera responsabilità e l’intera indignazione del lettore devono gravare sopra un unico capro espiatorio.
13. Società segrete associazioni a delinquere “et similia” non trovano posto in un vero romanzo poliziesco. Un delitto interessante é irrimediabilmente sciupato da una colpa collegiale. Certo anche al colpevole deve essere concessa una “chance”: ma accordargli addirittura una società segreta é troppo. Nessun delinquente di classe accetterebbe.
14. I metodi del delinquente e i sistemi di indagine devono essere razionali e scientifici. Vanno cioé senz’altro escluse la pseudo-scienza e le astuzie puramente fantastiche, alla maniera di Giulio Verne. Quando un autore ricorre a simili metodi può considerarsi evaso, dai limiti del romanzo poliziesco, negli incontrollati domini del romanzo d’avventure.
15. La soluzione del problema deve essere sempre evidente, ammesso che vi sia un lettore sufficientemente astuto per vederla subito. Se il lettore, dopo aver raggiunto il capitolo finale e la spiegazione, ripercorre il libro a ritroso, deve constatare che in un certo senso la soluzione stava davanti ai suoi occhi fin dall’inizio, che tutti gli indizi designavano il colpevole e che, s’egli fosse stato acuto come il poliziotto, avrebbe potuto risolvere il mistero da sé, senza leggere il libro sino alla fine. Il che – inutile dirlo – capita spesso al lettore ricco d’istruzione.
16. Un romanzo poliziesco non deve contenere descrizioni troppo diffuse, pezzi di bravura letteraria, analisi psicologiche troppo insistenti, presentazioni di “atmosfera”: tutte cose che non hanno vitale importanza in un romanzo di indagine poliziesca. Esse rallentano l’azione, distraggono dallo scopo principale che é: porre un problema, analizzarlo, condurlo a una conclusione positiva. Si capisce che ci deve essere quel tanto di descrizione e di studio di carattere che é necessario per dar verosimiglianza alla narrazione.
17. Un delinquente di professione non deve mai essere preso come colpevole in un romanzo poliziesco. I delitti dei banditi riguardano la polizia, non gli scrittori e i brillanti investigatori dilettanti. Un delitto veramente affascinante non può essere commesso che da un personaggio molto pio, o da una zitellona nota per le sue opere di beneficenza.
18. Il delitto, in un romanzo poliziesco, non deve mai essere avvenuto per accidente: né deve scoprirsi che si tratta di suicidio. Terminare una odissea di indagini con una soluzione così irrisoria significa truffare bellamente il fiducioso e gentile lettore.
19. I delitti nei romanzi polizieschi devono essere provocati da motivi puramente personali. Congiure internazionali ecc. appartengono a un altro genere narrativo. Una storia poliziesca deve riflettere le esperienze quotidiane del lettore, costituisce una valvola di sicurezza delle sue stesse emozioni.
20. Ed ecco infine, per concludere degnamente questo “credo”, una serie di espedienti che nessuno scrittore poliziesco che si rispetti vorrà più impiegare; perché già troppo usati e ormai familiari a ogni amatore di libri polizieschi. Valersene ancora é come confessare inettitudine e mancanza di originalità.