L’accordo tra KME e sindacati è stato firmato stamattina al termine di un’ultima e serrata trattativa no-stop andata avanti 20 ore. Dunque l’azienda si è imegnata a ritirare i 275 esuberi a livelli degli stabilimenti italiani (142 erano previsti a Fornaci) ed ha garantito il mantenimento degli attuali organici fino al 31 dicembre 2015. Rimane inoltre in funzione il forno Asarco di Fornaci di Barga che viene incrementato, così come è previsto un investimento per la creazione della seconda buca di colata per il forno di affinaggio. Tra le altre cose previste nell’accordo, la sua durata temporale, il prossimo triennio. Da qui al 2015 verranno inoltre utilizzati vari ammortizzatori sociali quali i contratti di solidarietà.
La sigla dell’accordo viene annunciata da una nota del coordinamento nazionale di Fim Fiom Uilm e che riportiamo sotto. Sull’accordo siglato stamani a Firenze è giunto anche un comunicato di KME che riportiamo a fine di questo articolo per intero e che spiega mewglio alcuni passggi.
Come spiega il coordinamento nazionale, i sindacati hanno anche hanno concordato con KME l’istituzione di un nuovo premio in alternativa di quello attualmente in essere: “Tale premio, totalmente variabile – spiega la nota dei sindacati – sarà riconosciuto a fronte di risultati di bilancio concordati fra le parti”.
Questo, ricordiamo, in sostanza è il punto riguardante la riduzione della parte variabile della busta paga di cui si parla di tempo.
E’ stata inoltre istituita qualche settimana orsono, una commissione economica congiunta con il compito di verificare l’andamento del risultato industriale in corso d’anno. Elemento importante, secondo i sindacati, dato che la commissione avrà accesso a dati altrimenti non disponibili.
Sull’accordo ecco che cosa scrive invece KME:
“Nell’incontro tenutosi oggi a Firenze tra i responsabili di KME Italy SpA, la società che rappresenta le attività industriali italiane di KME, il primo gruppo industriale europeo di prodotti in rame e leghe controllato da Intek Group SpA, e le organizzazioni sindacali è stato raggiunto un accordo che conclude la trattativa avviata in Gennaio. Le parti hanno riconosciuto la situazione di pesante difficoltà di mercato per il gruppo KME nel contesto della più ampia e persistente crisi globale, con importanti ripercussioni negative sugli ordini e sulle produzioni degli stabilimenti italiani ed esteri, concordando sui seguenti punti:
Un piano industriale che prevede, sino al termine dell’accordo (Dicembre 2015) il mantenimento e lo sviluppo dell’attuale attività industriale ; in particolare sarà mantenuto in attività il forno fusorio Asarco di Fornaci di Barga e sarà mantenuta tutta l’attuale gamma di prodotti finiti nei due stabilimenti italiani (Fornaci di Barga e Serravalle Scrivia). Saranno mantenute in Italia capacità di progettazione e realizzazione di impianti, . Le officine Lime, attualmente dedicate a questa attività restano comunque ferme per mancanza di ordin.
Le procedure di mobilità avviate a febbraio relative a 275 dipendenti sono interrotte e vengono attivati provvedimenti tesi a limitare l’impatto sociale della crisi sui lavoratori: saranno posti in mobilità solo coloro che accetteranno volontariamente di lasciare l’azienda
L’azienda si impegna a verificare soluzioni diverse quali: il tempo parziale; il ricollocamento in ruoli svolti in precedenza da personale con contratto a termine o da dimissionari; trasferimenti volontari in altre sedi; internalizzazione di attività. Verranno utilizzati per tutto il personale gli ammortizzatori sociali disponibili. Istituzione, per la durata dell’accordo, di un nuovo Premio di risultato totalmente variabile che sostituisce gli incentivi in vigore, per consentire un sistema di incentivazione più direttamente legato agli obiettivi di redditività, individuati nel raggiungimento di un solo parametro, l’EBITDA a livello Italia. Il nuovo premio va a rendere variabili istituti che erano divenuti stabili, costituendo un contributo che tutti i dipendenti , forniscono per superare il periodo di crisi e proteggere così il futuro dell’azienda . Si tratta di un’assunzione di responsabilità importante , in quanto il nuovo premio verrà erogato solo se saranno raggiunti risultati economici che rendano l’azienda economicamente “sostenibile”. Tale assunzione di responsabilità coinvolgerà in misura generalizzata tutti i livelli aziendali, a partire dal vertice. KME è cosciente che il compromesso raggiunto impone sacrifici a tutte le parti in causa, ma la gravità del contesto economico richiede azioni forti e responsabilità da parte di tutti.
Tale assunzione di responsabilità collettiva rende necessaria, in una logica partecipativa , una ancor maggiore trasparenza di gestione e condivisione degli elementi economici della gestione . Viene , in questa logica costituita una Commissione Economica Congiunta, composta da un rappresentanti sindacali e aziendali, con il compito di valutare periodicamente gli andamenti economico-finanziari delle attività italiane. I membri di tale Commissione avranno pieno accesso ai dati economici consuntivi e previsionali dell’anno in corso. Questi ultimi due punti dell’accordo sottoscritto, rappresentano un deciso e innovativo passo verso un sistema di relazioni industriali più trasparente e che responsabilizza appieno tutte le componenti aziendali nello sforzo di rilancio della redditività. Nei prossimi giorni l’accordo sarà sottoposto all’approvazione delle assemblee dei lavoratori”.
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Nel rendere noto della firma dell’accordo esprimono soddisfazione i sindacati: “Si tratta – scrivono di: “un atto importante che segna concretamente il nostro impegno a difesa dei lavoratori tutti e di un pezzo fondamentale del patrimonio industriale toscano e alessandrino. Si tratta di un accordo impegnativo dato che il nuovo premio di risultato mette in gioco una parte del salario dei lavoratori in una fase particolarmente difficile e le clausole di salvaguardia contenute nell’accordo rappresentano una scommessa impegnativa per tutti.
Dopo la sigla, la parola passa ai lavoratori: “faremo con loro le assemblee- afferma la nota del coordinamento FIOM FM UILM – consapevoli sia dei punti di avanzamento che dei punti di criticità”.
“Un accordo coraggioso, che salva i posti di lavoro, e che conserva una grande azienda legata alla Toscana ed in modo particolare alla Valle del Serchio”.
Così il senatore Andrea Marcucci (Pd) giudica con soddisfazione l’intesa raggiunta oggi a Firenze, tra le organizzazioni sindacali e la Kme.
“In un contesto economico così difficile, i 275 esuberi preannunciati nei mesi scorsi avrebbero creato una vera e propria rottura sociale – dice il parlamentare – oltre a rappresentare di fatto un vero e proprio declassamento per un’industria competititiva sui mercati internazionali. La firma dell’accordo e l’avvio di un nuovo piano industriale sono ossigeno per la Toscana”.
Per il parlamentare “va riconosciuto anche il coraggio dei sindacati, che a fronte di una reale diminuzione degli ordini, hanno concordato un premio di produzione variabile, a fronte dei risultati di bilancio. L’esito positivo di questa vicenda conferma che dalla crisi si esce tutti insieme, con il senso di responsabilità delle imprese, dei sindacati e degli enti locali”,conclude Marcucci
Soddisfazione per la sigla dell’accordo anche dall’on. Raffaella Mariani (PD) che afferma: ”arriva un primo importante risultato per la vertenza Kme e la tutela dell’occupazione e dello sviluppo nella Valle del Serchio. Adesso è necessario mantenere alta l’attenzione sul futuro di un’azienda da sempre molto importante per tutto il nostro territorio e sulle prospettive dei lavoratori che ne hanno resa possibile la crescita e l’affermazione”.
Soddisfazione anche da parte del presidente della Provincia di Lucca Stefano Baccelli: “Sebbene l’esito positivo fosse atteso, anticipato dalle informazioni avute dai sindacati nell’incontro istituzionale di pochi giorni fa a Firenze, – afferma Stefano Baccelli – non può che esserci soddisfazione per la notizia dell’accordo raggiunto tra le parti.
Infatti in questo modo si evitano i licenziamenti attivando gli ammortizzatori sociali e viene mantenuto il forno fusorio di Fornaci di Barga destinandovi ulteriori lavorazioni provenienti da altri stabilimenti.
Credo – conclude Baccelli – che sindacati e azienda abbiano dimostrato senso di responsabilità e un impegno a gestire in modo costruttivo e non traumatico una situazione che risente della crisi che sta interessando l’intero Paese”.
Intanto, questo pomeriggio alle 18, era previsto anche un incontro tra i sindacati, il sindaco di Barga, Marco Bonini ed i capigruppo consiliari. ve ne parleremo sicuramente domani, venerdì 12 aprile.
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In un momento così difficile per l’Italia e la sua gente, un simile accordo, così come espresso nell’articolo, non può che renderci tutti un pochino più tranquilli.
Io sarei per far suonare le campane di Fornaci, di tutto il Comune e della Valle.
Non si è vinto niente, però poteva finire ancora peggio e allora sì che c’era da piangere ancora, perché quella fabbrica rappresenta la concreta idea di un lavoro per chi abita la Valle con benefici per la stessa.
Come ex dipendente e sindacalista della fabbrica, mi sento di esprimere un grazie a tutti coloro che si sono impegnati per questo risultato, dagli operai, al sindacato, elemento importantissimo per dirigere nelle giuste direzioni le loro istanze; a quelle amministrazioni che non hanno sottovalutato la portata della partita e così dicendo per arrivare alla controparte che ha firmato l’accordo.
Certo per gli operai i sacrifici non son finiti, ma almeno quando entrano nel cancello non sentiranno quel peso che pone sulle loro spalle l’ignoto futuro e di questi tempi non è assolutamente cosa di poco conto.
Perché l’accordo sia fortificato e duraturo, però è dovere di tutti tenere alta e costante l’attenzione. Non possiamo e non dobbiamo lasciare mai sola ogni attività produttiva e chi ci lavora.
Solo così si è tanto forti da poter ricercare aiuti man mano più in alto.
Ormai la ricerca del mantenimento del lavoro, e se possibile aumentarlo, è una lotta giorno per giorno.