Le Nove Novelle sufi illustrate in questo libro da Paola Marchi , si inseriscono nella secolare tradizione Sufi che affonda le sue radici nella cultura persiana, araba, turca, sia scritta che orale. Per questo motivo, a volte non sono riconducibili ad alcun autore specifico.
Sono uno strumento di lavoro molto vitale, un materiale didattico usato in funzione di un unico criterio: il credito che i Sufi stessi gli accordano. Sono perciò funzionali al momento. Per questo non possono essere applicati i criteri abituali – storici, letterari o di altro genere – per decidere ciò che deve essere incluso o escluso.
Questo stesso criterio è stato usato dall’autrice per la scelta delle novelle qui illustrate: cioè portare all’attenzione del lettore occidentale e al suo contesto storico/sociale attuale, seppur in modo aconfessionale, alcuni degli insegnamenti profondi contenuti in queste storie.
Per Paola Marchi, l’idea di illustrare alcune novelle appartenenti alla tradizione Sufi, nasce dall’esigenza di poter trasmettere anche ai bambini i semi di saggezza in esse contenuti e contribuire a questa catena invisibile di saggezza viva.
Le Nove Novelle sufi è un libro rimasto cristallizzato per otto anni, dopo un iniziale e promettente contatto col compianto Gabriel Mandel khan, allora Khalifa della Confraternita dei Sufi Jerrahi Halveti in Italia e qualche sporadica apparizione in compleanni o feste dei figli dell’autrice. Ora ha finalmente trovato maturazione e occasione di essere pubblicato. – source – fontanaeditore
L’idea di illustrare alcune novelle appartenenti alla tradizione sufi, nasce dall’esigenza di poter trasmettere anche ai bambini i semi di saggezza in esse contenuti.
Le novelle sufi infatti si inseriscono in una tradizione che affonda le sue radici nella cultura persiana, araba, turca, sia scritta che orale. Per questo motivo non sono riconducibili a nessun autore specifico e questo ha costituito un grande motivo di fascino per me. Sono onorata di poter dare il mio piccolo contributo a questa catena invisibile di saggezza viva.
A questo proposito, voglio raccontare un aneddoto che, negli anni, ha assunto la forma di una specie di benedizione. Scrissi infatti una email al, mai abbastanza compianto, Gabriele Mandel Khan, raccontandogli sinceramente quello che sentivo e cioè l’impulso a illustrare alcune delle novelle, per poter offrire ai miei figli prima e a tutti i bambini poi, uno strumento utile per affrontare la vita.
All’epoca avevo illustrato solo tre novelle e ne avevo fatto un librino a mano, che desideravo spedirgli come dono. Ricordo che, con mio grande stupore, mi rispose subito, gentilissimo, proponendomi di pubblicarle tramite la confraternita dei sufi Jerrahi-Halveti di Milano, di cui
all’epoca (2010) era Vicario Generale (Khalyfa).
Ci fu un breve scambio di mail, nelle quali ebbi modo di constatare, da parte sua, una gentilezza paterna nei miei confronti, gentilezza che mi ha accompagnata negli anni e che tuttora continuo a sentire. La vita poi, fa il suo corso, e purtroppo non ho avuto la possibilità di poterlo incontrare di persona. Ricordo l’ultima email che mi scrisse: “solo per dirle che il suo librino mi tiene sempre compagnia”, alla quale seguì la comunicazione ufficiale della sua partenza verso la Casa del Padre.
Il librino è rimasto così, cristallizzato per otto anni, se si esclude qualche compleanno di mio figlio, nel quale ho potuto raccontare ai suoi amichetti la storia dell’asino caduto nel pozzo, quella dei tre pesci e il racconto di come il fiume riuscì a superare il deserto aiutato dal sole e dal vento.
Oggi finalmente, grazie all’incontro con l’editore Fontana, vedo realizzarsi questo piccolo contributo che offro a una causa molto più grande, quella di nutrire la parte viva di ogni essere umano. – Paola Marchi