 E’ stata una di quelle serate che non ti puoi dimenticare quella trascorsa ieri sera con lo scultore, scrittore, appassionato di montagna Mauro Corona, organizzata dall’associazione Lake Angels al teatro dei Differenti. Intanto per la cornice di pubblico, con un teatro più che gremito di gente e con tanti estimatori di Corona che sono dovuti rimanere fuori. Forse in 400 erano venuti a Barga per ascoltarlo.
E’ stata una di quelle serate che non ti puoi dimenticare quella trascorsa ieri sera con lo scultore, scrittore, appassionato di montagna Mauro Corona, organizzata dall’associazione Lake Angels al teatro dei Differenti. Intanto per la cornice di pubblico, con un teatro più che gremito di gente e con tanti estimatori di Corona che sono dovuti rimanere fuori. Forse in 400 erano venuti a Barga per ascoltarlo.
Ma indimenticabile anche perché starlo ad ascoltare è sempre una esperienza unica ed in quello che ti racconta Corona ci sono tanti spunti di riflessione anche per la vita di tutti i giorni di ognuno di noi.
E indimenticabile è stato anche il monologo fiume di Mauro che è arrivato verso le 21,30 e ha abbandonato il teatro dopo l’una e un quarto, parlando senza sosta, aiutato da una bella bottiglia di Brunello di Montalcino usata come clessidra (“finita questa smetto di parlare”) fino a dopo la mezzanotte e rispondendo ben volentieri alle domande del pubblico che hanno spaziato dalla montagna, all’arte al suo ultimo libro. Prima di andarsene non si è risparmiato a firmare autografi ed a posare per la foto ricordo con tutti quelli che glielo chiedevano. I ragazzi dei Lake Angels hanno faticato non poco per portarlo infine a cena al ristorante “Scacciaguai” dove ormai avevano perso ogni speranza di andare a casa.
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Corona ha presentato a sua maniera il suo ultimo libro, “La fine del mondo storto”, edito da Mondadori, un romanzo diverso dai precedenti in cui Corona, come ha detto, cerca di dare consigli utili sul come sapersela cavare da soli: “non che io sia un insegnante ma ho ereditato molto dai vecchi. Una volta per vivere bisognava lavorare con le proprie mani, oggi la manualità manca completamente. Le mani non si usano più – ha detto -- se, in pieno inverno, finisse il petrolio, il carbone e l’energia elettrica, quanti se la saprebbero cavare? Gli uomini si accorgerebbero che tutto il benessere conquistato, fatto di oggetti meravigliosi e tecnologia, sarebbe perfettamente inutile”.
Ma Corona ha davvero spaziato un po’ in ogni dove. Ecco alcune sue frasi estrapolate dalle sue riflessioni: “la gente non ha più fiducia nei valori”; “l’uomo ha commesso lo sbaglio di aver dimenticato di coltivare la terra”; “la nostra è una democratura, un misto tra democrazia e dittatura”; “le case editrici sono associazioni a delinquere. Compreso Mondadori… andatelo pure a scrivere su Facebook, non me ne frega niente”.
Ha parlato anche del suo rapporto di amore col vino affermando peraltro che: “Sono astemio anch’io. Mi atteggio solo”.
Ha parlato infine della sua scultura sul legno e del rapporto con le piante: “il faggio è tosto e robusto. Ci devi fare il metalmeccanico. L’operaio.”
Insomma una serata diversa, inusuale, trascorsa insieme a 400 persone, ma come se ci si trovasse tra amici al tavolo di un’osteria. Bravo, Corona e bravi Lake Angels che lo avete portato a Barga.
 One of those unforgettable evenings in Barga last night as the phenomenon known as Mauro Corona, swept into the city and captured the attention of all those in front of him well into the small hours of the morning.
One of those unforgettable evenings in Barga last night as the phenomenon known as Mauro Corona, swept into the city and captured the attention of all those in front of him well into the small hours of the morning.
Mauro Corona is a writer, sculptor, climber and a very accomplished storyteller and it was this part of his many accomplishments which held Barga in thrall as a packed Teatro dei Differenti sat and listen to his stream of consciousness, ideas, anecdotes and stories about life and man’s position on this planet.
He opened a bottle of Brunello Montalcino at the start of his monologue and informed the audience that he would carry on speaking until the bottle was finished.
Those in the audience who knew something of Mauro Corona’s history fully expected that the show would last but a few minutes, very few thought that they would be leaving the theatre almost 4 hours later, but that is precisely what Mauro went on to do as he kept the audience entertained and involved in his twisting and turning stories.
Mauro - quale è tua rapporto con l'arte?
The last time the theatre was this packed was when Paolo Nutini played a concert here five years ago. In fact just like the evening that Paolo played, not everybody managed to get in to see Mauro Corona, with upwards of 100 people milling around outside the front doors of the theatre unable to get tickets.
The evening was a huge success for the Lake Angels who had organised the event after meeting Mauro and inviting him to speak in Barga.
Mauro  - Tambura ?