Prosegue il festival letterario “Tra le righe di Barga”, con, questa sera, Aurelio Picca ed il suo romanzo “Se la fortuna è nostra”, edito da Rizzoli.
Un libro testamento, ma al contempo liberazione nel quale l’autore narra la storia di tre generazioni della sua famiglia intrecciandola con la Storia d’Italia e la storia della società a cui appartengono gli uomini le donne che percorrono il romanzo.
Figure ricche, vivide, presenti anche se morte: i morti sono forse i protagonisti più presenti, con tutto quello che hanno significato in vita e quello che ancora possono dare nel ricordo di chi resta in “un glorioso banchetto di vivi e morti tra cielo e terra”.
Molte figure attraversano il romanzo e lo caratterizzano, come la percezione dell’Arcangelo Gabriele, ritenuto dal capostipite il protettore della famiglia per la sua angelicità e spietatezza; o la dolorosa colite che affligge l’autore tormentandolo con i diverticoli che prendono peròun significato più ampio, più alto, dato che – come ammette l’autore – la pancia è l’altra sede dell’anima.
Altre immagini sono correnti nel romanzo ed ognuna incarna un significato, narrato in modo asciutto, semplice ma efficace come gli episodi che vengono a galla e compongono quella serie di perle che è il romanzo, scritto per onorare la promessa fatta al nonno di raccontare la storia di famiglia.