 Ecco donne la Befanaaa… non è quella dell’altr’anno… O sì?
Ecco donne la Befanaaa… non è quella dell’altr’anno… O sì?
Beh, l’importante è che sia tornata di nuovo, dato il bel clima di festa che trasmette a tutta Barga e dintorni.
La buona vecchietta non ha mancato l’appuntamento, e come tutti ci aspettavamo è arrivata a Barga dalla sua casina di Pegnana. Qui ha trovato decine e decine di bambini e bambine vestiti come lei che l’hanno accompagnata nel giro di questua per i negozi del Giardino, dove i commercianti, anche loro in abiti da befane e befanotti, non solo sono stati generosi, ma hanno anche preparato delle ricche calzalacce – la pentolaccia in forma di calza della befana – cariche di caramelle e cioccolate.
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Oltre al sostanzioso gruppo di befanine che hanno seguito la Befana, tanti altri gruppetti hanno girato le strade e i vicoli di Barga Giardino e Barga Vecchia intonando quel motivetto che oggi sarà sulla bocca di tutti, accennando anche alle strofe della poesia di Giovanni Pascoli che è praticamente divenuto l’inno ufficiale alla Befana di Barga. Tanto che l’amministrazione Comunale ha anche provveduto a affiggere il testo completo per le vie del capoluogo.
Alle 16.00 poi, la vecchina è giunta in piazza Salvo Salvi, dove ad attenderla c’era già una moltitudine di bambini e visitatori arrivati anche da lontano. Qui, aiutata dall’assessore Gabriele Giovannetti ha ricevuto uno per uno i bambini trepidanti e ha consegnato loro un piccolo dono. Intanto, per tutta la piazza e sotto l’adiacente loggia, musica di fisarmoniche e di chitarre, schiamazzi di bambini e chiacchere di adulti, hanno fatto da colonna sonora a questo bel pomeriggio di tradizione.
Col calare delle tenebre, comunque, la festa non si fermerà: dalle 20.00, in piazza Angelio e nei locali del centro storico si continuerà a far musica e a cantare le “befanate” attorno al falò e in giro per le strade, mentre la Befana, quella vera, andrà di casa in casa per distribuire doni ai bimbi.
Un bel gruppo di Befane festanti è partito anche da Catagnana per visitare le località vicine e cantare la questua a chi vorrà ascoltarla in cambio di qualche cosa, e come loro, altri gruppi nei paesi del comune stanno andando di casa in casa per festeggiare la vigilia dell’Epifania.
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Viene viene la Befana, / vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! la circonda / neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.Ha le mani al petto in croce, / e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello / ed è il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.E s’accosta piano piano / alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare / or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.Che c’è dentro questa villa? / uno stropiccìo leggiero.
Tutto è cheto, tutto è nero. / Un lumino passa e brilla.
Che c’è dentro questa villa?Guarda e guarda… tre lettini / con tre bimbi a nanna, buoni.
Guarda e guarda… ai capitoni /c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini…Il lumino brilla e scende, / e ne scricchiolan le scale:
il lumino brilla e sale, / e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? chi mai scende?Co’ suoi doni mamma è scesa, / sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso / come lampana di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.La Befana alla finestra / sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana, / passa per la via maestra,
trema ogni uscio, ogni finestra.E che c’è nel casolare? / un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco / brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?Guarda e guarda… tre strapunti / con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra le ceneri e i carboni /c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti…E la mamma veglia e fila / sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando / oh! quei tre zoccoli in fila…
Veglia e piange, piange e fila.La Befana vede e sente; / fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora / su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.La Befana sta sul monte. / Ciò che vede è ciò che vide:
c’è chi piange, c’è chi ride: / essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.