Gli eventi simici che si sono verificati nei giorni scorsi sono una semplice attività “fisiologica” o qualcosa di inusuale? E soprattutto, se l’epicentro si trova nel Parmense, perché la scossa di terremoto di ieri è stata avvertita così chiaramente anche in Valle del Serchio?
Per rispondere a questi dubbi abbiamo contattato il professor Gianluigi Ruggio, meteorologo e sismologo, che ci spiega come “la terra non sia un sasso lanciato nello spazio” e che quindi questi movimenti siano una normale attività dovuta soprattutto alla spinta delle placca adriatica e tirrenica.
Quelli di questi giorni sono dunque eventi che rientrano nel normale rischio sismico della nostra zona, con un’unica anomalia: l’eccezionale profondità degli ipocentri.
Se in media, infatti i sismi che si verificano sulla penisola italiana si sviluppano tra i 5 e i 30 km sotto la crosta terrestre, quello di ieri è avvenuto ad una profondità di circa 60 km: questa l’anomalia, caratteristica che però ha evitato gravi danni.
La grande profondità a cui si è sviluppata l’energia sismica infatti ha consentito che l’onda si propagasse su una grande distanza, quasi disperdendosi: questo spiega anche perché la Valle abbia chiaramente avvertito il sisma pur essendo avvenuto al di là della dorsale appenninica.
Il Professor Ruggio ci ha spiegato questi ed altri particolari che vi invitiamo ad ascoltare nell’intervista integrale, dove riporta anche le possibili evoluzioni dei movimenti di questa serie sismica e le implicazioni sul territorio italiano e nella nostra Valle.