Castelvecchio come l’Ucraina, dove per far più belle le città per gli Europei sono stati avvelenati e sterminati i cani randagi. Qui la questione è un po’ diversa, ma la crudeltà è la medesima. Decine e decine di gatti negli ultimi dieci anni, sono stati sistematicamente avvelenati. Tutti utilizzando un micidiale veleno per lumache, la Metaldeide.
Il veleno viene usato nelle coltivazioni e per la difesa delle piante e quindi si potrebbe anche dedurre che si tratti di avvelenamenti accidentali, ma le testimonianze e le prove raccolte in questi anni non lasciano dubbi. Qualcuno avvelena i gatti della zona e lo fa sostanzialmente per ucciderli.
La zona di Castelvecchio più colpita è la località La Foresta di Sopra. Qui, periodicamente, si assiste ad una vera e propria strage di gatti. Alcune famiglie, particolarmente vicine ai gatti e che ne allevano in gran quantità, sono state quelle più colpite. Gli ultimi sette sono stati avvelenati nei giorni scorsi e nella maggior parte dei casi non è stato possibile salvarli. Domenica gli ultimi interventi d’urgenza dello studio veterinario Andreotti e Lucchesi di Barga che nel corso di questi anni ha assistito a diversi di questi casi di avvelenamento.
A lanciare l’ennesimo grido di allarme è stata con una lettera inviata alla stampa, Manuela Bollati di Barga che è intervenuta dopo aver appreso di altri due casi avvenuti nei giorni scorsi. In realtà poi è emerso che l’avvelenamento aveva fatto molte più vittime.
La Bollati comunque scrive:
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“A Castelvecchio qualcuno ha assassinato l’ennesimo povero gatto, con la disperazione del suo proprietario. Pochi giorni fa sono stati avvelenati altri due gatti di proprietà, un maschio ed una femmina, dopo una lunga serie da quasi dieci anni a questa parte.
Purtroppo il gatto maschio non ce l’ha fatta. Avvelenamento da metaldeide, piccoli e velenosi granelli verdi-blu.
Vivo nel Comune di Barga dal 2003, già al tempo avevo sentito parlare di casi di avvelenamenti nella zona di Castelvecchio Pascoli. Sono state inoltrate le doverose denunce e segnalazioni di quanto avvenuto in passato e pochi giorni fa al Sindaco, alla Polizia Provinciale ed a tutte le Autorità competenti. A tutti loro, ora spetta fare quanto in loro potere per porre fine alle uccisioni dei gatti di Castelvecchio Pascoli”
Il dott. Gianluca Andreotti ci conferma l’accaduto in questa intervista:
“Sono diversi anni che si assiste nella zona Foresta di Sopra a Castelvecchio a casi di avvelenamento da metaldeide. L’autore non si conosce anche se sono state fatte diverse indagini dalle guardie provinciali e dai carabinieri.
Molti di questi animali ci sono stati portati per le cure. Alcune volte siamo riusciti a salvarli, altre no. Ed in questo caso abbiamo sempre richiesto le analisi e stabilito che si trattava di avvelenamento da metaldeide”.
Ma allora non è da escludere l’avvelenamento incidentale?
“Non si può ancora dire se questi avvelenamenti siano accidentali o dolosi con sicurezza, ma più volte è stato riscontrato che la metaldeide era mischiata a cibo per gatti. In più sarebbe abbastanza difficile che un gatto mangiasse la metaldeide pura”.
Come si manifesta e che cosa provoca questo avvelenamento?
“La metaldeide, essendo un veleno che agisce sul sistema nervoso, dà paresi e spasmi. Nei mammiferi la sintomatologia è molto complessa con convulsioni gravi, vomito e diarrea che danno estrema sofferenza agli animali. Oltre alla morte si rischiano anche gravi danni epatici o gastrici. La morte in genere sopravviene se non si interviene in tempo per sintomatologia nervosa grave”.
Ma come ci si può accorgere dell’avvelenamento?
“Per rendersene conto in tempo bisogna capirlo dai tremori, movimento degli occhi incontrollato, salivazione esasperata. Sintomi simili all’epilessia. Comunque sia al minimo sospetto bisogna intervenire con le adeguate cure”.
Quale è la percentuale di mortalità nei gatti che avete avuto in cura?
“Degli ultimi gatti uno è stato preso in tempo e l’altro non ce l’ha fatta. In passato comunque la percentuale di mortalità è stata attorno al 70% purtroppo”.
Insomma una situazione preoccupante, soprattutto per i proprietari di gatti di Castelvecchio. In questi giorni sono stati affissi anche dei volantini dove si denuncia l’accaduto e da più parti si chiede alle autorità ed alle istituzioni di trovare infine il responsabile di questi reati.
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Questi casi si ripetono purtroppo in continuazione senza che nessuno intervenga. In un nostro articolo di Aprile avevamo segnalato lo stesso problema a Torrite nel comune di Castelnuovo dove purtroppo si è ripetuto in questi giorni. Come abbiamo detto in varie occasioni la nostra zona è soggetta come nelle grandi città, a casi di maltrattamenti e di malgoverno e quando ne veniamo a conoscenza li segnaliamo alle istituzioni. Regna ancora troppo silenzio da parte della gente e quindi ripetiamo il nostro detto “Io vedo … sento …. ma non parlo – Il tuo silenzio è complice del maltrattatamento. Diventa la voce degli animali indifesi !” Esistono le leggi che vanno rispettate e spetta alle istituzioni intervenire per farle rispettare.
In questo caso vi riporto la relativa ordinanza:
Il Ministero della Salute ha emanato una nuova ordinanza (Ordinanza 10 Febbraio 2012) di divieto di utilizzo e di detenzione di esche e bocconi avvelenati.
Il provvedimento è sulla Gazzetta Ufficiale n.58 del 09 Marzo 2012 e fa seguito al verificarsi di avvelenamenti e uccisioni di animali domestici e selvatici a causa di esche o bocconi avvelenati, accidentalmente o intenzionalmente disseminati nell’ambiente. La presenza di veleni o sostanze tossiche rappresenta un serio rischio per la popolazione umana, in particolare per i bambini, a causa della contaminazione ambientale, con conseguenti danni anche al patrimonio faunistico, comprese le specie in via d’estinzione e all’ambiente.
L’ordinanza è in vigore dal 9 marzo 2012.
L’adozione dell’ordinanza 18 dicembre 2008, e successive modificazioni, ha reso possibile un maggior controllo del fenomeno con significativa riduzione dell’incidenza degli episodi di avvelenamento e con individuazione dei responsabili che sono stati perseguiti ai sensi delle norme penali vigenti. L’anno scorso, il Ministero della Salute ha anche realizzato delle specifice linee guida per favorire la massima efficacia attuativa delle norme, che vengono ora confermata “nelle more dell’emanazione di una disciplina organica in materia, mantenere le misure di salvaguardia e prevenzione”.
Il medico veterinario che, sulla base di una sintomatologia conclamata, emette diagnosi di sospetto avvelenamento di un esemplare di specie animale domestica o selvatica, ne da’ immediata comunicazione al sindaco e al Servizio veterinario dell’azienda sanitaria locale territorialmente competente. Il medico veterinario invia all’Istituto zoo profilattico sperimentale competente per territorio eventuali campioni e in caso di decesso dell’animale anche la carcassa, al fine dell’identificazione del veleno o della sostanza che ha provocato l’avvelenamento, accompagnati da referto anamnestico utile ad indirizzare la ricerca analitica. L’invio di carcasse di animali deceduti per avvelenamento e campioni biologici da essi prelevati, nonche’ di esche o bocconi sospetti di avvelenamento avviene per il tramite delle Aziende unita’ sanitarie locali competenti per territorio o delle imprese convenzionate.
Una nota esplicativa, diffusa a novembre del 2011 dal Ministero sulle azioni di contrasto al fenomeno degli avvelenamenti, contiene la modulistica e le schede utili al medico veterinario nell’espletamento dei compiti assegnatigli dall’Ordinanza 18 dicembre 2008: dalla segnalazione di sospetto avvelenamento alla sua conferma. Le linee guida sulla corretta esecuzione delle procedure di intervento sono state presentate dal Ministero della Salute nel corso di un convegno organizzato da ANMVI, di cui sono disponibili le videorelazioni.
Il file pdf è scaricabile sul ns. sito http://www.arcadellavalle.it
Sonia Ercolini
Segretaria “L’Arca della Valle”