Giovanni Gelati era un avvocato livornese molto noto scomparso nel 2000 all’età di 90 anni. Per uno strano caso del destino lui, antifascista per disprezzo della retorica e delle armi, si ritrovò ad essere podestà del borgo di Coreglia Antelminelli dove si trovava sfollato con la famiglia.
Non poté rifiutare alla richiesta della popolazione locale che chiedeva di sostituire il “vero” podestà rapito dai partigiani. Guardando in faccia la realtà di un paese allo sbando con l’incalzare dei tedeschi accettò, purchè fosse dispensato dall’obbligo del giuramento e per sei mesi, senza armi e senza aiuti, riuscì a mediare tra i partigiani e gli occupanti tedeschi per la salvezza del paese e dei suoi abitanti.
Fu proprio durante quel periodo che salvò la vita a due bambini di origine ebraica, Piera e Arnoldo Rossi, figli del suo amico Cesarino (ricercato come esponente sionista), accogliendoli in casa come figli suoi e nascondendoli ai tedeschi e ai fascisti. Gelati con grande spirito di umanità e grande coraggio, aiutato della moglie Lydia, fece in modo che nessuno potesse sospettare che fossero ebrei, riuscendo a salvarli.
Ricorda, infatti, Giovanna, la figlia di Gelati che all’epoca aveva due anni: “Ero convinta che Piera e Arnoldo fossero miei fratelli. Per proteggerli mangiavano come noi, anche carne di maiale, e mia madre li portava regolarmente alla messa”.
Proprio per questo suo gesto tra pochi giorni Gelati sarà insignito dallo stato di Israele del riconoscimento di Giusto tra le Nazioni e avrà una targa con un albero a lui dedicato nel museo Yad Vashem di Gerusalemme. Il titolo di “Giusto tra le Nazioni” viene assegnato ai non ebrei che rischiarono le loro vite per salvare gli ebrei durante la Shoah, agendo disinteressatamente. Per questo è stata istituita una commissione guidata da un membro della Corte Suprema israeliana che ha la responsabilità di assegnare il titolo attraverso un’indagine scrupolosa e accurata dei fatti.
Grande felicità tra i familiari ma anche tra la comunità coreglina che, nel 2009, aveva ricordato l’avvocato con una bella giornata e una edizione del Diario che Gelati aveva scritto durante il suo periodo da podestà.