Non c’è da preoccuparsi secondo il prof. Ruggio: questo terremoto, stando a strumentazioni ed esperti, può essere considerato un fenomeno isolato, espresso con un sisma piuttosto forte (quello delle 15.48 di ieri, magnitudo 4.8 richter) e seguito da un lungo sciame sismico utile alla dispersione di energia.
Ruggio ( di cui sotto potete ascoltare l’audio integrale della nostra intervista) fa anche chiarezza sull’epicentro, individuato da alcuni in Garfagnana, da altri nella zona di Frassinoro, in Emilia. Secondo il professore la zona dell’epicentro è quella di Pieve Fosciana, il cui movimento ha attivato le faglie vicine, stimolando quindi un’attività secondaria. La faglia della Garfagnana che tutti tanto teniamo, comunque, secondo il professore non si è mossa, ha solo risentito della vicinanza all’ipocentro.
Inoltre, la profondità attestata attorno ai 15 km ha fatto sì che l’energia si disperdesse su superfici maggiori, scongiurando il fatto che rimanesse concentrata in una zona circoscritta.
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Insomma, nella faccenda sicuramente sgradevole di questo forte terremoto, ci sono diversi aspetti positivi, tra i quali anche il fatto che l’episodio di ieri è stato seguito da uno sciame sismico ancora in corso: una serie di repliche che si manifestano sempre nella stessa zona focale. E poiché le repliche a cui stiamo assistendo sono di magnitudo molto inferiore alla prima scossa, ci sono i presupposti per dire con relativa certezza che il terremoto “ce lo siamo lasciato alle spalle”.
Si è trattato di un solo episodio che non si esprimerà ulteriormente. Anche se, bisogna sempre ricordarlo, viviamo in una zona sismica e quindi dobbiamo sempre tener di conto la possibilità che la terra torni a tremare.
Resta un fatto curioso: nel 1985 il terremoto avvenne il 23 gennaio; l’anno scorso il 27 gennaio, quest’anno il 25 gennaio. Che sia solo un caso? Non proprio, secondo il professor Ruggio. Una spiegazione razionale è possibile: la causa di questa coincidenza potrebbe essere data dalla ciclicità (indubbia) dei fenomeni fisici che coinvolgono l’universo che, attivando forze magnetiche, influenzano poi la crosta terrestre come nel caso più frequente delle maree.
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