“Nel paese della Memoria il tempo è sempre ora”. Sono parole di Stephen King che ci ricordano che, in qualche modo, “non si muore mai del tutto”: si sopravvive nei ricordi di chi rimane e, a volte, nella memoria pubblica. Accade poche volte, accade quando si è lasciato qualcosa di concreto e incancellabile durante il nostro cammino umano. E chi rimane, per ringraziare di questa eredità, non può fare altro che onorare questa specie di debito.
E Barga, sabato mattina, in parte, questo ha fatto dedicando a Gualtiero Pia, scomparso un anno fa, una lapide sul muro del Museo “Stanze della Memoria” (article here) . Se questa intitolazione c’è stata si deve, anche, alla passione di Pier Giuliano Cecchi amico ed estimatore di Pia.
Giuliano ci raccontò di Pia e dell’amicizia che li legava in un’intervista a poche settimane dalla morte. Fu l’occasione per proporre un gesto in ricordo di Pia che fu poi ripreso anche dal giornalista de La Nazione Vincenzo Pardini che condivise la nostra proposta di raccogliere in un libro le lapidi scritte dallo scrittore barghigiano.
Proprio a questo proposito, in questi giorni, Pier Giuliano, ci ha raccontato un sogno di Pia, rimasto tale: una lapide che ricordasse Pascoli e Puccini, da porsi nel Teatro Differenti. I due erano stati buoni amici.
Quando il 6 ottobre 1912, a sei mesi dalla morte del Pascoli, si tenne la cerimonia della traslazione del Pascoli da Barga a Castelvecchio, Puccini salì dalla sua villa a Torre del Lago, assieme al pittore Plinio Nomellini. Seguì in lacrime il corteo funebre, sotto la pioggia.
Questo il testo, rimasto a livello di bozza che Pia voleva dedicare a quell’intensa amicizia: “In questo storico teatro il 6 ottobre 1912 fu solennemente commemorato il poeta romagnolo Giovanni Pascoli (1855-1912) figlio adottivo della terra barghigiana stimato musicista lucchese Giacomo Puccini (1858-1924) presente alla cerimonia durante la traslazione da Barga al Colle di Caprona dietro al feretro del poeta il Maestro versò lacrime sincere le opere sublimi dei due grandi artisti sono patrimonio immortale dell’umanità”.
Peccato che il ricordo rimase solo una bozza. Tante sono invece le lapide che hanno visto la luce e che ora è bene riunire in una pubblicazione: un’occasione per ricordare anche le tante anime illustre di Barga e della Valle. Famose e meno. A proposito hanno il sapore del commiato le parole di presentazione di “Momenti Barghigiani” del 1993: “Tutti noi, come gli antichi, in qualche misura abbiamo contribuito alla crescita civile, religiosa, ricreativa, culturale, della nostra gente. E tutti, del nostro contributo, anche se minimo e svolto in genere senza interessi economici, siamo intimamente orgogliosi”.