Adriano Mariani, docente di storia e filosofia nel liceo scientifico di Castelnuovo Garfagnana (Lucca), ha pubblicato diversi studi che spaziano dalla poesia di Pier Paolo Pasolini, all’estetica di Giordano Bruno, alla tematica dell’infinito in Leopardi; su quest’ultimo, molto apprezzato, il volume “Leopardi. Nichilismo e cristianesimo, Roma, Edizioni Studium, 1997.
Siamo onorati di ospitare Adriano Mariani ad Acchiappasogni.
L’attenta lettura del suo bellissimo e documentatissimo libro “NON UCCIDERE” apre la strada ad un confronto che può essere utile a comprendere meglio alcuni dei passi storici e filosofici che si sono dimostrati fondamentali nella “forgiatura” del comportamento riservato agli animali dalla donna e dall’uomo Occidentali.
“Il comandamento ‘non uccidere’ non si riferisce solo all’uomo, ma a tutto ciò che vive. Questo comandamento era stato inciso nel cuore dell’uomo, prima ancora di essere scritto sulle tavole della legge” (Lev Tolstoj)
PROGRAMMA:
Ore 16:00 – Buffet di benvenuto
Ore 16:30 – Presentazione di Adriano Mariani e del suo libro “NON UCCIDERE”
Ore 17:00 – Intervista ad Adriano Mariani
Dalle ore 18:00 alle ore 19:00 – Domande del pubblico
L’evento sarà allietato dal violino di Giulia Manfredini.
In considerazione dei pochi posti disponibili (20), invitiamo tutti coloro che sono interessati ad inviare una e-mail di prenotazione al seguente indirizzo di posta elettronica: info@acchiappasognibarga.com.
Walter Tognocchi – Acchiappasogni Luxury B&B – Barga
Recensione a Adriano Mariani, Non uccidere.
Il cristianesimo alla prova della condizione animale, Pisa, Gandhi Edizioni, 2010
Il lavoro, articolato in quattordici informatissimi capitoli, è guidato–come l’autore stessa dichiara-dall’intento di“vagliare, alla luce del ‘principio nonviolenza’, la verità e i limiti del cristianesimo riguardo alla condizione animale” (p.195). Benché questo risulti certamente il nodo centrale dello studio, Mariani intrattiene proficuamente un dialogo continuo con testi che sono non soltanto quelli cristiani ma anche quelli della tradizione antica, induista, buddista, senza trascurare neanche la bibliografia degli studiosi che si sono interessati all’argomento.
L’adesione al vegetarianismo si configura qui come rifiuto radicale dell’idea della violenza perché, come l’autore mostra nel corso del volume, c’è una continuità di pensiero tra il campo di Auschwitz e il macello; così come c’è continuità, si può forse aggiungere, tra la rassegnazione al mangiar carne per pigrizia rispetto al cambiamento – “per l’abitudine di una vita”, dicono le parole di Peter Singer che l’autore cita a questo proposito (p. 59) – anche quando si riconoscono intellettualmente le ragioni del vegetarianesimo, e la rassegnazione al nazismo che fu propria di quelli, tra i non ebrei, che ne avevano capito la crudeltà ma non facevano nulla per opporvisi
Nel volume, tanto ricco ed articolato dal punto di vista dei contenuti quanto coraggioso per la capacità di non risparmiare critiche alle posizioni ufficiali del Cattolicesimo, l’autore tenta di costruire una filosofia etica che assegni il primato alla nonviolenza e a ciò che in questa è stato considerato da Tolstoj “la prima tappa”, cioè appunto il vegetarianesimo. In quest’ottica, la tesi fondamentale (di impronta gandhiana), come mostrano in particolare i capp. IV, V e XIII) sostenuta nel libro è che “da un punto di vista etico-teologico la scelta vegetariana discende direttamente dall’allargamento della sfera della compassione e del rispetto a tutte le creature con capacità di soffrire, dato che Dio non può averle create per destinarle all al dolore e alla distruzione” (p. 50). – source Andrea Cozzo
Mother Nature, bewailed and feared,
by those of the animal kingdom,
you marvel, not worth our praise,
who bear and nourish to kill,
if it’s a mortal ill
to die before our time, why
bring it on innocent heads?
If it’s a good, why make this parting
more gloomy, inconsolable,
than every other ill,
for those who go, and those who live?source – Leopardi –