E‘ stata inaugurata ieri e andrà avanti fino al 25 luglio la mostra “Coltiviamo la città – progetti agrourbani per Lucca”. Si tratta degli elaborati di un lavoro bello ed originale, almeno per il contesto lucchese, degli studenti del corso di Economia ed Estimo Civile dell’Università di Pisa.
La mostra raccoglie tavole di analisi e proposta progettuale relative ad alcune aree del territorio lucchese in cui si sviluppa l‘interazione tra spazi urbani e spazi rurali. Si tratta, come si legge nell’opuscolo disponibile presso la mostra, di quelle aree capaci di fornire alla comunità i “servizi ecosistemici”, cioè quelli di approvvigionamento (cibo, acqua, energia), di regolazione (sequestro dell’anidride carbonica, regolazione del clima, regolazione delle acque), di supporto (ciclo dei nutrienti, formazione dei suoli) e culturali (educazione, spazi ricreativi, cultura, ecc.). Come di evince da questo succinto elenco, queste aree sono capaci di fornire servizi talora impalpabili ed immateriali che assumono una notevole importanza quando si parla di “qualità della vita”.
Il ripensamento del ruolo di queste aree, oltre a rendere possibile la razionale fornitura dei servizi ecosistemici, offre l‘occasione per tutelare quella “resilienza” che è tipica del territorio rurale, cioè la sua capacità di tornare al proprio stato iniziale conservando, per esempio, la preziosa fertilità dei suoli.
Il lavoro in questione, coordinato da un gruppo di lavoro composto da Massimo Rovai, Massimo Carta, Laura Fastelli e Francesco Monacci, ha individuato otto aree campione che presentano condizioni tipiche dei territori periurbani: sono prossimi alla città storica e contengono elementi tipici del paesaggio agrario tradizionale mescolati, spesso in forte contrasto, a quelli frutto della recente urbanizzazione. Al tempo stesso, però, essi esprimono un sistema di valori identitari e alcune peculiarità paesaggistiche che vengono valorizzate dai progetti dei 24 gruppi di lavoro formati dagli studenti. Tali progetti si sviluppano attorno a temi come i nuovi oggetti dell‘agricoltura periurbana (spazie, luoghi ed edifici), lo sviluppo urbanistico e rurale declinato secondo i concetti delle “smart cities” e verso le logiche “smart rural”, la mobilità dolce, le filiere corte, la retroinnovazione rurale, il riuso del patrimonio edilizio esistente, la partecipazione e l’inclusione, le connessioni e il loisirs connesso all’interazione città/campagna.
Insomma, al di là di qualche concetto un tantino nuovo per molti di noi, la mostra merita una visita poiché, in qualche modo, ci parla dal futuro e parla della qualità della vita secondo un approccio che si renderà sempre più utile anche nelle aree rurali dove lo stile di vita è sempre più urbano e la campagna, in seguito a fenomeni di uranizzazione non troppo razionali, rischia di diventare uno sfondo al vivere anziché un luogo del buon vivere.
Se avete voglia di visitare la mostra non avete da fare altro che andare a Lucca nella centralissima Piazza San Michele e cercare il loggiato del Palazzo Pretorio. Fatelo prima del 25 di luglio e poi parlatene perché le belle idee devono diventare realtà!
