Barga, Media Valle del Serchio, è un’elegante cittadina medievale, di origine ligure – apuana adagiata sul Colle di Romeggio. Dalla Porta Reale o Mancianella, s’intrecciano, su una struttura multilivello, palazzi rinascimentali, viuzze e vicoli gradinati – le caratteristiche ”carraie”. Dall’alto, a dominare l’abitato, il Duomo o Collegiata di San Cristoforo del IX secolo. La Via di Mezzo conduce in pochi passi, oltre il Teatro dei Differenti, in Piazza Salvi. Il leone raffigurato sulla Loggia dei Mercanti e lo stemma mediceo al centro della piazza, sono testimonianza dell’antica sottomissione della città a Firenze. Barga, fedele al Granducato, contigua nei commerci a Modena ed alla Versilia e nemica secolare della vicina Lucca, guarda, da oltre un secolo al Mondo e specialmente al Nord Europa, oltre la Manica. Questa, infatti, è “ la città più scozzese” d’Italia.
Al fine dell’Ottocento, con l’agricoltura e le attività tradizionali in crisi, numerose famiglie partirono dal borgo e da altri paesi limitrofi, per traversare le Alpi, l’Europa, l’Atlantico. Alcuni oltreoceano, altri nella penisola britannica e sulle rive del Clyde. In molti fecero fortuna: impresari, scrittori e costruttori. Una “diaspora” di questa piccola comunità, che, tra le altre mete, predilesse come “promised land” la Scozia. Un legame difficile da sondare, forse almeno agli albori casuale, ma che negli anni, nel solco delle generazioni s’è andato a rinsaldare. I giovani, i discendenti, sono tornati: acquistano ville, abitazioni, attività o semplicemente trascorrono qua le loro vacanze. L’accoglienza, l’apertura di questa terra, in fondo, è merce rara.
In estate, più che ogni altra stagione, tra le mura s’agita al vento la Saint Andrew Cross: “Fish and Chips” alla fine di luglio, il “Weekend scozzese” la prima settimana di settembre. Quest’anno, inoltre, s’è celebrato il trentennale del Barga Jazz, il concorso internazionale di arrangiamento e composizione ideato da Giancarlo Rizzardi ed oggi ramificato in numerose altre attività collaterali. L’austerità medievale è l’architettura, la forma, ma tra i vicoli i diversi mondi s’incontrano: musica d’autore, arti, lettere, folklore, ed enogastronomia.
Tra i locali dove apprezzare i sapori del territorio segnaliamo lo “Scacciaguai”, in via di Mezzo, ristorante che abbina la tradizione a prodotti di alta ristoranzione, aperto nel 2007 dai fratelli Chiara in locali sfitti dove una volta sorgevano una latteria e un antico caffè; la “Locanda di Mezzo”, in piazza Santisima Annunziata, un palazzo storico del 700 che ospita un ristorante dove si respira un’aria nuova, non proprio di queste zone; “Da Aristo”, in Piazza Salvi, la spuntineria del pittoresco Giovanni Togneri dove assaggiare gustosi taglieri di salumi e formaggi tipici; e l’enoteca “Colordivino” in Piazza Angelio, dove poter gustare una selezione dei migliori vini di tutte le regioni italiane.
Non solo wine&food, perchè il centro di Barga è in continuo movimento e non mancano i locali dove sorseggiare un drink ascoltando della buona musica. Ecco perchè non possiamo non citare il “Barga Jazz Club”, in via del Pretorio; o lo “Shamrock”, irish pub letteralmente preso d’assalto, sopratutto d’estate dai tanti scozzesi che frequentano il borgo.
Prima di concludere è doveroso citare due personaggi assai legati a Barga: Keane, l’eclettico artista
irlandese trapiantato in questo borgo, inventore di IBarga e barganews – due modi per raccontarsi e raccontare questa cittadina al mondo – e Paolo Nutini, il cantautore bargo – scozzese habitué dell’estati barghigiane. Proprio Keane – l’uomo senza cognome – trasmise, via web, nell’ormai lontano 2003 una delle prime esibizioni dell’allora semisconosciuto Paolo Nutini. Dalla Media Valle del Serchio, quindi, al successo internazionale di “Candy”. Dal pascoliano e malinconico rintocco della vita dell’Ora di Barga alle cornamuse di queste estati contemporanee. Tutto appare possibile a Barga.
Article by Gabriele Maneschi
Nasco a Viareggio e risiedo a Massa. Toscano, ma di confine. Laurea Triennale in Media e Giornalismo a Firenze, Magistrale in Scienze Politiche a Parma. Amo scrivere, leggere, sciare, la montagna, e soprattutto le Alpi Apuane. Libero di pensiero e riservato, non amo i social e certe distorsioni della società digitale. “Su ciò, di cui non si può dire, si deve tacere” (Ludwig Wittgenstein).
Full article on the MUSTreview.it site can be seen here