Il Porto di Barga – the Port of Barga – barganews.com v 3.0

Il Porto di Barga – the Port of Barga

A collaboration this morning between ASBUC, the Pro Loco and local historian, Emilio Lammari to install an information panel by the river at a location known as the Port of Barga – ‘Porto di Barga.’

In this location along the Serchio River, the transportation route for timber or oars from the mountain of Barga terminated. The chosen site for constructing rafts is called “Sasso di Gragno or di Menante” (from “menare,” to lead).

Historian Pietro Magri wrote: “At Sasso di Menante, the oars had their proper landing, although today nothing ancient remains visible. Here, all the timber from the mountain gathered, supplying the entire Tuscan Navy – this was the ‘Porto di Barga.’ Located nearly three kilometers downstream from the Arsenal settlement, it housed a large shed owned by the Medici Arsenal of Pisa, marked on Eustachio Manfredi’s 1724 maps as the ‘Stanzone dei Remi del G.D.’ Here, logs were stacked and left to dry.

At this point, the Serchio’s branches converged again, forming a single course due to hydromorphological reasons between the Grotte di Santa Lucia on the Lucchese side and the cliff of Piano di Gragno on the Tuscan side. Rafts were built here using planks loaded with semi-finished timber and fir trunks used for heavier loads. Acting like rafts, they were guided downstream along the ancient waterway constituted by the Serchio River, cleared of obstacles by raftsmen using poles.

In medieval times, Barga depicted a boat atop a mountain on its coat of arms, symbolizing the origin of the timber used for construction.

In the second half of the 16th century, with Grand Duke Cosimo I’s vision to strengthen the Tuscan Maritime Navy against the Ottoman Empire’s advance in the Mediterranean, systematic exploitation of Barga’s forests began.

In the following century, the mountain figure on the coat of arms was replaced with water, explicitly representing transportation, as seen in an emblematic painted coat of arms. In it, the crowned pine stands tall on the vessel, and the silver sail is supported by a proper mast, alluding to timber transported via river to the Medici Naval Arsenals in Pisa.

addition reporting and images by Alessandro Adami

 
  

  

Questa mattina una collaborazione tra ASBUC, Pro Loco e lo storico locale Emilio Lammari per installare un pannello informativo in riva al fiume in un luogo noto come Porto di Barga – “Porto di Barga”.

In questo luogo dell’alveo del fiume Serchio, terminava il percorso di avvallamento dei legnami o dei Remi trainati dalla montagna di Barga fino al fiume. La località che fu scelta per costruire le maliate è detta “Sasso di Gragno o di Menante* (Da menare, condurre).

Cosi lo storico Pietro Magri scrisse: *Al Sasso di Menante, qui era propriamente lo scalo dei remi, quantunque oggi non si veda più nulla di antico. Qui si riuniva tutto il legname della montagna di qui si riforniva tutta la Marina Toscana, era questo il “Porto di Barga”. Questo luagó si trova a poco meno di tre chilometri a valle dell’abitato dell’Arsenale, dove esisteva un grande capannone di proprietà dell’Arsenale Mediceo di Pisa, indicato sulle mappe di Eustachio Manfredi (prodotte nell’anno 1724) come “Stanzone dei Remi del G.D*. Qui i tronchi venivano accatastati e “tenuti ad asciugare i legnami

In questo punto i rami del Serchio confluivaño nuovamente, stretti in un corso unico per ragioni idromorfologiche fra le Grotte di Santa Lucia sul versante dell’allora Stato Lucchese e la scogliera del Piano di Gragno, Stato Toscano. Qui venivano costruite le maliate con tavoloni su cui erano caricati i legnami da opera semilavorati e i foderi con tronchi di abete utilizzati per carichi più pesanti. E a mo’ di zattere venivano guidate, liberandole dagli incagli, dai maliatori per mezzo di pertiche, spedite a valle fluttuavano sull’antica via dell’acqua costituita dal fiume Serchio.

Originariamente in epoca medievale Barga volle rappresentare sul proprio stemma una barca sopra un monte, alludendo al luogo dal quale proveniva il legname con cui essa era costruita. Nella seconda metà del 500, con il sogno del Granduca di Toscana Cosimo I di potenziare la Marina Marittima Toscana – per contrastare l’avanzata dell’impero Turco Ottomano nel mediterraneo, ebbe inizio lo sfruttamento sistematico dei boschi barghigiani. Nel secolo successivo sullo stemma la figura del monte fu sostituita con l’acqua e il trasporto venne rappresentato in modo esplicito come si può vedere in questo esemplicativo stemma dipinto (A.S.L). In esso il pino chiomato è vivo ed eretto sull’imbarcazione e la vela argentata è sostenuta da un albero maestro proprio, il ché allude ai legnami da opera trasportati per via fluviale verso gli arsenali dei cantieri navali Medicei di Pisa.

Testo e ricerca storica di Emilio Lammari. Cura grafica di Raffaello Lammari. Inoltre segnalazioni e immagini di Alessandro Adami