Il primo tricolore toscano fu realizzato nella nostra Valle, più precisamente a Pieve Fosciana dove, il 6 marzo 1861, la popolazione si ribellò a Francesco IV di Modena, sostituendo l’aquila di pietra (simbolo della dinastia modenese) con il tricolore. Sono passati 180 anni dal quella domenica in cui “un anticipata primavera vide fiorire le coccarde tricolori, spuntare le bandiere italiane, sparire le insegne ducali, mentre le campane suonavano per annunciare la lieta novella e dalle campagne si rispondeva con colpi di fucile e mortaretti, come si conviene ad ogni vera solennità”. Questa rivolta, come sottolineò successivamente un canto di scherno, “durò appena tre giorni”, ma ebbe una rilevanza storica molto importante perchè come spiega il professor Umberto Sereni, nel suo libro sul Risorgimento in Valle “Per l’Italia giusta”: “la modernità dell’evento sta nell’intervento attivo delle masse popolari in lotta, la fine della passività e dell’estraneità, tipiche delle società antiche e, insieme, l’acquisizione dei primi rudimenti di una coscienza politica”.
Da pochi mesi una delle bandiere che, in quei tre giorni, garrirono al vento è stata ritrovata. Era appartenuta a Iacopo Pierotti, uno dei capi della sommossa, che pagò con l’esilio la sua “professione di rivoluzionarismo”. Quando morì lasciò la “reliquia” alla figlia che si sposò con il sindaco di Castelnuovo Garfagnana Giulio Pesetti. Domenica prossima quella bandiera sarà esposta a Pieve Fosciana al cinema Olimpia, nel corso della manifestazione (organizzata dagli enti locali della Garfagnana, dalle Comunità montane e dalla Provincia di Lucca) “La valle del Tricolore” che aprirà, anche nella nostra zona, le celebrazioni dei cento cinquant’anni dell’Unità d’Italia.
(a cura di Nazareno Giusti)