Tenerife: Dopo cinque giorni di traversata in Oceano Atlantico arriviamo, di buona mattina, a Santa Cruz de Tenerife. Il rivedere la terra fa un effetto strano e rende ancora più bella la vista della città e delle sue casa bianche che si arrampicano su per le pendici della montagna. Tenerife è dominata da uno dei vulcani più grandi del mondo, il Teide, che con i suoi 3100 metri di altezza, circa, si erge verso il cielo in tutta la sua maestosità. Mi viene in mente quanto sostenuto dai geologi in merito ad una futura eruzione di questo vulcano con la possibilità che l’isola, o buona parte di essa, possa scomparire. Speriamo che il vulcano dorma ancora un po’ e scendiamo. La linea blu disegnata sul marciapiede conduce dal porto fino all’ufficio informazioni più vicino che troviamo, però, chiuso. I tassisti si offrono, copiosi, di accompagnarci per un tour dell’intera isola ma optiamo per un giro a piedi di Santa Cruz ed una sosta in spiaggia a Las Teresitas, a circa sette chilometri dal centro. Con 1,05 euro il servizio di bus locale ci porta a questa distesa enorme di sabbia, sovrastata da una parete di roccia vulcanica nera e con un mare bellissimo ma decisamente freddo, in questo caso il bagno non fa per me e mi godo un po’ di relax all’ombra di una palma. Il pomeriggio lo dedichiamo alla scoperta della città e, dopo aver girato diversi chilometri in lungo ed in largo, possiamo dire che Santa Cruz è decisamente un bel posto, una città ordinata e ben tenuta anche se, avendo visto solo la parte nuova, inevitabilmente ci imbattiamo in negozi di grande marche mondiali piuttosto che in botteghe di artigianato locale, tendenza che ritroveremo anche nella successiva isola, Madeira.
Madeira: Le prime luci del mattino illuminano la città di Funchal e mentre la nave ultima le operazioni di attracco in banchina facciamo una veloce colazione. Scendiamo e, dopo aver percorso circa due chilometri, ci troviamo sulla passeggiata che costeggia il mare. Sfuggiamo al solito, immancabile, assalto dei tassisti, regolari ed abusivi, ed optiamo per una soluzione più “commerciale”: gli “yellow bus”. Con 12 euro a testa abbiamo a disposizione due linee di autobus, con tanto di audioguida, che ci mostreranno le particolarità di Funchal portandoci nei luoghi simbolo della città. Funchal è il luogo natio di Cristiano Ronaldo ed, a ricordarcelo, bastano pochi minuti trascorsi nei negozi del centro: il portoghese appare sorridente nei cartelloni pubblicitari di una banca, in una gioielleria ed in un negozio di orologi, entriamo in un bar e mi sorprendo di non trovarlo a pubblicizzare anche il caffè! Il giro turistico che effettuiamo è molto completo, scopriamo che l’isola è stata scoperta solo nel quindicesimo secolo con gli insediamenti che si sono ingranditi sulla costa sud, che gode di un clima decisamente favorevole con temperature mai troppo fredde o calde e riparata dalle correnti perturbate atlantiche che investono, invece, la parte nord dell’isola.
Nel corso degli anni Madeira divenne base per i rifornimenti delle spedizioni verso l’odierna America e, nel ventesimo secolo, luogo di cura per i malati di Tisi e posto di villeggiatura per gli inglesi. Anche oggi, seppure in un contesto dove la maggioranza della popolazione è portoghese, vi sono nuclei di tedeschi ed inglesi. Funchal è un vero e proprio gioiello e, a mio parere, la più bella città che abbiamo visitato in questa nostra vacanza. A dispetto di quanto si possa pensare in merito al Portogallo, le strade sono ordinate e pulitissime, basta girare lo sguardo per notare giardinieri impegnati della manutenzione delle molte aiuole fiorite o spazzini che tengono puliti i marciapiede. Il fatto di essere stata punto strategico per la navigazione verso ovest ha determinato l’arrivo di moltissime specie floreali tropicali che contribuisco a rendere il paesaggio decisamente piacevole. Sinceramente non mi aspettavo un posto così bello, è stata una sorpresa assolutamente gradita.
Malaga: L’ultima tappa del nostro viaggio è la città spagnola di Malaga. Attracchiamo con un bel sole ed un cielo di un azzurro intenso, sulla banchina del porto troviamo un servizio navetta che con 3,50 euro a testa ci porta in centro e ci riporterà alla nave. Il tempo a nostra disposizione è particolarmente breve ed in circa 3 ore e mezza cerchiamo di dare un’occhiata complessiva alla città che è comunque di dimensioni modeste. Optiamo anche oggi per il servizio bus con audioguida che ci offre una gita di circa un’ora a un quarto nei luoghi più importanti. La storia di Malaga è decisamente travagliata, dominata prima dai Greci, poi dai Romani, conquistata dai Visigoti, dagli Arabi ed, infine, dai Re cristiani, ha vissuto anni di splendore seguiti da decenni di disgrazie. In tempi più recenti è stata la prima città industriale della Spagna ma negli anni della guerra civile spagnola ha avuto un nuovo tracollo fino a che il turismo degli ultimi decenni l’ha riportata ad essere una vera e propria perla tra le città che si affacciano sul Mediterraneo. Oltre alla sua architettura che risente dei vari domini che si sono susseguiti nei secoli (la Cattedrale cattolica, la fortezza dei mori, il teatro romano), ci colpisce ancora una volta il senso di ordine e pulizia generale con un’organizzazione puntuale e precisa, in pochissimi minuti abbiamo potuto raggiungere il centro città, ricchissimo di cartine ed informazioni turistiche, tutto pensato a misura di turista. Purtroppo il tempo vola e dobbiamo risalire sulla nave che ci riporterà in Italia, Malaga merita sicuramente di essere visitata con maggiore attenzione e sarà una tappa per un futuro viaggio.
Concludo questo piccolo diario con alcune considerazioni generali. Era nostra intenzione, per il viaggio di nozze, fare un viaggio particolare del quale ci saremmo ricordati a lungo, beh, devo dire che siamo riusciti nel nostro intento. Non ero mai stato in crociera e l’idea di passare 17 giorni su una nave mi lasciava perplesso. In realtà sembra di stare in una città galleggiante, circondati da camerieri di sala o di camera che si prodigano continuamente per il nostro benessere. Le camere vengono pulite due volte al giorno, il cibo è abbondante e presente per tutta la giornata. Anche i giorni di navigazione sono passati bene, nonostante il tempo sia stato spesso nuvoloso e lo spazio al ponte superiore con la piscina scarsamente utilizzabile, le attività sono molteplici, tra animazione, palestra, teatro o proiezioni di film. Abbiamo visitato le isole considerate le perle dei Caraibi, con un clima caldo e piuttosto umido (la stagione migliore è quella corrispondente ai nostri gennaio-febbraio quando le temperature sono un po’ più alte ma l’umidità decisamente inferiore) e dai mari fantastici, e tre città incantevoli, peccato solo per il poco tempo a disposizione per le escursioni. A fine vacanza la tristezza è sicuramente presente, abbiamo ricaricato le pile e passato momenti magici che ci porteremo nel cuore per molti anni, adesso viene la parte più dura: ricominciare con la vita reale, la bolla di sapone della quale abbiamo vissuto per quasi tre settimane è scoppiata, arrivederci al prossimo viaggio.
(Fine)