Il Tibet fuori dal Tibet, così vengono definite le tre valli dell’Alto Dolpo che furono rifugio per i Kampa, i guerriglieri tibetani che combattevano l’oppressore cinese e trasformarono quelle valli in santuari della guerriglia. Per anni i maoisti impedirono la visita della regione che è stata aperta solo nel 1994.
Terra scarsamente popolata, fuori dai grandi percorsi commerciali e soprattutto da quelli turistici, l’Alto Dolpo è un mondo intatto dove ci si può ancora immergere nell’affascinante decadenza di templi e monasteri, centri di fede buddhista che qui ebbe una forte rinascita nel 17° secolo quando i lama del Dolpo erano consiglieri dei Rajah di Jumla e Lo Montang.
La fragilità di questo ecosistema è molto elevata ed il rischio che queste valli diventino un deserto disabitato è piuttosto concreto.
Ne è consapevole Danilo Musetti che, dopo la spedizione in Bhutan dello scorso anno che barganews.com ha seguito nel suo evolversi, il prossimo autunno si recherà nel Dolpo, dove era già stato tre anni fa.
“Abbiamo deciso di fare una nuova spedizione in Alto Dolpo- spiega Musetti- poiché questa regione ci ha colpito per la grande bellezza paesaggistica, per gli incredibili templi e monasteri dell’antica religione Bon Po, per la splendida gente che abita gli sperduti villaggi delle aride vallate, per le millenarie tradizioni che qui sono ancora parte integrante di una vita molto dura ma in assoluta armonia con la natura, per rivivere tradizioni ormai scomparse altrove, per fare un viaggio oltre che nello spazio anche nel tempo”.
Il progetto prevede un itinerario “Corto” di 20 giorni (Italia – Italia) denominato “Circuito Basso e Alto Dolpo” con 15 giorni a piedi (compreso 1 di sosta/esplorazione) , uno “Medio” di 27 giorni (Italia – Italia) denominato “Grande traversata dell’Alto Dolpo” con 22 giorni a piedi (compresi 3 di sosta/esplorazione) ed uno “Lungo” di 34 giorni (Italia – Italia) denominato “Alto Dolpo – Mustang, la via degli spiriti” con ben 29 giorni di cammino (compresi 3 di sosta/esplorazione).
“Attraverseremo il Parco Nazionale Shey-Poko Sumdo popolato da specie rare come il leopardo delle nevi, il lupo, la volpe himalayana e il cervo muschiato; il Parco ospita anche bharam (la pecora azzurra), thar, goral e serow. Cammineremo in quattro ambienti differenti: la media montagna con boschi e pascoli, il deserto verticale trans-himalayano con le oasi dei villaggi, l’alta quota con tundra e rocce e il microclima del Phoko Sumdo dove l’aria fredda dei ghiacciai del Kanjiroba, che scendono fino a trecento metri dal lago, favorisce l’accostamento inusuale di piante tropicali e flora di alta montagna”.
Il periodo previsto sarà: dal 2 al 24 ottobre per il giro corto, dal 2 ottobre al 29ottobre per il giro medio e dal 9 Ottobre al 5 novembre per quello lungo.
“Rispetto all’itinerario del 2009- continua Musetti- ci saranno in comune solo 3 giorni di cammino (dal Lago Pokhsundo a Shey Gompa), tutto il resto saranno altre valli, passi, villaggi e monasteri. Per realizzare i tre itinerari serviranno permessi speciali, in particolare per arrivare in Mustang occorrerà attraversare una regione estremamente remota e visitabile solo grazie ad uno speciale permesso degli abitanti delle valli a nord di Charka. Essi credono negli spiriti che proteggono i loro preziosi raccolti e non permettono a nessuno di superare i passi prima che il raccolto annuale sia al sicuro”.
Poche centinaia di persone vivono stabilmente nei villaggi dell’Alto Dolpo, posti sopra i 4.000 metri. Costoro, di cultura tibetana, si possono dividere in due grandi gruppi rung-pa (gli agricoltori delle valli) e drog-pa (i nomadi). Molti di loro ancora oggi vestono l’abito tradizionale tibetano, una tonaca aperta sul davanti a falde sovrapposte, con stoffa filata in casa, lavorando lana di capra, e tinta con colori vegetali che conferiscono un inconfondibile color mattone scuro. Amuleti e collane abbondano al collo di uomini e donne che si nutrono con il tsampa un alimento composto da farina di orzo, l’unico cereale coltivabile in zona”.
“Isolati dal lungo inverno himalayano- spiega Musetti- i Dolpa-pa mantengono intatta la loro identità culturale, vivendo di pastorizia, agricoltura e baratto. In estate le carovane di yak e pecore percorrono queste valli su un tracciato commerciale che attraversa l’Himalaya e consente gli scambi non solo di merci ma anche di idee fra l’altopiano tibetano e le valli del Nepal. Daprima i cavalli dalle pianure fino al Basso Dolpo, poi le capre dal Tichurong a Tarap, infine gli yak che raggiungono il Tibet attraverso l’Alto Dolpo. I carichi vanno e vengono su piste che affrontano continui dislivelli. Oggetti, orzo, grano, riso e spezie, in salita, salgemma e lana in discesa”.
La spedizione sarà patrocinata dal Club Alpino Italiano Sezione “Roberto Nobili” di Castelnuovo di Garfagnana e come accaduto nel 2009 cercherà di raccogliere materiale fotografico e video per l’arricchimento del progetto denomiato “Tibet fuori dal Tibet” che ha già portato alla realizzazione di oltre 40 ore di documentazione filmata dei territori e delle popolazioni ove sopravvive la cultura tibetana al di fuori dei confini del Tibet.
“Quest’anno- sottolinea Musetti- sarà con noi anche la guida che ha collaborato con Eric Valli quando ha girato il film “Himalaya, l’infanzia di un capo”, ciò mi permetterà di poter intervistare alcuni personaggi nei villaggi e nei monasteri più remoti…”