Dalla Garfagnana all’Europa – Così partì la Emme Verde Venticinque anni fa, nella notte fra il 1 e il 2 aprile, partiva dai monti in provincia di Lucca, Videomusic, prima vera fucina dei famosi di oggi e mamma di Mtv. La scommessa parte nella notte fra il 1 e il 2 aprile del 1984. A farla è Marialina Marcucci* che si inventa la prima televisione europea interamente dedicata alla musica e la insedia al Ciocco, in provincia di Lucca, sulle montagne della Garfagnana. Nasce così la Emme verde di Videomusic, mamma di Mtv e prima vera fucina dei famosi e dei v-j di oggi, che festeggia il suo 25esimo compleanno. «Oddio, son già passati più di 20 anni – dice Granfianco Monti, conduttore di uno dei programmi cult di VM – trasmettevamo da un posto sperduto, chi si immaginava che avremmo avuto quel successo?»
PROGRAMMI CULT – Il battesimo avviene con il primo videoclip trasmesso: «All Night Long» di Lionel Richie. Molti programmi diventano veri e propri cult: Hot Line, On The Air, Blue Night (programma di tendenza, un magazine culturale notturno), Segnali di Fumo, Rock Revolution (programma sulla storia della musica anni ’60-’80 con recupero di materiale d’archivio), Roxy Bar, Metropolis (dedicato alla cultura e ai libri). La televisione, per la prima volta, distribuisce gli special di gruppi come i Duran Duran, gli Spandau Ballet, David Bowie e Madonna. Rick Hutton e Clive Griffiths diventarono ben presto i volti familiari della TV, ma dai suoi studi iniziarono la carriera Marco Baldini e Claudio De Tommasi, Alberto Lorenzini e Gianfranco Monti, Red Ronnie e Johhny Parker.
IL VMGIORNALE – Negli anni nasce anche il VMGiornale (realizzato e trasmesso da Roma), il primo telegiornale per i giovani con grande spazio alla musica, al cinema, all’ecologia, al lavoro: il tradizionale «buongiorno» era sostituito dal più informale «Ciao». Un’avventura – quella delle tv musicali- che finisce con la vendita a Vittorio Cecchi Gori nel 1995. Ma la memoria ha resistito all’usura del tempo: l’anniversario della nascita di VM ha scatenato decine di interventi e di ricordi su Facebook, con la trasmissione integrale della prima giornata di programmazione, il 2 aprile del 1984. – IL CORRIERE FIORENTINO (Corriere della sera, ediz Firenze)
Ma che bel castello! (1987), horror demenziale dalla scomparsa Videomusic
Sorta di Rocky Horror casereccio realizzato in bianco e nero nel fare il verso a certo vecchio cinema di genere, Ma che bel castello! veniva prodotto nel settembre 1987 per essere trasmesso a brevissime puntate nel corso della seguente stagione di Crazy Time, un programma della scomparsa TV nazionale Videomusic – la prima rete musicale in Europa, fagocitata solo un decennio più tardi dai globuli bianchi di Telemontecarlo ed “Emmetivvì” che se ne accorparono rispettivamente frequenze e archivi.
Protagonisti Rick Hutton e Clive Griffiths, animatori del canale televisivo e del suo contenitore Crazy Time nel quale andavano a proporre sketches di comicità demenziale e surreali nonsense come l’agreste e “bifolca” Tele Monte Pecora, oltre alla parodia horror qui a seguito interamente disponibile nei cinque video pubblicati su YouTube.
httpv://www.youtube.com/watch?v=R43FD04OGak
Video che rappresentano un ricordo personale – e già mi sto giocando l’autoimposto bonus annuale a limitare gli intereventi di stretto carattere privato – poiché lavori del sottoscritto sono alcuni degli oggetti di scena in essi utilizzati, a partire dai “pesantissimi” battenti gotici della scena iniziale sul portone… raffazzonati, allora, con strati di cartone e semplici tubi di gomma sotto precaria vernice appiccicosa.
Mi limitavo, in quei particolari giorni, a fare del mio peggio per dare una mano al pittore e fotografo Keane, che non finirò mai di ringraziare, interprete del Gobbo nei filmati ma soprattutto scenografo sia per Ma che bel castello! che per la famigerata Tele Monte Pecora – il cui set in aperta campagna comprendeva un generatore a pedali, impalcato su balle di fieno a mo’ di quinte, oltre a un paio di pecore a masticare i cavi del microfono e altri nostri più o meno speciali effetti.
Con tempismo implacabile, fu il servizio militare obbligatorio a “stroncarmi la carriera” appena terminate le riprese. Un’occhiata qui sotto, e potreste ringraziarne di cuore l’Esercito Italiano. – Andrea Bonazzi – more articles and images from Andrea on his site In Tenebris Scriptus
Quattro Chiacchiere con Rick Hutton
Prima di parlare degli inizi di VM vorrei conoscere i tuoi inizi, dove sei nato e che cosa hai fatto prima di diventare il primo vero vj italiano.
Sono nato a Liverpool nel 1953 ma all’età di 4 anni mi sono trasferito a Londra con la mia famiglia.
Mi sono iscritto all’università di Canterbury dove ho conosciuto Clive a cui mi accumunava l’amore per la musica e… per l’Italia. Dopo essermi laureato in Economia e Sociologia, sono venuto in Italia, la prima volta nel ’78 e poi piano piano sempre più di frequente fino a che nel 1980 mi ci sono stabilito definitivamente.
Com’è accaduto che siete stati scelti voi due per dare vita alla prima televisione interamente musicale europea?
Fu un caso, noi in quel periodo lavoravamo in una televisione lucchese che si chiamava Elefante. Era una televisione artigianale che tirava avanti soprattutto grazie alle televendite.
Noi avevamo una rubrica di lingua inglese che si chiamava Super Teacher e Super Stupid in cui insegnavamo in modo divertente ed un po’ matto la nostra lingua madre.
Ricordo che proprio mentre registravamo la penultima puntata in cui io facevo mangiare a Clive della carta igienica dicendogli “eat toilette paper”, dietro il vetro della sala registrazione ci stava guardando Ciro D’Amico. Probabilmente deve aver pensato che eravamo abbastanza pazzi per fare una cosa come VM.
Ciro D’Amico? Quello dei Daniel Santacruz Ensamble?
Esatto, lui era appena tornato dall’America dove viveva da quando aveva fatto successo con Soleado. Lì aveva conosciuto MTV ed aveva pensato di realizzarne una versione italiana.
*Allora non furono i Marcucci ad avere l’idea?
Macche’. Di televisione e soprattutto di musica non ne sapevano assolutamente niente. Fu D’Amico che mise su VM e grazie alle sue conoscenze fu possibile ottenere i video e le interviste che poi sono serviti a lanciare VM. All’inizio i Marcucci non misero assolutamente naso nella faccenda. Dopo 7 o 8 mesi quando si resero conto che la cosa funzionava mandarono via D’Amico e presero in mano la gestione loro.
Chi ha vissuto quei tempi ha il ricordo di una televisione fresca, giovane e libera.
Sì è vero eravamo proprio liberi. Una libertà che credo nessun altra televisione abbia mai goduto. All’inizio eravamo io, Clive ed un tecnico. Noi due in studio registravamo con i mezzi di allora. Con un video registratore Pioner, di quelli grossi che c’erano una volta registravamo i video poi mettevamo il pause, correvamo davanti alla macchina da presa per fare i nostri schetch, quando avevamo finito tornavamo dietro la camera a ridare il via ai video clip. Una volta realizzata la cassetta, la portavamo al tecnico che la mandava in onda.
Quindi nessuno controllava cosa facevate o dicevate?
No, nessuno. Le cassette venivano mandate in onda senza nessun controllo preventivo. Oggi è veramente impensabile una cosa del genere.
E tutto questo fino a quando è durato?
Grosso modo per tutti gli anni 80 poi piano piano è cambiata diventando sempre più una televisione contenitore. Clive se andò nel 1990 io continuai anche quando arrivò Cecchi Gori.
Come fu la gestione Cecchi Gori?
Pessima. Non pagava e c’era sempre una certa tensione e approssimazione. Si sentiva che le cose non andavano bene.
Poi è arrivata MTV
Sì, ma io non c’ero già più ero andato via nel ’97.
Ormai la VM di un tempo non esisteva più era diventata una televisione non molto diversa dalle altre. – di UGO.P (tratta dal forum “C’era una volta”) – A huge Videomusic fansite with many videos can be seen here
Rick Hutton dal lunedì al sabato, dalle 12.45 alle 14.00 on Radio Città Futura